Campania – Inchiesta Choc della US Navy pubblicata su l’Espresso. «Le conclusioni sono state rese note da diversi mesi e sostanzialmente ignorate dalle autorità italiane» |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Venerdì 15 Novembre 2013 12:42 |
I File originali dell'Inchiesta
L’Espresso di oggi (15-11-2013) pubblica un rapporto choc sull’acqua di Napoli e della sua provincia più prossima, quella della Terra dei Fuochi, portando alla luce il cosiddetto segreto di Pulcinella.
30.000.000 di Dollari, 2 anni di ricerche (dal 2009 al 2011) per analizzare aria, acqua, terra ed individuare le zone dove il rischio per la vita dei militari e delle famiglie al seguito degli americani è minore.
Dal 2009 al 2011 è stata scandagliata un’area di oltre mille chilometri quadrati, analizzando aria, acqua, terreno di 543 case e dieci basi statunitensi alla ricerca di 214 sostanze nocive. Le conclusioni sono state rese note da diversi mesi e sostanzialmente ignorate dalle autorità italiane. L’analisi del dossier completo di questa ricerca però offre la sola diagnosi completa dei mali, con risultati sconvolgenti.
Casal di Principe, Villa Literno, Marcianise, Casoria e Arzano dove in pratica vietano di prendere casa: i rubinetti pescano da pozzi contaminati da composti cancerogeni e dal suolo escono gas micidiali mentre la concentrazione di discariche tossiche è troppo alta. Nei grandi complessi statunitensi di Capodichino e di Gricignano d’Aversa le minacce per la salute sono considerate “accettabili” solo “perché il personale vi resta in media per 2,2 anni e comunque per meno di sei anni”: una scadenza che non va superata. Dallo scorso giugno i contratti per tutti gli altri centri residenziali in Campania sono stati disdetti: persino quello della lussuosa villa di Posillipo che ospitava l'ammiraglio in capo, dove i rischi erano “accettabili” solo per un periodo di tre anni.
Fin qui un’analisi impietosa (evidentemente documentata) che, come detto fa uscire fuori il segreto di Pulcinella, ma la cosa che rende ancora più sconvolgente (perché Ufficialmente Pubblica) è che il Centro di Napoli (quindi Centro Antico e Centro Storico fino alla Riviera di Chiaia dove c’è il Consolato) l’acqua dei rubinetti è pericolosa al 57% e scema un po’ a Bagnoli che lo è per il 16%.
Mappa della US Navy
Il pentito Carmine Schiavone nella sua confessione alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta specifica come hanno sversato inquinanti nelle falde acquifere.
Niente di più semplice che, in più di 30 anni, questi liquami hanno contaminato le falde che portano acqua oltre che alla provincia anche a Napoli.
Come è possibile che pure la rete idrica pubblica sia inquinata? Gli americani scoprono che l’acqua dei pozzi clandestini riesce a entrare nelle condotte urbane, soprattutto in provincia. In oltre la metà dei pozzi, gli esperti trovano una sostanza usata come solvente industriale - il Pce o tetracloroetene - considerato a rischio cancro. La diossina invece è concentrata nel territorio tra Casal di Principe e Villa Literno, ma pur essendo alta non costituisce una minaccia.
Tra tanti dati inquietanti, spunta un incubo che finora non si era mai materializzato: l’uranio. Gli esami lo individuano in quantità alte ma sotto la soglia di pericolo nel 31 per cento delle case servite da acquedotti: ben 131 su 458. Quando si va ad analizzare i pozzi, il mistero aumenta: è rilevante nell’88 per cento dei casi, mentre nel 5 per cento il livello diventa “inaccettabile”. Ossia in un pozzo su venti si riscontra una quantità di uranio che mette a rischio la salute. Tutti i campioni che superano il livello di allarme però sono stati scoperti nell’area di Casal di Principe e Villa Literno. Proprio lì dove il pentito Carmine Schiavone ha descritto processioni di «camion dalla Germania che trasportavano fanghi nucleari gettati nelle discariche».
Solo sull’aria ci sono tra gli scienziati che hanno fatto le analisi verdetti contrastanti, in quanto la base metodologica applicata è differente.
Da quello che si evince dall’inchiesta il si potrebbe dire praticamente l’Apocalisse.
Se quello che viene riportato è da choc, non meno choccante è stata la bufera politica che ha cercato di vietarne la pubblicazione con la “scusa” di procurato allarme da parte della Regione.
All’ANSA: Il consigliere regionale della Campania del Pse, Corrado Gabriele, annuncia che intende presentare un esposto alla Procura della Repubblica di NAPOLI per chiedere ''di accertare se non sia il caso di verificare gli estremi della violazione dell'articolo 658 del Codice Penale e vietare l'uscita in edicola di domani delle copie'' de L'Espresso dopo l'annuncio di una copertina sulla quale c'è scritto: 'Bevi Napoli e poi muori, Acqua contaminata ovunque... Nessuna zona è sicura".
Secondo Gabriele, potrebbe configurarsi il reato di procurato allarme evidenziando "il danno all'economia campana e soprattutto il danno psicologico per milioni di cittadini napoletani e campani che oltre a subire le conseguenze dei rifiuti seppelliti in Campania devono vivere nel terrore di utilizzare l'acqua e i prodotti agricoli della nostra terra". A giudizio del consigliere regionale la copertina ''E' offensiva e andrebbe censurata''; di qui l'invito ai lettori ''della storica rivista a boicottare la vendita la vendita delle copie dell'Espresso in edicola questa settimana''. "E' assurdo - sottolinea Gabriele - che si faccia una campagna contro l'immagine della nostra città… nel mondo: propongo a tutti i lettori abituali de l'Espresso di destinare il prezzo di copertina agli aiuti umanitari che l'Ong Save The Children sta promuovendo per i bambini delle Filippine rimasti senza casa e senza famiglia inviando sms al 45509". Analoga iniziativa, annuncia Gabriele, ''sarà presentata a Roma dal capogruppo dei Socialisti alla Camera l'on. Marco Di Lello''. Gabriele annuncia che sarà alle 13 all'ufficio notifiche di reati, alla Torre B del Palazzo di Giustizia di Napoli, per presentare l'esposto.
All’ASCA
Punta su uno scoop che, ancora una volta, mette Napoli al centro del mirino, il numero dell'Espresso domani in edicola. Un mirino che, alimentato dai recenti fatti di cronaca riguardanti la Terra dei Fuochi, si muove sempre nel grande cerchio dei rifiuti. Ma la Regione non ci sta e per voce degli assessori all'Ambiente e all'Agricoltura mette in guardia da strumentalizzazioni. Perfino un consigliere regionale di opposizione, ed ex assessore bassoliniano, Corrado Gabriele, scende in campo contro l'inchiesta del periodico chiedendo addirittura di impedirne la pubblicazione. Tutto nasce con l'annuncio sul sito del settimanale della copertina di domani dallo stile catastrofico: ''Bevi Napoli e poi muori'' con un servizio che ''rende noti i risultati inediti e sconvolgenti di una corposa ricerca richiesta dal comando americano di Napoli, eseguita da primari laboratori di analisi sulla base di campioni di acqua, cibo, terreni, fumi raccolti lungo l'arco di due anni - dal 2009 al 2011 - su un'area di oltre mille chilometri quadrati e costata ben 30 milioni di dollari''. Rapporto, a quanto riferisce la redazione, trasmesso da mesi alle autorita' italiane ma mai reso pubblico e che, in sostanza, asserisce che l'acqua che si beve a Napoli non e' sicura, in nessuna zona. Il primo a replicare e' il consigliere regionale del Pd Corrado Gabriele che annuncia di voler presentare un esposto alla Procura della Repubblica paventando il rischio di reato di ''procurato allarme'' e sostenendo che la copertina ''e' offensiva e andrebbe censurata''. Una reazione, quella di Gabriele che provoca una controreazione della direzione del settimanale pubblicata sul sito online: ''Invitiamo il consigliere regionale Corrado Gabriele a leggere sull'Espresso in edicola domani l'accurata inchiesta sulla situazione ambientale in Campania prima di esprimere giudizi'' e l'aggiunta ''la nostra inchiesta fa paura''. Piu' istituzionale, invece, il commento che arriva da Palazzo Santa Lucia, dove Giovanni Romano, responsabile dell'Ambiente, e Daniela Nugnes, dell'Agricoltura, firmano insieme un comunicato stringato ma duro: ''Il settimanale 'L'Espresso' si avvia a condurre una campagna che rischia di diventare lesiva nei confronti di Napoli e della Campania in generale. Valuteremo tutte le azioni a tutela dei cittadini, dei produttori e delle Istituzioni. Tutte le inchieste sono utili, ma altra cosa e' l'uso che si presta a strumentalizzazioni contro una terra che e' ricca di prodotti di qualita', di risorse naturali e paesaggistiche''. ''Nessuno - concludono i due assessori - vuole nascondere i problemi ma devono essere chiari e certificati gli effetti reali, come le responsabilita' e azioni messe in campo''.
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