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Acerra - (NA) - E' morto Mons. Riboldi, il prete anticlan Stampa
Scritto da Redazione   
Domenica 10 Dicembre 2017 12:18

Si è spento a Stresa, dove si trovava dalla scorsa estate, monsignor Antonio Riboldi, per 21 anni vescovo di Acerra. Protagonista negli anni Novanta di numerose battaglie, in particolare della lotta alla camorra, don Riboldi, come ha sempre chiesto di essere chiamato anche dopo essere stato ordinato vescovo, aveva 94 anni.

 

 

Ha segnato un pezzo di storia del Meridione, prima parroco in Sicilia, a Santa Ninfa nel Belice, fu il primo prete a scendere in piazza alla testa dei terremotati che da anni vivevano nei prefebbricati. Giunto ad Acerra, si impegnò fin da subito nella lotta contro la criminalità negli anni in cui Raffaele Cutolo era il capo incontrastato della camorra. Si deve a lui se agli inizi degli anni Ottanta nacque in provincia di Napoli, e si propagò al resto del Meridione, il movimento degli studenti contro la camorra. Dopo l'assassinio di un giovane avvocato acerrano, il vescovo prese parte a un'assemblea del liceo scientifico di Acerra nel corso della quale lanciò un appello alla mobilitazione.

Trascorsero pochi giorni e centinaia di studenti, don Riboldi alla testa, diedero vita a un'assemblea nel liceo di Ottaviano, roccaforte di Cutolo da cui partì un segnale che via via "contagiò" le scuole campane e quelle del resto d'Italia tanto da organizzare dopo qualche settimana una marcia, sempre ad Ottaviano, insieme con sindacati e altri vescovi. Ma don Riboldi non è stato solo uno dei protagonisti della lotta alla camorra: ha girato le carceri di tutta Italia per incontrare ex terroristi, per poi essere in prima linea sul fronte della battaglia per l'ambiente nella Terra dei fuochi.

Dell'ordine dei Rosminiani, il vescovo emerito non ha mai più abbandonato Acerra e dopo le dimissioni in base al diritto canonico ha continuato a vivere in quella che considerava la sua città. Grande comunicatore, don Riboldi ha continuato a far sentire la sua voce con video su Youtube. Punto di riferimento per decenni, ha girato l'Italia in lungo e in largo per prendere parte a dibattiti e iniziative, punto di riferimento per numerosi parroci. Nel 2013 è stato pubblicato da Mondadori "Ascolta si fa sera" dove approfondisce i temi che affrontava quotidianamente nel programma Radiorai 1 "Ascolta si fa sera".

La diocesi di Acerra, con monsignor Antonio Di Donna, ricorda ancora che don Riboldi disse "meglio ammazzato che scappato dalla camorra", rispondendo alla mamma e al suo timore quando viveva sotto scorta. E ancora "in quel momento - dichiarò il presule in occasione dei suoi 90 anni celebrati nel 2013 nel Duomo di Acerra - "mi sono sentito veramente essere un vescovo, e ho capito cosa significava essere un prelato che deve amare la gente anche se non ricambiato, amare la Chiesa anche se non tutti ti capiscono".

Un vescovo di strada, nato a Tregrasio nel profondo Nord, ma meridionale per "amore del suo popolo" così come il titolo di quella lettera dei vescovi campani che segnò una svolta storica nel rapporto tra la chiesa e il Mezzogiorno.


I Funerali ad Acerra

Saranno celebrati nella cattedrale di Acerra, i funerali di don Antonio Riboldi, vescovo emerito dalla città dell'hinterland partenopeo, ricordato spesso come il «vescovo anticamorra» per la sua lotta alla criminalità organizzata che lo portò, negli anni '80, ad una manifestazione contro la camorra ad Ottaviano, dove guidò migliaia di giovani nella città di Raffaele Cutolo, boss indiscusso della Nco.

Dopo una messa, prevista per martedì, nel convento dei monaci rosminiani a Stresa, dove il presule si è spento in nottata in seguito ad una lunga malattia, la salma di monsignor Riboldi è attesa ad Acerra, ed ancora non è chiaro se la sepoltura avverrà all'interno della cattedrale, così come da desiderio del presule. Nominato vescovo di Acerra il 25 gennaio 1978 dal Beato Papa Paolo VI, monsignor Antonio Riboldi, che apparteneva all'ordine dei rosminiani, fece il suo ingresso in diocesi il 9 aprile dello stesso anno, occupando una sede vacante da 12 anni.

Don Riboldi trovò una situazione non facile, dovendo «rianimare la vita ecclesiale e sostenere l'intera comunità tra le problematiche di un momento che richiede la difesa della dignità della persona». Ma le sue attenzioni si rivolsero soprattutto al contrasto alla camorra, tanto da essere messo sotto scorta. Storica la marcia che negli anni '80 portò migliaia di giovani ad Ottaviano, città del capo indiscusso della Nco, Raffaele Cutolo.

«Meglio ammazzato che scappato dalla camorra», gli avrebbe detto sua madre quando le palesò i suoi timori. «In quel momento - disse il presule in occasione dei suoi 90 anni celebrati nel 2013 nel Duomo di Acerra - mi sono sentito veramente di essere un vescovo, e ho capito cosa significava essere un prelato che deve amare la gente anche se non ricambiato, amare la Chiesa anche se non tutti ti capiscono».

Don Riboldi incontrò anche numerosi criminali in carcere, tra cui lo stesso Cutolo, e al presule sono attribuiti i pentimenti di alcuni ex camorristi. Nonostante la rinuncia all'esercizio episcopale per i limiti d'età raggiunti nel 1999, il vescovo emerito aveva scelto di restare ad Acerra, che gli ha conferito un paio di anni fa la cittadinanza onoraria, e continuava a celebrare Messa nella chiesa dell'Annunziata.

«I nostri contatti erano costanti - ha ricordato monsignor Antonio Di Donna, attuale vescovo di Acerra - e fino a quando le forze glielo hanno consentito ha celebrato spesso la Messa domenicale in Cattedrale seguendo sempre con vivo interesse la vita della diocesi e chiamandomi personalmente nei momenti importanti di questa Chiesa locale».

Anche la vita diocesana riprende vigore grazie al carisma e all'impegno di monsignor Riboldi, e lo stesso presule spesso ricordava lo stupore che gli aveva confessato l'arcivescovo di Milano di fronte a tanta vitalità, nonostante le piccole dimensioni della diocesi. Curioso e aperto alla modernità, Riboldi è stato uno dei primi vescovi a sbarcare su Internet nel 1997: fino a poco tempo fa le sue omelie arrivavano a migliaia di persone.

 

Il ricordo del Sindaco di Acerra Raffaele Lettieri

Cordoglio per la morte di monsignor Antonio Riboldi, è stata espressa a nome personale e della città, dal sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri. «Le sue idee - ha detto Lettieri - sono state e resteranno patrimonio per tutta la città di Acerra». «Pur sapendo delle sue condizioni di salute - ha aggiunto il sindaco - siamo rimasti sorpresi alla notizia della morte del nostro caro Don Antonio Riboldi.

La comunità di Acerra ha perso un punto di riferimento importante, un esempio.

Monsignor Riboldi ha saputo contenere nel suo cuore tutta la gente, soprattutto quelli che soffrono e sono poveri, una persona di un'alta dirittura morale e una capacità non piccola di cogliere i problemi della gente. Una persona affabile, capace di entrare in dialogo con tutti ma allo stesso tempo molto rigoroso nel suo pensiero.

Una vita, la sua, interamente dedicata al servizio della comunità, a favore della legalità e giustizia, impegnato sempre nella lotta contro la criminalità. La sua guida pastorale ha accompagnato la Città in momenti davvero difficili e bui. La nostra Città - ha concluso Lettieri - lo ricorderà sempre con affetto filiale e con devozione. Porteremo sempre nel cuore le sue parole, la sua presenza e le sue omelie».

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Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Napoli Num. 45 dell' 8 giugno 2011
ISSN 2239-7035 (del 14 luglio 2011)
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