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Zapruder Abraham Stampa
Venerdì 22 Novembre 2013 15:06

Abraham Zapruder (Kovel', 15 maggio 1905 – Dallas, 30 agosto 1970) è stato un sarto statunitense di origine ebraica, divenuto celebre per aver ripreso con una cinepresa 8 millimetri il corteo presidenziale di John Fitzgerald Kennedy a Elm Street nel momento dell'omicidio del presidente degli Stati Uniti.

L'autore del filmato

Nel 1963 Abraham Zapruder era un sarto cinquantottenne residente nella città di Dallas. Nato in Russia ed emigrato negli Stati Uniti nel 1920, aveva lavorato a New York come assistente di un sarto e, trasferitosi nel Texas nel 1941, aveva intrapreso una piccola carriera imprenditoriale. Nel 1949 fondò la Jennifer Juniors, una ditta di confezione di abiti creata con il socio Irwin Schwartz. La piccola azienda, nel 1963, impiegava Marilyn Sitzman come receptionist, Beatrice Hester in veste di impiegata amministrativa e Lillian Rogers come segretaria e aveva sede al 501 di Elm Street, al quinto e al sesto piano del Dal-Tex Building, il palazzo costruito accanto al tristemente celebre Deposito dei libri della Texas School.

22 novembre 1963: Zapruder filma il corteo Kennedy

JFK nella limousine a Dallas, pochi minuti prima di essere ucciso.

La cinepresa di Abraham Zapruder, oggi conservata negli US National Archives.

La mattina del 22 novembre 1963 Zapruder andò al lavoro e, pur sapendo della parata presidenziale che gli sarebbe passata sotto l’ufficio, decise di non portare con sé la cinepresa acquistata nel 1962, una Bell&Howell Zoomatic Director Series otto millimetri modello 414 PD. Fu proprio Marilyn Sitzman a convincerlo a tornare a casa per prenderla: così facendo avrebbe potuto filmare il presidente John Fitzgerald Kennedy e la consorte per mostrarli ai figli e ai nipoti. Sceso in Dealey Plaza con la signora Sitzman, Zapruder si mise alla ricerca del miglior luogo da cui filmare il passaggio del corteo: individuò, in cima al terrapieno sul lato destro di Elm Street, un muretto di cemento e decise di salire là sopra per documentare il passaggio di JFK con la sua cinepresa. In ventidue secondi (altri quattro che compongono i ventisei totali non riguardano il corteo presidenziale) impressi su una pellicola 8 millimetri Abraham Zapruder filmò la scena.

 

Il video dell'attentato a Kennedy


Dopo l'attentato

Accortosi della tragedia che aveva appena documentato Zapruder tornò sconsolato verso il suo ufficio, passando davanti all’entrata del Deposito dei libri da cui erano partiti gli spari. Nel breve tragitto incontrò il giornalista Harry McCormick, un giornalista del Dallas Morning News, e gli raccontò di aver ripreso l’attentato. McCormick si mise d’accordo per andarlo a trovare nel pomeriggio in ufficio ma si premurò di informare immediatamente della cosa Forrest Sorrels, un agente del servizio segreto di Dallas. Schwartz, il socio di Zapruder, telefonò in ufficio pochi minuti dopo l’attentato e parlò con la segretaria. Si fece passare Zapruder che, in lacrime, gli disse: «Irwin, ho filmato tutto. Ho visto la sua testa esplodere!». Schwartz si precipitò in ufficio e, poco dopo, arrivarono anche McCormick e Sorrels. Insieme a due poliziotti del dipartimento di Dallas si recarono alla redazione del Dallas Morning News, poiché McCormick era certo che l’ufficio disponesse dell’apparecchio per riprodurre il nastro. Invece non era così, quindi i quattro, accompagnati dagli agenti, si recarono nel palazzo accanto, quello della rete televisiva WFAA. Non appena arrivò Zapruder fu fatto sedere accanto al direttore delle news di WFAA Jay Watson e intervistato in diretta televisiva. Zapruder raccontò ciò che aveva visto attraverso la lente della cinepresa. Disse di aver sentito un colpo, e poco dopo un altro sparo o altri due. Alla fine dell’intervista McCormick disse che solamente la Kodak poteva sviluppare il filmino e fu costretto a tornare in città alla notizia dell’arresto di un sospetto, Lee Harvey Oswald. Poco dopo, nello stabilimento della Kodak a Dallas, Zapruder e Schwartz videro per la prima volta il film dell’assassinio, aiutati da un impiegato di nome Phil Chamberlain e alla presenza di una decina di persone della Kodak. Furono fatte tre copie del filmato, due delle quali furono consegnate dallo stesso Zapruder, la sera del 22 novembre, agli agenti del servizio segreto presso la Centrale di polizia di Dallas. Nel pomeriggio del 22 novembre, però, si erano già mossi gli organi di stampa: il più veloce fu Richard Stolley, un dirigente della casa editrice proprietaria del periodico Life, intenzionato ad acquisire i diritti del filmato. La mattina del 23 novembre 1963 Stolley si recò nell’ufficio del sarto e trattò la cessione dei diritti: dopo una breve discussione Stolley offrì 50.000 dollari, cifra accettata da Zapruder per poter riprodurre i fotogrammi del filmato. Il giorno successivo l’editore di Life, C.D. Jackson, pagò a Zapruder altri 150.000 dollari per acquistare i diritti di riproduzione televisiva e cinematografica. Fu ancora Stolley a trattare con Zapruder e da questa trattativa scaturì un fatto spesso interpretato come “copertura di un complotto”. In realtà non corrisponde al vero che il filmato sia stato nascosto agli occhi della pubblica opinione per non doversi arrendere all’evidenza di una cospirazione, anche perché le immagini non mostrano l’esistenza di due o più sparatori in Dealey Plaza: si trattò di un accordo economico privato tra il proprietario del filmato e un editore. Fu poi C.D. Jackson che ritenne, autonomamente e in maniera opinabile, il pubblico non pronto a vedere le immagini e decise di conservare per qualche anno la pellicola negli archivi della Time-Life Corporation, limitandosi a pubblicare quei fotogrammi che non mostravano l’esplosione del cranio del presidente. Abraham Zapruder donò immediatamente 45.000 dollari alla vedova del poliziotto J.D. Tippit, l’agente ucciso, secondo le inchieste seguite all'attentato, da Lee Harvey Oswald pochi minuti prima del suo arresto.

Lo studio del filmato

Tra il novembre del 1963 e il gennaio del 1964 l’FBI esaminò, per conto proprio prima e insieme alla Commissione Warren poi, una copia del filmato. Si stabilì che la cinepresa impressionava 18,3 fotogrammi al secondo e il documento fu usato per completare il quadro probatorio a carico di Lee Harvey Oswald.

La morte di Zapruder ed eventi successivi

Il 30 agosto 1970 Abraham Zapruder morì. Senza volerlo era diventato una superstar: non si prestò a diventare il simbolo di questa o quella bandiera, si espose solo per confermare la veridicità del suo documento filmato quando il procuratore distrettuale Jim Garrison lo volle utilizzare per perseguire Clay Shaw, uomo d’affari di New Orleans accusato da Garrison di aver tramato per attentare alla vita di JFK ma giudicato estraneo alla vicenda al termine di un celebre processo. Qualche ricercatore lo iscrisse d’ufficio al ‘partito dei complottisti’ mentre a Zapruder si possono solo attribuire due convinzioni: la prima è che affermò di aver sentito due o tre colpi; la seconda è che, nella sua testimonianza davanti alla Commissione Warren, ribadì di non essere in grado di stabilire la fonte degli spari (“C’era un riverbero troppo forte, l’eco faceva sentire i colpi come se arrivassero da tutte le direzioni” [7H572]). Cinque anni dopo la morte di Zapruder la testata Life restituì i diritti alla sua famiglia mentre l’originale del filmato finì, per essere conservato con maggior cura, negli Archivi Nazionali. Il 3 agosto 1999 il Dipartimento di Giustizia staccò un assegno di 16 milioni di dollari a beneficio degli eredi di Zapruder per l’acquisizione da parte del Governo del documento.


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Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Napoli Num. 45 dell' 8 giugno 2011

ISSN 2239-7035 (del 14 luglio 2011)