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Coronavirus - UEFA: «Le sedi delle finali non cambiano» Stampa
Scritto da Redazione   
Giovedì 01 Luglio 2021 13:07

In questo anno di recupero degli eventi dello scorso anno come l'Europeo e le Olimpiadi, il cui nome sono rimasti, quasi sarcasticamente, Euro 2020 e Tokyo 2020, l'UEFA, il massimo organo europeo del Calcio, ha deciso di non spostare le sedi delle partite dall'Inghilterra, dove si svolgerà anche la finalissima, anceh se si sta registrando un'impennata di contagi della variante Delta (o Indiana)

Da Roma e da Berlino (anche se la Germania è out dagli ottavi) si sono alzati  voci di protesta per il timore che il contagio possa propagarsi a macchia d'olio anche nel resto d'Europa a causa del dilagare della variante Delta.

 

 

Infatti secondo uno studio australiano su questavariante, per contagiarsi, pare, servano solo 5 - 10 secondi, in quanto la variante Delta è più carica viralmente ed ha mutato se stessa per aggirare le contromisure dei vaccivi sulla ormai celeberrima proteina Spike, il vettore usato fino ad ora dal SarsCov2 per entranre nelle cellule delle persone.

Va inoltre ricordato che la presenza di tifosi all'interno degli stadi inglesi (soprattutto il mitico Wembley) sta aumentando progressivamente.

E, sembra, a causa di questo aumento un gruppo di tifosi scozzesi di circa 2000 unità si è contagiato durante e dopo la partita dopo Scozia-Inghilterra, disputata a Wembley (0 a 0), lo scorso 18 giugno.

Le stime del Pubblic Health Scotland certificano duemila nuovi contagiati tra i tifosi scozzesi, 1300 nei festeggiamenti fra le strade e i locali di Londra, 400 all'interno dell'impianto.

Sempre lo stadio di Wembley, sarà quasi stracolmo il 6, il 7 e l'11 luglio

La UEFA, forse per non dare tropp il fianco agli "scissionisti" della SuperLega (per il momento in fase di stallo) non vuole sentire ragioni e non cambierà date e stadi.

In una nota arrivata proprio oggi, l'Uefa afferma a chiare lettere che «tutte le rimanenti partite di Euro 2020 si svolgeranno come programmato. Le misure di mitigazione adottate in ciascuna delle sedi sono completamente allineate con le normative decise dalle competenti autorità sanitarie locali».

Nessun problema, quindi, neanche quello che riguarda il numero di tifosi che potranno accedere alle gare: «Le decisioni finali sul numero di spettatori che assisteranno alle partite e i requisiti di ingresso nelle nazioni ospitanti e negli stadi ricadono nella responsabilità delle autorità locali competenti, e la Uefa segue tassativamente tutte queste misure», si legge ancora.

Da Berlino arriva la nota del ministro dell'interno tedesco, Horst Seehofer, aveva detto di ritenere «il comportamento della Uefa assolutamente irresponsabile». E poi ancora: «Ho il sospetto che ci sia un problema di tipo commerciale, e ragioni del genere non dovrebbero prevalere sulla protezione della salute. Posso solo fare appello alla organizzazione, ha concluso, affinché riveda la sua posizione».

Ma le parole pubblicate nel comunicato non spengono le preoccupazioni, tanto che anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità sollecita un «migliore monitoraggio» degli spettatori degli Europei di calcio e invita le città che ospiteranno le ultime partite a effettuare controlli più accurati durante gli spostamenti dei tifosi, anche prima del loro arrivo e dopo la loro partenza dallo stadio

«Dobbiamo guardare oltre gli stadi», ha detto Catherine Smallwood, funzionario della Oms europea, durante una conferenza stampa sull'argomento.

Ancora dall'OMS arriva la seguente osservazione: «Casi in aumento (+10%) dopo due mesi di calo».

L'Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, ha dichiarato che i casi di Covid-19 in Europa hanno ricominciato ad aumentare dopo due mesi di calo e che c'è il rischio di una nuova ondata «a meno che non rimaniamo disciplinati». «La scorsa settimana, il numero di casi è aumentato del 10% a causa di un aumento di viaggi, assembramenti e allentamento delle restrizioni», ha detto il direttore regionale dell'Oms per l'Europa Hans Kluge in una conferenza stampa.


 

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Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Napoli Num. 45 dell' 8 giugno 2011
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