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Il Papa e le ipotesi sulle dimissioni Stampa
Scritto da Giovanni Di Cecca   
Martedì 12 Febbraio 2013 20:44

«Un fulmine a ciel sereno!» ha detto il Card. Arcivescovo di Milano Angelo Scola

In effetti, negli ultimi 600 anni nessun pontefice aveva rassegnato le dimissioni,  tanto che quelle di Papa Bendetto XVI, sono le prime dopo Papa Gregorio XII del 1415 (anche se per tutta la giornata di ieri si è parlato solo di Papa Celestino V che risale al 1294), e, soprattutto , sono inaspettate dopo che il suo predecessore, usando le parole del Cardinale Dziwisz (segretario particolare, ma soprattutto, se possiamo così dire, unico familiare di Papa Giovanni Paolo II), «Wojtyla restò, riteneva che dalla Croce non si scende».

Fatto sta che, a 24 ore dalla notizia più sensazionale della Storia moderna e contemporanea , si tirano le somme e si cerca di capirne le motivazioni.

La Notizia che ci ha sballottolati (in Italia e nel Mondo) ieri per tutta la giornata, è stata data in diretta, da un cronista italiano dell’Agenzia Nazionale Stampa Associata (ANSA), Giovanna Chirri (era l’11 febbraio 2013 alle 11.46)

Caso vuole che un’altra notizia storica, la caduta del Muro di Berlino, fu data da un altro italiano dell’ANSA: Riccardo Ehrman (era il 9 novembre 1989)

A differenza di Ehrmann che diede la notizia via telefono a Roma, la Chirri ha usato Twitter

A questo punto c’è da chiedersi il perché.

Padre Federico Lombardi, portavoce della Sala Stampa Vaticana (successore di Joaquín Navarro-Valls), nella conferenza stampa fatta di fretta e furia ieri dopo l’annuncio shock, ha semplicemente detto che le motivazioni di una dimissione sono l’età avanzata (il Papa ha quasi 90 anni) e soprattutto le forze fisiche lo stanno abbandonando.

In parole povere non ha più l’età per fare il Papa.

Nello speciale di ieri (fatto veramente di corsa) abbiamo riportato quanto è stato possibile d’impronta navigando a vista in un mare in tempesta.

A 24 ore dall’annuncio con un briciolo di calma abbiamo rimesso insieme i pezzi del puzzle, e, mediante anche l’ausilio dei colleghi della stampa, abbiamo cercato di trovare le motivazioni, sperando che domani, con l’inizio di Quaresima, in occasione delle Ceneri, il Papa uscente dica ai Fedeli e a noi “avvoltoi” della Stampa qualcosa di più.

La prima motivazione, sembra essere nella sua incapacità di aver riformato la Curia Romana, un apparato ritenuto troppo incrostato di potere e autoreferenziale per essere riformato.

La seconda motivazione risiede, molto probabilmente, nello scandalo del Vatileaks la fuga di notizie che c’è stata durante il suo pontificato. Inoltre il fatto stesso che all’interno del Vaticano ci fosse il cosiddetto “corvo”, ovvero Paolo Gabriele il maggiordomo del Pontefice (condannato e graziato dal Papa in persona), deve aver acuito maggiormente il suo senso di frustrazione

La terza motivazione, può essere un fattore di tipo medico.

Benedetto XVI è stato sottoposto circa tre mesi fa ad un cambio di pacemaker, intervento già da tempo programmato, e, ormai (fortunatamente), di routine, ma mantenuto segretissimo, tant’è che non ha mai saltato un Angelus dal Vaticano numero 1 (usando la “numerazione” di Papa Giovanni Paolo II che indicava nel Policlinico Gemelli il Vaticano numero 3).

Al problema cardiaco del Papa (tutto sommato normale per una persona di quasi 90 anni), si è vociferato anche di una malattia alle ossa (nello specifico di una grave forma di artrite). Questa insinuazione è stata fermamente smentita dal direttore della Sala Stampa Vaticana Padre Lombardi.

Se è pur vero che parliamo di una persona di quasi 90 anni, questa ipotesi (la declassiamo) giustificherebbe alcune uscite del Papa sulla pedana mobile come accadde a Giovanni Paolo II sul finire del suo Pontificato.

Una quarta motivazione sarebbe da addurre allo scandalo Pedofilia già scoppiato al tempo del “predecessore”, ma che in modo particolare è diventato più virulento dopo che si è scoperchiato il “vaso” Irlanda (con l’insabbiamento di parecchi casi) con alcune vittime di abusi che si erano addirittura appellate alla Corte penale internazionale. La tensione tra Dublino e il Vaticano arrivò al punto che l’Irlanda, paese di chiara tradizione cattolica, chiuse, nel 2011, la propria ambasciata presso la Santa Sede.

Una quinta motivazione sono le ombre di alcune irregolarità venute dalla finanza. È  il 2010. La Procura di Roma, su indicazione della Banca d’Italia, mette sotto sequestro 23 milioni di euro depositati presso un conto del Credito Artigiano. Il sequestro porta un profondo rinnovamento presso l’Istituto delle Opere Religiose (detto IOR) che culmina con la nomina di Ettore Gotti Tedeschi, personalità di spicco della finanza di stampo cattolico. L’avventura del banchiere si chiude nel 2012, quando viene rimosso dal Vaticano per “scarsa trasparenza nella gestione dell’Istituto”.

Una sesta motivazione viene da un altro scandalo Pedofilia d’oltre Oceano, da Los Angeles.

Lo scorso primo febbraio il nuovo arcivescovo Josè Gomez solleva da tutti gli incarichi il suo predecessore Roger Mahony per l'atteggiamento da lui tenuto (giudicato perlomeno morbido) nei confronti di 122 sacerdoti accusati di pedofilia e smascherati dalla pubblicazione di documenti che li incastrano. L'esautorazione, riporta il quotidiano Libero, avrebbe comportato la rivolta dei cardinali con tanto di confronto tra il cardinale Sodano e il pontefice nello studio di quest'ultimo.

Un attacco subito giorno per giorno in 8 anni di pontificato che hanno fiaccato nel fisico e nel morale quest’uomo di quasi 90 anni.

Ci sarebbe, volendo, anche una settima motivazione di tipo persecutorio.

In molte parti del sud-est asiatico e del sud del mondo, dove la maggioranza della popolazione è di fede diversa da quella cattolica (in modo particolare islamica o atea come in Cina) i Cristiano sono perseguitati come non accadeva dai tempi dei delle persecuzioni Romane della Chiesa arcaica.

Se a questo associamo anche che nel mondo occidentale (parole sibilline quelle dell’omelia di Natale riportata sul Monitore) il mondo nostro contemporaneo ha escluso Dio dalla sua vita e non ne sente la mancanza, va da se che in un esame di coscienza sul suo operato, possa aver pensato di chiudere la partita col Pontificato.

Se poi aggiungiamo anche l’altro sibillino gesto di aver poggiato il Pallio sulla tomba di Papa Celestino V a L’Aquila (nella visita post terremoto), probabilmente il cerchio si chiude.

Come detto indizi ed ipotesi che, alla stregua di quanto accaduto non può far altro che motivare la decisione di abdicare.

Ma  solo nei prossimi giorni, come detto dal Card. Sodano, potremo saperne di più dallo stesso Pontefice.

 

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Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Napoli Num. 45 dell' 8 giugno 2011
ISSN 2239-7035 (del 14 luglio 2011)
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