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MONITORE NAPOLETANO
Fondato nel 1799 da
Carlo Lauberg ed Eleonora de Fonseca Pimentel
Anno CCXXV

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Direttore: Giovanni Di Cecca

IMU, la stangata sulla casa Stampa
Scritto da Giovanni Di Cecca   
Domenica 04 Novembre 2012 17:25

Sul finire della campagna elettorale del 2006, quella che vinse l’Ulivo per solo lo 0,07% dei voti, il Cavaliere proclamò nell’ultimo faccia a faccia con Prodi che avrebbe tolto l’ICI (Imposta Comunale sugli Immobili) dalle prime case.

Un colpo che gli fece recuperare consensi fino ad una esigua minoranza di voti.

Perse le Elezioni, due anni dopo nel 2008, quando le vinse con la maggioranza più ampia della storia repubblicana, attuò il taglio, ed i Comuni persero un gettito fiscale garantito.

Sotto la pressione dei Comuni, il Governo Berlusconi con il d.lgs. nº 23 del 14 marzo 2011 (artt. 7, 8 e 9) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nº 67 del 23 marzo 2011 ne stabiliva l'introduzione a partire dal 2014 limitatamente agli immobili diversi dall'abitazione principale (art. 8 comma 2)

Quindi dal 2014 era previsto l’introduzione di una tassa sugli immobili non per uso abitativo.

Dopo la Crisi di Governo del 2011 e la caduta di Berlusconi, Monti nella Legge di Stabilità (detta anche Manovra Salva Italia) anticipa l'Imposta MUnicipale propria del 2014 al 2012 e la estende anche agli immobili per uso abitativo

Ciò che ha provocato è stata un aumento delle tasse sugli immobili, molto probabilmente, oltremodo fuori misura che si ripercuotono anche sugli affitti.

Preambolo fondamentale per inquadrare le problematiche in arrivo per la seconda rata della tassa più odiata dagli italiani.

 

 

Con la seconda rata in scadenza il 30 novembre 2012 (che va pagata il 17 dicembre 2012, anche se sembrava rinviata a fine febbraio 2013, scelta, detta dai più, di ordine politico), avendo 13 regioni su 20 scelto di applicare l’aliquota massima, in raffronto con la vecchia ICI, l’aumento è dell’ordine delle tre cifre in fase percentuale

«L’effetto finale — avverte il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani—sarà che salteranno i contratti calmierati, quelli che erano stati accettati dai proprietari proprio in virtù del trattamento fiscale agevolato che li contraddistingueva. In questo modo i Comuni si ritroveranno con una richiesta di affitti agevolati che si tradurrà in una maggiore spesa»

Va inoltre aggiunto che il maggiore esborso è dovuto anche alla variazione catastale dell’imposta da ICI a IMU è determinata oltre che dall’aumento dell’aliquota, dall’incremento del 60% della base imponibile, dovuto alla variazione del moltiplicatore da applicare alla rendita catastale.

Detto questo un Contratto libero (un contratto a canone libero con una durata fissa di quattro anni, rinnovabili per altri quattro) è quello che subisce i maggiori rincari.

Lo studio di Confedilizia individua rincari IMU rispetto all’Ici del 142% a Roma, Torino, Firenze, Genova, Venezia e Bari, tutte città in cui l’aliquota applicata per la seconda rata sarà quella del 10,6 per mille. Ma il record dell’aumento spetta a Milano, dove l’aliquota della seconda rata sarà del 9,6 per mille, così per una casa con rendita di 877,98 euro, da un pagamento Ici di 461 euro complessivi si passerà a un esborso totale per l’Imu di 1.416 euro (+207%).

Subito dopo c’è Aosta con un aggravio del 204%. Segue Bologna dove, partendo da una rendita catastale di 1.020 euro, se la prima rata è stata di 651 euro, la seconda sarà di 1.165, per un totale di 1.816 euro rispetto ai 610 per l’Ici (+198%). A Roma si passerà da 579 per l’Ici a 1.403 per l’Imu, a Napoli da 588 a 1.426.

Nessuna città, tra le più grandi segnalate nello studio, registra aliquote inferiori a quella base per la seconda rata. Ce ne sono però alcune che la lasceranno invariata al 7,6 per mille, come Aosta e L’Aquila dove con una rendita di 632,66 euro si passerà da 465 euro di Ici a 808 di Imu, con una maggiorazione del 74%

Sorte, per così dire, migliore ai Contratti Calmierati (di durata fissa di tre anni rinnovabili per altri due come predisposto dalle organizzazioni di proprietari e inquilini) considerando un immobile di classe A/2 di cinque vani in zona periferica.

Sempre secondo le stime di Confedilizia, nelle città di Roma, Napoli e Perugia, ad esempio, dove per la seconda rata si applicherà l’aliquota massima del 10,6 per mille, l’aggravio complessivo dell’IMU rispetto all’Ici sarà rispettivamente del 269%, del 143% e del 142%. A Roma, partendo da una rendita catastale di 787,60 euro, se la prima rata è stata di 503 euro, la seconda sarà di 900, per un totale di 1.403 euro. Una bella cifra se si tiene conto che per l’Ici un’abitazione pagava in totale 380 euro. A Napoli, stesso discorso: partendo da una rendita catastale di 800,51 euro e da una prima rata di 511 euro, ci si ritrova a settembre con 915 euro, per un totale di 1.426. A Napoli l’Ici complessiva per un’abitazione di questo tipo valeva 588 euro. Sui contratti concordati è in corso un tentativo di riportare l’aliquota per legge al 3,8 per mille, cioè alla metà di quella base.

La richiesta che viene da Confedilizia e cioè quella di ricondurre la quota di canone detraibile ai fini Irpef almeno al 15% rispetto all’attuale 5%. «Si tratta di riconoscere l’esistenza di spese a carico del proprietario, come si fa negli altri Paesi europei» spiega il Presidente Sforza Fogliani.

Si è stimato che dall'IMU si ricavano (salvo modifiche legislative future):

  • 3,8 miliardi dall'IMU sulla prima casa
  • 18 miliardi dall'IMU su seconde e terze case, negozi, laboratori artigianali ed industriali,

per un totale di 21,8 miliardi di euro di cui:

  • 9 miliardi allo stato
  • 12,8 miliardi ai comuni

La somma riservata ai comuni può aumentare nel caso in cui tali enti decidano di aumentare le aliquote IMU.

Ora resta da stabilire se con gli incassi dell’IMU i Comuni useranno bene questi soldi o meno.

Abbiamo inserito un collegamento a dossier.net che consente di calcolare l’imponibile IMU.



 

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Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Napoli Num. 45 dell' 8 giugno 2011
ISSN 2239-7035 (del 14 luglio 2011)
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