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Taft William Howard Stampa
Venerdì 23 Novembre 2012 14:49

27° Presidente degli Stati Uniti d'America

 

 

 

 

 

William Howard Taft (Cincinnati, 15 settembre 1857 – Yale, 8 marzo 1930) è stato un politico statunitense. È stato il 27º presidente degli Stati Uniti d'America.

Biografia

William Howard Taft, 27simo Presidente degli Stati Uniti d’America ritratto da Joaquin Sorolla nel 1909.

Taft nacque a Cincinnati, in Ohio, il 15 settembre 1857 da una famiglia molto conosciuta. Il padre era stato Ministro della Giustizia sotto l'amministrazione Grant e aveva svolto incarichi diplomatici a Vienna e a San Pietroburgo. Nel 1900 Taft ottenne dal presidente McKinley l'incarico di governatore civile delle Filippine in previsione della guerra contro la Spagna. All'epoca egli faceva parte del Dipartimento Giuridico dell'Università di Cincinnati. Taft svolse il suo incarico in maniera efficiente in tutti i campi, rifondando l'assetto civile dell'ex-colonia spagnola, oramai sotto il controllo americano. Risolse anche la difficile questione delle proprietà ecclesiastiche, conducendo con notevole abilità diplomatica le trattative con i cattolici e la Santa Sede.

Sotto l'amministrazione Roosevelt venne nominato per un breve periodo Governatore Provvisorio di Cuba nel 1906, per risolvere i problemi sorti nell'isola dopo una rivolta, e quindi (1907) gli venne affidata la direzione dei lavori del Canale di Panama, interrotti qualche tempo prima, e anche qui dimostrò una certa perizia. Intanto, fin dal 1904 Roosevelt gli aveva affidato l'incarico di Ministro della Guerra: in quegli anni i rapporti fra i due furono eccellenti. Teddy Roosevelt ammirava molto il professore dell'Ohio ed aveva in lui fiducia totale, tanto che, al termine del suo mandato, si era formato la convinzione che egli sarebbe stato il suo miglior successore, finendo per rifiutare tutte le proposte per una terza candidatura. Questo spianò di fatto la strada a Taft, che vinse nettamente le elezioni presidenziali del 1908.

Taft diede inizio al suo mandato come presidente nel 1909 e secondo alcuni storici egli tradì il programma del suo grande predecessore, ma ciò non è del tutto vero. In realtà Taft fu un buon amministratore ma commise gravi errori in politica estera, specie in America Latina, ove sostenne indiscriminatamente tutti quei governi che potevano essere utili all'economia degli Stati Uniti con la cosiddetta Diplomazia del Dollaro. Ciò lo portò ad appoggiare amministrazioni poco democratiche o palesemente dittatoriali, alienandosi così le simpatie di molti americani. Inoltre, verso la fine del suo mandato gli esponenti più conservatori del Partito Repubblicano riuscirono a prendere il sopravvento sul debole carattere di Taft, e questo creò disagio all'interno del Partito. La sostituzione di James Garfield come responsabile per l'Amministrazione degli Affari Interni provocò la definitiva rottura fra Roosevelt e Taft. Alla scadenza del suo mandato Roosevelt decise di riproporre la candidatura, e questo voltafaccia politico provocò la definitiva caduta di Taft, che -alle presidenziali del 1912- si piazzò addirittura terzo, dietro Woodrow Wilson e lo stesso Roosevelt.

All'inizio del 1913, scaduto il mandato, William Howard Taft si trasferì a Yale, dove riprese la sua vecchia professione di docente di legge fino al 1921, quando fu nominato, dal presidente Harding, Presidente della Corte Suprema (Chief Justice of the United States), carica alla quale aveva aspirato sin dalla giovinezza. Si dimise da questo prestigioso incarico nel 1930 e morì l'8 marzo dello stesso anno per complicanze legate ad una cardiopatia che lo affliggeva da tempo.

 

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Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Napoli Num. 45 dell' 8 giugno 2011

ISSN 2239-7035 (del 14 luglio 2011)