Repubblica Romana 1798-1799 |
Lunedì 24 Giugno 2013 17:33 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La Repubblica Romana fu una repubblica sorella della Repubblica francese del 1792. Comprendeva parte dei territori dello Stato Pontificio occupati dal generale Louis-Alexandre Berthier, che aveva invaso Roma strappandola al dominio temporale di Pio VI il 10 febbraio 1798. Fu proclamata il 15 febbraio 1798.
Dopo le annessioni del 7 marzo seguente (Repubblica Tiberina e Repubblica Anconitana), la Repubblica Romana arrivò a confinare con la Repubblica Cisalpina e il Granducato di Toscana a nord, con il mar Tirreno a ovest, con il Regno di Napoli a sud, con il mar Adriatico a est. Delle due exclave pontificie in territorio napoletano conservava soltanto il territorio di Pontecorvo, mentre rimase conteso il Principato di Benevento.
Con questo evento, la Rivoluzione Francese pose fine agli stati pontifici e al Sacro Romano Impero Germanico.
La Repubblica cadde già nel 1799 e pochi mesi dopo lo Stato Pontificio venne ripristinato.
Storia
La Repubblica Romana fu una delle repubbliche sorelle filofrancesi e giacobine proclamate in seguito alle conquiste francesi dopo la Rivoluzione. Il 10 febbraio 1798 le truppe di Napoleone, guidate dal generale Louis-Alexandre Berthier, invasero Roma dando inizio all'occupazione francese della città.
Il pretesto dell'invasione fu l'uccisione di un generale dell'ambasciata francese, Mathurin-Léonard Duphot, avvenuta il 28 dicembre 1797 in un tumulto popolare provocato da rivoluzionari italiani e francesi. Berthier marciò sulla città senza incontrare resistenza, dandosi poi al saccheggio dei tesori d'arte del Vaticano.
Il 15 febbraio fu dichiarato decaduto il potere temporale di Pio VI e fu proclamata a sua volta la Repubblica Romana, ispirata al modello francese. Pochi giorni dopo, il 20 febbraio, il papa fu tratto prigioniero e allontanato dalla città. Sarebbe morto in esilio l'anno seguente in Francia. Il 25 febbraio scoppiò una sommossa popolare che fu duramente repressa dai francesi.
Il 7 marzo alla Repubblica Romana furono annesse la Repubblica Tiberina e la Repubblica Anconitana. La Costituzione, sul modello di quella francese, fu promulgata il 20 marzo seguente. Prevedeva l'elezione di un Tribunato di 72 membri e di un Senato di 32: questi due organi esercitavano il potere legislativo e designavano cinque consoli ai quali era demandato il potere esecutivo. Di fatto, però, il potere era esercitato dagli occupanti francesi. Il nuovo regime fu accolto freddamente dalla popolazione romana, che, dopo aver subìto i saccheggi che avevano accompagnato la presa della città, dovette accollarsi anche le pesanti imposte richieste dagli occupanti.
Il 28 novembre la Repubblica Romana fu invasa dall'esercito napoletano, forte di 70.000 uomini e al comando del generale austriaco Karl von Mack, con l'appoggio della flotta britannica dell'ammiraglio Nelson. L'azione era diretta a ristabilire l'autorità papale. Dopo solo sei giorni Ferdinando IV entrò a Roma da conquistatore. Ma il 14 dicembre dello stesso anno un'immediata e risoluta controffensiva francese costrinse i napoletani alla ritirata, che ben presto si trasformò in una rotta. I francesi entrarono a Napoli il 23 gennaio 1799 e istituirono la Repubblica Napoletana.
Sul finire dell'anno, il 19 settembre, i francesi abbandonarono Roma, subito rioccupata il 30 settembre dai napoletani che posero così fine alla Repubblica Romana. Le truppe francesi sarebbero rientrate in città soltanto il 2 febbraio 1805, annettendo Roma all'Impero napoleonico il 17 maggio 1809. I territori caduti in mano francese sarebbero stati resi allo Stato Pontificio il 24 gennaio 1814.
Governanti
Consoli temporanei (15 febbraio-20 marzo 1798)[1][2]
Consoli
Tribuni
Direttore della polizia
Suddivisione amministrativa
La Repubblica Romana fu suddivisa in otto dipartimenti. La ripartizione variò nel tempo e giunse alla sistemazione definitiva il 26 fiorile anno VI).[4]
Il MONITORE DI ROMA fu la gazzetta della Repubblica Romana 1798-1799. Simile per tipologia a quella del Monitore Napoletano (di cui è figlio) ha narrato per 20 mesi le vicende e le leggi della Repubblica. Il MONTORE DI ROMA è stato ripresso da Giovanni Di Cecca, ed è, attualmente, un supplemento storico del Monitore Napoletano
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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Ultimo aggiornamento Lunedì 24 Giugno 2013 17:52 |