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Discorso di Gettysburg Stampa
Mercoledì 21 Novembre 2012 18:19

Il Discorso di Gettysburg (Gettysburg Address in lingua inglese) è il breve discorso pronunciato da Abramo Lincoln il 19 novembre 1863 alla cerimonia di inaugurazione del cimitero militare di Gettysburg (oggi il Gettysburg National Cemetery), dopo soli 4 mesi dalla Battaglia di Gettysburg. Il pensiero di Lincoln è rivolto allo sforzo della nazione nella guerra civile, ma con l'ideale che a Gettysburg nessun soldato, dell'Unione o della Confederazione, del nord o del sud, era morto invano. Esso rappresenta una pietra miliare, un indirizzo appunto, nella costruzione della futura nazione americana.

Traduzione del discorso

Questa è la traduzione italiana del discorso riconosciuta dalla Biblioteca del Congresso di Washington:

« Or sono sedici lustri e due anni che i nostri avi costruirono, su questo continente, una nuova nazione, concepita nella Libertà, e votata al principio che tutti gli uomini sono creati uguali. Adesso noi siamo impegnati in una grande guerra civile, la quale proverà se quella nazione, o ogni altra nazione così concepita e così votata, possa a lungo perdurare.

Noi ci siamo raccolti su di un gran campo di battaglia di quella guerra. Noi siamo venuti a destinare una parte di quel campo a luogo di ultimo riposo per coloro che qui diedero la vita, perché quella nazione potesse vivere. È del tutto giusto e appropriato che noi compiamo quest’atto. Ma, in un senso più vasto, noi non possiamo inaugurare, non possiamo consacrare, non possiamo santificare questo suolo.

I coraggiosi uomini, vivi e morti, che qui combatterono, lo hanno consacrato ben al di là del nostro piccolo potere di aggiungere o detrarre. Il mondo noterà appena, né a lungo ricorderà ciò che qui diciamo, ma mai potrà dimenticare ciò ch’essi qui fecero. Sta a noi viventi, piuttosto, il votarci qui al lavoro incompiuto, finora così nobilmente portato avanti da coloro che qui combatterono.

Sta piuttosto a noi il votarci qui al gran compito che ci è di fronte: che da questi morti onorati ci venga un’accresciuta devozione a quella causa per la quale essi diedero, della devozione, l’ultima piena misura; che noi qui solennemente si prometta che questi morti non sono morti invano; che questa nazione, guidata da Dio, abbia una rinascita di libertà; e che l’idea di un governo di popolo, dal popolo, per il popolo, non abbia a perire dalla terra. »

Ultimo aggiornamento Mercoledì 21 Novembre 2012 18:22
 

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Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Napoli Num. 45 dell' 8 giugno 2011

ISSN 2239-7035 (del 14 luglio 2011)