Alfano Angelino |
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Sabato 27 Aprile 2013 18:16 | |
Biografia
Laureato in giurisprudenza presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove è stato ospite del collegio "Cardinal Ferrari", dottore di ricerca in diritto dell'impresa, avvocato, ha iniziato la sua esperienza politica con la Democrazia Cristiana, per la quale è stato, tra l'altro, segretario provinciale del Movimento giovanile DC di Agrigento. Nel 1994, a seguito della trasformazione della DC nel PPI, decide di aderire al neonato partito Forza Italia, che vincerà le elezioni politiche del 27 e 28 marzo dello stesso anno.
Nel 1996 si candida per la prima volta ed è eletto nel collegio di Agrigento per FI Deputato all'Assemblea Regionale Siciliana nella XII legislatura. Dal 2000 è capogruppo di FI all'Ars. Viene successivamente eletto alla Camera dei deputati nel 2001, nelle elezioni vinte dalla coalizione di centrodestra, assumendo l'incarico di vicepresidente del Comitato per la Legislazione, nella prima circoscrizione proporzionale della Sicilia.
Dal 2005 è coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia. Succede a Gianfranco Miccichè, guidando la corrente maggioritaria di Forza Italia più fedele all'ex Presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro.
Nelle elezioni politiche italiane del 2006, che vedono la vittoria dell'Unione di Romano Prodi, Alfano è eletto alla Camera dei deputati nella circoscrizione XXIV (Sicilia 1). Durante la XV Legislatura è componente della Commissione Bilancio di Montecitorio.
Nelle elezioni politiche italiane del 2008 è rieletto alla Camera dei deputati con il Popolo della Libertà. Nelle grazie del nuovo Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il coordinatore siciliano è considerato uno dei giovani emergenti del partito.
![]() Angelino Alfano ricevuto al Quirinale da Giorgio Napolitano
Ministro della Giustizia
Dall'8 maggio 2008 è Ministro della Giustizia del governo Berlusconi IV.[1] Succede a Luigi Scotti, che a sua volta aveva sostituito Clemente Mastella, dopo le dimissioni che avevano determinato la caduta del governo Prodi II. Con i suoi 37 anni è il più giovane Ministro della Giustizia della storia repubblicana.
È stato indagato dalla Procura di Roma per abuso d'ufficio,[2] ma successivamente il procedimento è stato archiviato.[3]
Il 27 luglio 2011 Alfano si dimette dalla carica di Guardasigilli.[4]
Segretario del Popolo della Libertà
Dopo un anno turbolento per il Popolo della Libertà, segnato anzitutto dall'uscita di Futuro e Libertà prima dal partito e poi dalla maggioranza, a maggio 2011 si tengono le elezioni amministrative che segnano un netto arretramento del PdL e più in generale della coalizione a sostegno di Silvio Berlusconi[5][6].
Immediatamente dopo l'esito di tali elezioni, il 1º giugno 2011, l'ufficio di presidenza del PdL decide di designare Alfano quale nuovo segretario politico del partito[7], carica ufficializzata il 1º luglio dopo la modifica allo statuto del partito che non prevedeva la figura del segretario, ma solo del presidente.
Ministro dell'Interno
Il 27 aprile 2013 è nominato Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell'Interno nel Governo Letta.
Attività legislativa
Il suo primo provvedimento come neoministro della Giustizia nella quarta legislatura Berlusconi è stato il cosiddetto "lodo Alfano", legge approvata il 22 luglio 2008. Unica nel panorama europeo,[8] essa prevede la sospensione dei processi a carico delle quattro più alte cariche dello Stato (Presidente della Repubblica, Presidente del Senato, Presidente della Camera dei deputati e Presidente del Consiglio) per l'intera durata del loro mandato.[9] La legge è poi stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale nell'ottobre 2009, per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione Italiana.
Controversie
Nel 2002, La Repubblica rende conto della presenza di Alfano al matrimonio (avvenuto nel 1996) della figlia di Croce Napoli, indicato dagli inquirenti come boss mafioso di Palma di Montechiaro e morto nel 2001. Tale presenza è testimoniata da un video amatoriale della festa. Alfano, all'epoca neo-deputato all'Assemblea Regionale Siciliana, avrebbe salutato con affetto Napoli. Alfano in un primo momento dichiarò a Repubblica di non avere "nessuna memoria o ricordo di questo matrimonio" e che "non ho mai partecipato a matrimoni di mafiosi o dei loro figli, non conosco la sposa, Gabriella, né ho mai sentito parlare del signor Croce Napoli che lei mi dice essere stato capomafia di Palma di Montechiaro".[10] In seguito affermò di aver ricordato di essere stato effettivamente a quel matrimonio ma di aver ricevuto l'invito dallo sposo e di non conoscere la sposa e la sua famiglia.[11]
Nell'ottobre del 2009 il pentito di mafia di Racalmuto, Ignazio Gagliardo, ha accusato Alfano di aver chiesto aiuti elettorali alla mafia, per mezzo del padre anch'esso politico[12][13].
Note
Collegamenti esterni
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