Grasso Pietro |
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Mercoledì 20 Marzo 2013 20:44 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Pietro Grasso, detto Piero (Licata, 1º gennaio 1945), è un magistrato e politico italiano, dal 16 marzo 2013 presidente del Senato della Repubblica.
Biografia
Nasce a Licata, in provincia di Agrigento, nel 1945, si trasferisce a 18 mesi con la famiglia a Palermo[1]. Inizia il proprio cursus honorum in magistratura il 5 novembre 1969 come pretore a Barrafranca. Sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo dal 1972, intorno alla metà degli anni settanta si occupa di indagini sulla pubblica amministrazione e sulla criminalità organizzata. Il 6 gennaio 1980 diviene titolare dell'inchiesta riguardante l'omicidio del presidente della Regione Piersanti Mattarella[2]. Sposato con Maria dal 1970, ha un figlio, Maurilio, funzionario di Polizia.
Il maxiprocesso
Nel 1984 ricopre l'incarico di giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa nostra (10 febbraio 1986 - 10 dicembre 1987), con 475 imputati. Pietro Grasso, a fianco del presidente della corte Alfonso Giordano, è stato estensore della sentenza (oltre 8 000 pagine) che inflisse 19 ergastoli e oltre 2600 anni di reclusione.
Conclusosi il maxiprocesso, nel febbraio del 1989 Grasso viene nominato consulente della Commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Gerardo Chiaromonte prima e da Luciano Violante poi. Nel 1991 viene nominato consigliere alla Direzione affari penali del Ministero di grazia e giustizia, il cui "guardasigilli" era Claudio Martelli, che chiamò anche Giovanni Falcone, e componente della Commissione centrale per i pentiti. [3]
Successivamente viene sostituto nell'incarico, per poi essere nominato procuratore aggiunto presso la Direzione nazionale antimafia (guidata da Pier Luigi Vigna), applicato nelle Procure di Palermo e Firenze dove ha seguito e coordinato le inchieste sulle stragi del 1992 e del 1993.
Procuratore di Palermo
A Palermo da Procuratore della Repubblica dall'agosto del 1999, sotto la sua direzione, dal 2000 al 2004, sono state arrestate 1.779 persone per reati di mafia e 13 latitanti, che erano inseriti tra i 30 più pericolosi. Nello stesso arco di tempo la procura del capoluogo siciliano ha ottenuto 380 ergastoli e centinaia di condanne circa per un totale di migliaia di anni di carcere.
Capo della Direzione nazionale antimafia
L'11 ottobre 2005 è stato nominato procuratore nazionale antimafia, subentrando a Pier Luigi Vigna, che ha lasciato l'incarico nell'agosto 2005 per raggiunti limiti di età, mentre era ancora capo della Procura della Repubblica di Palermo. Il Csm (Consiglio superiore della magistratura) ha dato via libera alla sua nomina con 18 voti a favore e cinque astensioni.
La sua nomina fu al centro di aspre polemiche nel mondo giudiziario e politico, poiché era molto probabile la nomina del Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Palermo Gian Carlo Caselli. Tuttavia, il Governo Berlusconi III, nella figura del senatore Luigi Bobbio (del partito Alleanza Nazionale), presentò un emendamento alla legge delega di riforma dell'ordinamento giudiziario (la cosiddetta "Riforma Castelli"). Secondo quanto dettato dall'emendamento, Caselli non poté più essere nominato procuratore nazionale antimafia per superamento del limite di età. La Corte costituzionale, successivamente alla nomina di Pietro Grasso quale nuovo procuratore nazionale antimafia, dichiarò illegittimo il provvedimento che aveva escluso il giudice Gian Carlo Caselli dal concorso.
L'11 aprile 2006 contribuisce con il suo lavoro, dopo anni d'indagine, alla cattura di Bernardo Provenzano nella masseria di Montagna dei cavalli a Corleone, latitante dal 9 maggio 1963.
Il 18 settembre 2006 la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, con il contributo della Procura Nazionale diretta dal procuratore nazionale Grasso, conclude un'indagine durata due anni riguardante l'azione di alcune cosche mafiose di Vibo Valentia, che avevano messo le mani sui villaggi turistici della costa. Le cosche in questione sono La Rosa di Tropea e quella dei Mancuso di Limbadi, che ricavavano ingenti guadagni dal controllo degli appalti per la costruzione e la fornitura dei villaggi vacanze nella zona di Catanzaro. L'operazione Odissea si conclude con 41 procedimenti di custodia cautelare.
Alla scadenza naturale del primo mandato alla DNA è stato riconfermato dal Consiglio Superiore della Magistratura per un secondo mandato, stavolta senza alcuna polemica ed all'unanimità.
A partire dal settembre 2012 per Rai Storia in 12 puntate Pietro Grasso conduce Lezioni di Mafia: un progetto di educazione alla legalità, dedicato alle generazioni più giovani per spiegare tutti i segreti di Cosa Nostra. Il programma si ispira alle lezioni di mafia ideate nel 1992 dal direttore del TG2 Alberto La Volpe assieme a Giovanni Falcone, una delle ultime iniziative del magistrato palermitano stroncata dall'attentato di Capaci. A vent’anni di distanza, sollecitato in riguardo, Grasso ha accettato di tornare a raccontare ai giovani il fenomeno mafioso. Lezioni di Mafia scava dentro il sistema mafioso e ne restituisce una radiografia fatta di nomi, regole, storie, rete di complicità, intrecci, misteri, ambiguità. Nella prima puntata ha spiegato com'è formata la Cupola mafiosa.
Senatore della Repubblica Italiana
Il 27 dicembre 2012 presenta al CSM la richiesta di aspettativa per motivi elettorali: il giorno successivo dichiara alla stampa che intende candidarsi nelle liste del Partito Democratico in vista delle Elezioni politiche italiane del 2013. L'8 gennaio 2013 la direzione nazionale del PD candida Pietro Grasso al Senato della Repubblica Italiana come capolista della lista PD nella regione Lazio[4], risultando poi eletto.
A marzo, in seguito alle elezioni, insieme a molti altri colleghi del Parlamento, aderisce al progetto "Riparte il futuro" firmando la petizione che ha lo scopo di revisionare la legge anti-corruzione modificando la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cento giorni di attività parlamentare. [5] Il primo giorno di insediamento nelle aule di Palazzo Madama presenta questo disegno di legge.[6]
Presidente del Senato della Repubblica Italiana
Il 16 marzo 2013 alle ore 18:50 viene eletto, al ballottaggio, presidente del Senato con 137 voti, contro i 117 di Renato Schifani (PdL)[7]. I votanti sono 313, 52 le schede bianche, 7 quelle nulle.
Pubblicazioni
Vista la sua esperienza nel combattere la mafia, scrive diversi testi riguardo l'argomento: [8]
Note
Collegamenti esterni
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Ultimo aggiornamento Mercoledì 20 Marzo 2013 20:52 |