Napoli 4 marzo 2013 – una giornata da dimenticare |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Martedì 05 Marzo 2013 23:17 |
Alle 10.45 di ieri mattina una facciata di un palazzo che crolla (e che per miracolo non ha lasciato feriti) sulla Riviera di Chiaia e ieri sera uno dei simboli della rinascita della città e di Bagnoli come Città della Scienza, che in 13 ore è stata distrutta dal fuoco, ed anche qui, fortunatamente, non ci sono stati feriti.
A distanza di 24 ore dopo i sopralluoghi dei tecnici della Scientifica, possiamo tracciare un primo bilancio sugli accadimenti basandoci sui fatti.
Partendo da Via Arco Mirella 80, il palazzo crollato alla Riviera di Chiaia, la prima ipotesi di un cedimento strutturale dell’ala dell’edificio dovuta alla piscina posta sulla terrazza sembra essere scartata e prende piede una verità ancora più inquietante: quella di una falda acquifera che si è creata sotto l’edificio in conseguenza dei lavori della Metropolitana di Napoli linea 6.
Il geologo Riccardo Caniparoli, già sul numero di Aprile 2012 (un anno fa) di Chiaia News a pag. 15 (clicca per scaricare il numero), denunciava un possibile dissesto proprio alla stazione della Linea 6 a via Arco Mirella alla Riviera:
«… Durante lo scavo della galleria della Linea 6, sono state intercettate, lungo il percorso, 3 tipi di acque sotterranee, che prima erano in equilibrio tra loro: le acque dolci della falda superficiale che dalle colline di Posillipo e del Vomero si versavano in mare con una irezione di flusso perpendicolare alla linea di costa, poi le acque salate della falda di intrusione marina con una direzione di flusso opposta alla precedente e che si rinvenivano al di sotto delle acque dolci perché più pesanti, e infine le acque della falda artesiana profonda, minerale e termominerale, con direzione di flusso dal basso verso l’alto e contenute da uno strato di terreno impermeabile…»
I cittadini da diverso tempo denunciavano che molti edifici della zona iniziano a presentare delle crepe negli edifici, sbilanciamenti delle finestre.
Insomma un crollo annunciato.
«In sintesi - conclude Caniparoli - per il dissesto idrogeologico in atto il fenomeno è più complesso da affrontare, alla luce del rischio cui sono esposti il patrimonio edilizio e i residenti di una vasta zona limitrofa al tracciato in questione. È emblematico e molto strano che un documento di primaria importanza e propedeutico per l’elaborazione progettuale, come lo Studio di Impatto Ambientale, sia sparito dagli uffici della Regione il 10 marzo 2009: dopo tale inspiegabile sparizione la Commissione Via ha emesso, dopo un anno, il Decreto n. 343 del 18.03.2010 il quale approvava i lavori anche se questi erano iniziati già da anni: questo per dire che non si capisce come un’opera di tali dimensioni (che produce un notevole impatto ambientale in una zona altamente urbanizzata) non sia stata sottoposta preventivamente ad una seria e corretta procedura di Via come prescrive la normativa europea e nazionale».
La scientifica ed i tecnici sembrano dare ragione all’ipotesi del cedimento strutturale dal basso, dovuta alla presenza di una falda che ha scavato le fondamenta del palazzo che tra le varie ospita anche il Consolato Francese a Napoli.
Inoltre, se fosse verificato ciò che ha detto un anno fa il geologo Canipari, che la Commissione Via ha dato l’ok alla costruzione della Metropolitana dopo che il fascicolo sull’impatto ambientale era sparito, aprirebbe molti dubbi e molti lati oscuri su tutta la faccenda.
Dopo le prime edizioni di Futuro Remoto (cui ricordo di aver partecipato col mio Liceo negli anni ’90) che si tennero alla Mostra d’Oltremare, il sistema didattico è stato spostato in una parte dell’ex Italsider di Bagnoli (zona che da quando è stata smantellata l’acciaieria è un cumulo di piante e rifiuti vari, e la società Bagnoli Futura che dovrebbe riqualificarla è immobile in perenne perdita) .
Città della Scienza (i cui server sono ormai un ammasso di lamiera e silicio fusi, tant’è che da ieri risultano irragiungibili) con i suoi 350.000 visitatori l’anno era un piccolo fiore all’occhiello di una città che nel suo passato, ormai quasi ancestrale, si è sempre contraddistinta per la cultura che produceva ed una speranza di poter trasformare quell’area di Bagnoli in qualcosa di diverso di una fallimentare e decadente struttura archeologico-industriale.
Dai primi rilievi della Scientifica sembra che l’incendio sia doloso (SkyTG 24 dice che sono 6 i punti da cui è partito il fuoco), ma potrebbe essere difficile effettuare altri rilevamenti di acceleranti (ad esempio benzina) in quanto sono previsti dalla Protezione Civile piogge forti domani.
Da questa affermazione de Magistris non esclude che vi sia dietro questo scempio.
L’UE per bocca del commissario per le Politiche regionali Johannes Hahn dice che «La Commissione è pronta a valutare il cofinanziamento per la ricostruzione», mentre il MiUR (Ministero dell’Università e Ricerca) ha «già individuato un capitolo di spesa, a valere sul Fondo integrativo speciale per la ricerca (Fisr). Il ministro Barca e il governatore della Campania, Stefano Caldoro, raccolta l'importante disponibilità del commissario Hahn, stanno valutando alla luce delle stime del danno la riprogrammazione di risorse economiche». Intanto la Fondazione Idis, che era la responsabile del museo, lancia una raccolta fondi: chi intenda contribuire troverà le coordinate sul sito www.cittadellascienza.it (che come detto in precedenza risulta inaccessibile).
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