LIBERTÀ
EGUAGLIANZA
MONITORE NAPOLETANO
Fondato nel 1799 da
Carlo Lauberg ed Eleonora de Fonseca Pimentel
Anno CCXXV

Rifondato nel 2010
Direttore: Giovanni Di Cecca

Sull’orlo del baratro Stampa
Scritto da Giovanni Di Cecca   
Giovedì 10 Novembre 2011 01:46

Un titolo così grave per descrivere l’attuale situazione politica ed economica, speravo di non usarlo mai.

Personalmente quando devo parlare di politica ho sempre davanti a me due fari: una frase di Alcide de Gasperi «Un politico guarda alla prossima elezione, uno statista guarda alla prossima generazione» ed una di John Fitzgerald Kennedy «Non chiederti cosa il tuo paese fa per te, ma cosa tu fai per il tuo paese».

È sotto gli occhi di tutti l’attacco speculativo sui mercati finanziari al nostro paese, soprattutto sul famoso spread (distanza) tra i Buoni del Tesoro Poliennali tedesco e quello italiano. Il primo considerato sicuro, il secondo da paese a rischio.

Ieri la distanza ha raggiunto i 575 punti.

In definitiva, usando un po’ di semplificazione, lo Stato chiede ai Mercati liquidità per finanziare il Debito Pubblico, mediante l’emissione di Buoni del Tesoro Poliennali (BTP da 3, 5, 10, 20, 30 anni). Con questi titoli, dice, inoltre, che verrà dato al sottoscrittore una cedola con gli interessi sul prestito.

In soldoni, il si dice al sottoscrittore che guadagnerà dei soldi.

Per chi ha masticato un minimo di economia spicciola, il significato di un investimento che promette un alto rendimento è esattamente legato al rischio che l’investimento fallisca.

Segue, di conseguenza, che chi compra oggi un Buono del Tesoro italiano corre il rischio che fallisca lo Stato, il famoso default di cui si è parlato non troppo tempo fa per la Grecia.

Grecia ed Italia, due nazioni differenti, due economie, fortunatamente per noi differenti, ma accomunati quasi dallo stesso destino.

Ma chi decide il perché uno stato è affidabile o meno?

Questa estate ci siamo scandalizzati quando l’agenzia di rating Standard & Poors ha declassato gli Stati Uniti da AAA (il massimo) ad AA+, un gradino in meno di AAA.

Quindi alla base dell’aumento dello spread, fissato come asse uno stato affidabile (in questo caso la Germania per l’Europa) si valuta la distanza che intercorre in affidabilità tra stato e stato, e l’affidabilità è data dagli studi effettuati dalle agenzie di rating (quis custodit custodes?).

Fatto ciò si passa la palla al Mercato, che in base agli umori e all’interesse, decide le sorti dei titoli messi in circolazione.

La domanda successiva, a questo punto, è cosa ha fatto cadere l’affidabilità del sistema paese Italia, addirittura al di sotto di paesi oggettivamente più esposti?

Dall’estate ad oggi, in modo particolare, sia l’immagine degli uomini che rappresentano gli italiani (i politici) che le misure economiche adottate, in questa fase di vacche molto magre, sulla possibilità di saldare parte dei debiti che lo Stato ha contratto con gli altri paesi, hanno fatto suscitare dubbi che tali debiti possano essere saldati.

Ancor peggio, se possibile, è stata la Crisi di Governo che solo l’altro ieri si è abbattuta sull’Italia.

Ciò che da osservatore e narratore vedo, però, è l’applicazione della prima parte della frase di de Gasperi, cioè il politico pensa alla prossima elezione e non alla prossima generazione.

In Germania la scorsa legislatura si è fatto un fronte comune e si è organizzato una grande coalizione, con l’obiettivo di dare stabilità alla nazione ed hai mercati come conseguenza.

In Italia, invece, ci stiamo muovendo sul chi viene eletto e chi salta il turno.

Notizia di ieri è il candidato del Presidente Napolitano, Mario Monti, alla Presidenza del Consiglio di un Governo tecnico (termine da I Repubblica) che possa fare manovre e “tirare a campare” (altro termine della I Repubblica) fin quando le acque non si siano calmate.

Cioè si sta cercando un capro espiatorio che si assuma le responsabilità più gravi nella speranza che le cose, una volta aggiustate, possano fare da volano all’uno o all’altro schieramento che dovrebbe vincere le elezioni.

Qualche tempo fa avevo scritto per Napoli un autunno caldo, in relazione alle promesse non ancora mantenute del Sindaco di Napoli, ma non avrei mai immaginato, ammetto, che per mero calcolo politico (e lo dico trasversalmente) si lasci una nazione in balia di una tempesta che sta flagellando la nostra bella e rissosa Italia, non solo meteorologicamente, ma anche politicamente.

 

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Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Napoli Num. 45 dell' 8 giugno 2011
ISSN 2239-7035 (del 14 luglio 2011)
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