Quagliarello Gaetano |
Sabato 27 Aprile 2013 18:55 | |
Gaetano Quagliariello (Napoli, 23 aprile 1960) è un politico e docente italiano.
Studi e carriera accademicaFiglio di docenti universitari (il padre, Ernesto, fu rettore dell'università di Bari dal 1970 al '77 e presidente del CNR dal 1976 al '84), si avvicina alla politica tra i giovani repubblicani ai tempi del liceo, a Bari[1]. Dopo la laurea in scienze politiche intraprese la carriera universitaria. È oggi ordinario di Storia dei partiti politici presso la LUISS di Roma. Attività politica nel Partito RadicaleIscritto in giovane età al Partito Radicale, negli anni ottanta ne fu segretario cittadino a Bari e poi vice-segretario nazionale.[2] Ebbe un ruolo attivo nelle attività promosse dal partito, quali le campagne referendarie sull'aborto, il nucleare e la caccia, oltre che la biocard, un testamento biologico in cui il sottoscrittore poteva rifiutare anche l’idratazione forzata. Nel corso di una marcia antinuclearista contro la base militare americana de La Maddalena, assieme a Francesco Rutelli viene arrestato per essere entrato in una zona off limits[1]. Attività politicaNel 1994 si iscrive a Forza Italia. Sul suo passaggio di partito dichiara: "Gladstone nasce conservatore e diventa laburista, Churchill, il tory, ha un passato laburista. Il mio è un percorso tutto interno al liberalismo"[1]. Tra il 2001 e il 2006 è stato consigliere per gli Affari Culturali del presidente del Senato, Marcello Pera. Sull'esperienza ha dichiarato:"Andare a lavorare con Pera è stata la svolta della mia vita. Prima ero un tranquillo professore"[1]. Nel 2006 è stato eletto senatore in Toscana, divenendo membro della commissione Affari Costituzionali; l'anno seguente vota contro la modifica della Costituzione tesa a eliminare definitivamente la possibilità di far ricorso alla pena di morte “nei casi previsti dalle leggi militari di guerra”[3]. Confermato al Senato nel 2008, è membro della commissione Giustizia e presidente vicario dei senatori del Popolo della Libertà. Nella XVI Legislatura si è espresso strenuamente in difesa del disegno di legge Calabrò sul fine vita, in polemica con Gianfranco Fini[4][5][6]. Al dibattito parlamentare sul caso di Eluana Englaro, ha difeso la sua opinione gridando «Eluana non è morta, è stata ammazzata»[7]. Ha presentato come primo firmatario i disegni di legge:
È inoltre secondo firmatario del ddl S.1880 sul processo breve. Nel gennaio 2011 ha firmato, insieme a Roberto Formigoni ed altri, una lettera aperta per chiedere ai cattolici italiani di sospendere ogni giudizio morale nei confronti di Silvio Berlusconi, indagato dalla procura di Milano per concussione e prostituzione minorile.[8] Il 30 marzo 2013 viene nominato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, membro della commissione per le riforme istituzionali[9]. Attività culturale ed editorialeÈ presidente e fondatore della Fondazione Magna Carta dal 2003: "un luogo di formazione e ricerca di ispirazione liberale schierato senza soggezioni culturali e prudenze con il centro-destra"[10]. A lungo collaboratore di diversi quotidiani - tra i quali il Giornale, Libero, Il Foglio ed Il Riformista - tiene oggi una rubrica sul periodico on-line l'Occidentale, di cui è tra i fondatori.
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Note
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