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Conclave dell'ottobre 1978 Stampa
Giovedì 27 Dicembre 2012 17:09
Conclave dell'ottobre 1978
Papa Giovanni Paolo II
Papa Giovanni Paolo II
Durata Dal 14 al 16 ottobre 1978
Luogo Cappella Sistina, Città del Vaticano
Partecipanti 111
Scrutini 8
Decano Carlo Confalonieri
Vice Decano Paolo Marella
Camerlengo Jean-Marie Villot
Protodiacono Pericle Felici
Eletto Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyla)

 

Il conclave dell'ottobre 1978 venne convocato a seguito della morte improvvisa, dopo soli 33 giorni di pontificato, del papa Giovanni Paolo I. Il conclave per eleggere il suo successore iniziò il 14 ottobre 1978 e si concluse due giorni dopo, il 16 ottobre, dopo otto scrutini. I cardinali elessero il polacco Karol Józef Wojtyla, arcivescovo di Cracovia, il quale assunse il nome di Giovanni Paolo II.

Indice

Situazione generale

La settimana precedente l'inizio del conclave fu dominata dalla candidatura conservatrice del cardinale Giuseppe Siri, che appariva talmente forte da allarmare seriamente i cardinali innovatori. A suo favore c'era tutto il blocco che puntava ad una restaurazione dottrinale per far rientrare le derive più progressiste del Concilio Vaticano II, blocco supportato dai cardinali di curia e da molti porporati europei, la cui forza sembrava imbattibile. Fra di loro il conservatore arcivescovo di Monaco di Baviera, il cardinale Joseph Ratzinger, che, in un'intervista pubblicata sul Frankfurter Allgemeine Zeitung dell'8 ottobre 1978, affermava che il conclave si sarebbe trovato a dover fronteggiare "pressioni delle forze di sinistra", le quali avrebbero spinto verso l'elezione di un papa favorevole al cosiddetto compromesso storico [1].

La presa di posizione del cardinale Ratzinger era collegabile all'ala che sosteneva la necessità di una restaurazione nella Chiesa. I giorni precedenti il conclave furono fitti di incontri informali fra i porporati: a destra l'unico candidato era Giuseppe Siri, mentre a sinistra, oltre forse a Giovanni Benelli, non c'era un candidato che accontentasse tutti.

Il cardinale Hyacinthe Thiandoum ricordò:

« Benelli è il candidato più quotato, sia nel terzo mondo, sia nell'est europeo, escluso Tomášek. Se lo fanno subito, è Benelli il papa. Altrimenti Poletti o Pappalardo. Ma se nessuno degli italiani riuscisse, allora si andrebbe al candidato straniero, per esempio Wojtyla. A Basil Hume osta il fatto che non sa l'italiano [2] »

Ascesa e declino della candidatura di Giuseppe Siri

Il cardinale Giuseppe Siri.

Il 1º ottobre 1978, in un'intervista al quotidiano Il Lavoro di Genova, Giuseppe Siri fornì di sé un'immagine rassicurante: "Non sono né conservatore né progressista e ho spesso osservato che queste definizioni sono superficiali [...] Se dovessi qualificarmi, vorrei essere considerato un indipendente, un uomo che marcia da solo e non fa parte di gruppi. Cerco di osservare, e di fare osservare, la legge di Cristo". Siri, inoltre, aveva abbozzato un breve programma, indicando, come problema maggiore per il nuovo papa, quello di "difendere la purezza della dottrina di Cristo, difendere la legge cristiana della vita; e la disciplina interna della Chiesa, che è molto mal combinata" [3].

Arrivato a Roma, Siri aveva esaltato Papa Luciani, nel novendiale del 5 ottobre, per il suo "richiamo non casuale, ma organico e coerente, alla dottrina di Dio ed alla spiritualità". Anche il cardinale Stefan Wyszynski, primate di Polonia, pensava all'elezione di Siri ("E adesso si prepari ad un grande compito", gli disse [4]).

L'Osservatore Romano, uscito il 13 ottobre, prendeva posizione a favore di un papa che si impegnasse a sviluppare la collegialità episcopale nel governo della chiesa, la partecipazione dei laici e l'ecumenismo.

Il 14 ottobre, a poche ore dall'inizio del conclave, sulla Gazzetta del Lunedì, settimo numero del Corriere Mercantile di Genova, uscì un'intervista al cardinale Giuseppe Siri. Nell'intervista Siri attaccava apertamente le riforme scaturite dal concilio, ed in particolar modo la collegialità episcopale, affermando fra l'altro: "Non so neppure cosa voglia dire lo sviluppo della collegialità episcopale. Il sinodo non potrà mai diventare istituto deliberativo nella Chiesa perché non è contemplato nella costituzione divina della Chiesa" [5].

L'immagine che Siri si era costruito subiva un duro colpo. Siri aveva chiesto al giornalista che l'intervista, strappata a forza e registrata in malo modo, fosse pubblicata quando gli elettori sarebbero già stati chiusi nella clausura del conclave. La pubblicazione anticipata fu la rovina della candidatura di Siri, che perse diversi sostenitori. Tuttavia egli riuscì a guadagnare ugualmente parecchi voti. L'arcivescovo di Vienna, Franz König, confermò che l'intervista "circolò all'interno del conclave" [4].

Appare dunque lecito domandarsi se, senza l'uscita anticipata dell'intervista, Siri avrebbe potuto davvero essere eletto. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, a Siri mancarono pochissimi voti all'elezione, ma non gli riusciva di raggiungere i due terzi dei consensi necessari a causa del blocco formato dai sostenitori di Giovanni Benelli.

Svolta nel conclave

Il cardinale Karol Wojtyla.

Secondo il vaticanista Giancarlo Zizola, al cardinale Giuseppe Siri mancarono pochi voti per ottenere l'elezione: non più di quattro o cin­que [6]. Tuttavia alcuni porporati considerarono che la candidatura di Siri avesse raggiunto il massimo delle sue possibili­tà, e che perciò doveva essere abbandonata.

La candidatura di Karol Wojtyla venne proposta per uscire dalla situazione di stallo che si era creata fra i blocchi italiani. Dichiarò Franz König:

« Nei nostri paesi di questa parte del mondo ciò che si usa chiamare civiltà è ormai al tramonto. Stiamo andando giù ed il futuro non è più da questa parte. Sono convinto che il rinnovamento dei valori, e la stessa religione cristiana, verrà dall'Europa, dalla stessa Russia, da quella parte del mondo attualmente a regime socialista, e nella quale l'ateismo di stato non è riuscito a far breccia ed i giovani si risvegliano alla trascendenza [7] »

Wojtyla sconfisse Siri e Benelli all'ottavo scrutinio del secondo giorno di conclave con 99 voti su 111, secondo quanto riportato dalla stampa italiana.

Accettò la sua elezione con le parole: "Con l'obbedienza della fede a Cristo, mio Signore, e con fiducia nella madre di Cristo e della Chiesa, nonostante le grandi difficoltà, accetto". In omaggio al suo predecessore assunse il nome di Giovanni Paolo II. È stato il primo papa non italiano dai tempi dell'olandese Adriano VI, che regnò dal 1522 al 1523.

Alle 18:18 la fumata bianca uscì dal camino della Cappella Sistina, il che significava che un nuovo papa era stato eletto. L'anziano cardinale protodiacono Pericle Felici diede il tradizionale annuncio in latino dalla loggia della Basilica di San Pietro: Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus papam! Eminentissimum ac reverendissimum Dominum, Dominum Carolum, Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Wojtyla, qui sibi nomen imposuit Ioannis Pauli.

Quando Felici pronunciò il nuovo nome del papa, alcuni fra la folla pensarono si trattasse del cardinale Carlo Confalonieri (non partecipante al conclave perché oltre il limite di età); udito il cognome, invece, molti pensarono ad un papa africano.

Giovanni Paolo II apparve al balcone alle 19:15, e, rompendo la tradizione che voleva il papa in silenzio, fece un breve discorso prima della benedizione Urbi et Orbi:

« Sia lodato Gesù Cristo! Carissimi fratelli e sorelle, siamo ancora tutti addolorati dopo la morte dell'amatissimo papa Giovanni Paolo I. Ed ecco gli eminentissimi cardinali hanno chiamato un nuovo vescovo di Roma. Lo hanno chiamato di un paese lontano... Lontano, ma sempre così vicino per la comunione nella fede e nella tradizione cristiana. Io ho avuto paura di ricevere questa nomina, ma l'ho fatto nello spirito dell'obbedienza verso il nostro Signore e nella fiducia totale alla sua madre, Madonna Santissima. Anche non so se potrei bene spiegarmi nella vostra... la nostra lingua italiana. Se mi sbaglio mi corigerete! E così mi presento a voi tutti, per confessare la nostra fede comune, la nostra speranza, la nostra fiducia alla Madre di Cristo e della Chiesa e anche a incominciare di nuovo su questa strada della storia e della Chiesa, di incominciare con l'aiuto di Dio e con l'aiuto degli uomini [8] »

Cardinali ultraottantenni

Questa è la lista dei cardinali ultraottantenni alla morte del papa Paolo VI, il 6 agosto 1978. Essi, secondo il motu proprio Ingravescentem aetatem del 21 novembre 1970 e la costituzione apostolica Romano Pontifici Eligendo del 1º ottobre 1975, non hanno potuto partecipare al conclave a causa del raggiunto limite di età.

Poiché Giovanni Paolo I morì dopo soli 33 giorni di pontificato senza aver creato alcun cardinale, e poiché nessuno dei cardinali compì ottant'anni durante il suo pontificato, gli elenchi dei cardinali ultraottantenni per i due conclavi del 1978 sono identici.

Creati da Pio XII

  • 18 febbraio 1946:
    • Carlos Carmelo de Vasconcelos Motta, arcivescovo di Aparecida.
    • Josef Frings, arcivescovo emerito di Colonia.
    • Antonio Caggiano, arcivescovo emerito di Buenos Aires.
  • 12 gennaio 1953:
    • James Francis Louis McIntyre, arcivescovo emerito di Los Angeles.
    • Alfredo Ottaviani, prefetto emerito del Sant'Uffizio.

Creati da Giovanni XXIII

  • 15 dicembre 1958:
    • Carlo Confalonieri, vescovo di Ostia e Palestrina, arciprete della basilica liberiana, decano del sacro collegio.
    • Antonio María Barbieri, O.F.M., arcivescovo emerito di Montevideo.
    • Alberto di Jorio.
  • 14 dicembre 1959:
    • Paolo Marella, vescovo di Porto e Santa Rufina, arciprete della basilica vaticana, vicedecano del sacro collegio.

Creati da Paolo VI

  • 22 febbraio 1965:
    • Josyp Slipyj, arcieparca di Leopoli degli Ucraini (alcuni storici ritengono che Slipyj fosse stato nominato cardinale in pectore il 28 marzo 1960, ma la sua nomina terminò con la morte di Giovanni XXIII nel 1963).
    • Lawrence Joseph Shehan, arcivescovo emerito di Baltimora.
  • 26 giugno 1967:
    • Patrick Aloysius O'Boyle, arcivescovo emerito di Washington.
    • Pietro Parente.
  • 28 aprile 1969:
    • Miguel Darío Miranda y Gómez, arcivescovo emerito di Città del Messico.
  • 5 marzo 1973:
    • Ferdinando Giuseppe Antonelli.

Note

  1. ^ Giancarlo Zizola, Il conclave, storia e segreti, Newton Storia, pagina 291.
  2. ^ Giancarlo Zizola, Il conclave, storia e segreti, Newton Storia, p. 294.
  3. ^ Cesare Lanza, Parla Siri prima del Conclave, Il Lavoro, Genova, 1º ottobre 1978
  4. ^ a b Il Card. Siri e i "suoi" Papi. Omelia in memoria del Card. Giuseppe Siri
  5. ^ G.Licheri, Io Papa? Siri alla Gazzetta. Un'intervista esclusiva all'arcivescovo di Genova che entra oggi favorito nella Cappella Sistina, Gazzetta del Lunedì, Genova, 14 ottobre 1978.
  6. ^ Giancarlo Zizola, Il conclave, storia e segreti, Newton Storia.
  7. ^ Giancarlo Zizola, Il conclave, storia e segreti, Newton Storia, pagina 295.
  8. ^ L'integrale del discorso
 

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Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Napoli Num. 45 dell' 8 giugno 2011

ISSN 2239-7035 (del 14 luglio 2011)