Maggioranza silenziosa |
Venerdì 01 Febbraio 2013 15:19 |
L'espressione giornalistica maggioranza silenziosa (silent majority) fu usata negli Stati Uniti verso la fine degli anni sessanta per indicare una larga parte di cittadini americani che, non partecipando attivamente alla vita politica, non esprimeva la propria opinione sulle grandi scelte del paese, prima fra tutte la guerra del Vietnam. Questa parte della popolazione era rappresentata soprattutto dal ceto medio conservatore e provinciale, che viveva lontano dalle grandi città e che, pur prevalendo numericamente su quanti si opponevano con petizioni, articoli di giornale, manifestazioni di piazza e altre forme di protesta, non faceva sentire la propria voce verosimilmente a favore delle scelte governative.
Il termine venne poi adottato "ufficialmente" da Richard Nixon quando, candidato alla Casa Bianca, si rivolse appunto a questa larga fascia sociale del paese rimasta esclusa, o tenutasi volontariamente al di fuori della vita politica, per sostenere con il voto la sua candidatura contro le idee radicali che si erano andate diffondendo nel sessantotto.
Pur essendo stata usata prima di allora con diversi significati (dalla fine dell'ottocento in poi era stata utilizzata dai movimenti femminili in favore del suffragio universale per indicare le donne), dal 1968 in poi ha continuato a ricorrere nel linguaggio giornalistico con l'accezione datagli da Nixon, ed è entrata nel linguaggio comune per designare, anche in Italia, vari movimenti d'opinione di ispirazione cattolica, conservatrice o moderata. |