Napoli - Racket funerali, sfida alla camorra |
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Scritto da Jacopo Di Bonito |
Giovedì 12 Settembre 2013 16:39 |
Più chiarezza e meno camorra, è quanto chiedono le associazioni di categoria. «Ora che è stata ufficialmente approvata la riforma della normativa regionale nel settore delle attività funerarie, chiediamo ai Comuni della Campania di vigilare sulle imprese inquinate dalla camorra, che si arricchiscono con i soldi dei familiari dei defunti, cui estorcono denaro che va a rimpinguare le casse dei clan».
A metterlo nero su bianco ci hanno pensato l’Acitof-Feniof, la Laiif e la Federcofit dopo l’approvazione della riforma che arriva appena 16 mesi dopo che, in Commissione regionale Anticamorra presieduta da Gianfranco Valiante, è stato posto il problema di un intervento urgente per liberalizzare il settore delle imprese funebri. Dalla Regione arrivano quindi nuove disposizioni per i sindaci costretti a ripensare il regolamento comunale di polizia mortuaria in linea con la rinnovata normativa. Controlli mirati, inasprimento delle sanzioni amministrative. Sono questi due i messaggi più forti che la Regione vuole mandare alla criminalità organizzata, da anni padrona dell’intero settore. Inoltre è stato istituito l’Osservatorio regionale per la legalità e la trasparenza delle attività funerarie e cimiteriali al quale verrà chiesto un impegno reale sul territorio. «Sono lieto - dichiara Valiante - di aver avviato l’iter di questo importante provvedimento. Troppo spesso nella nostra Regione le famiglie dei defunti vengono colpite da una intrusione violenta da parte di imprese abusive e illegali che, in assenza di regole certe e di controlli, vengono esposte al ricatto estorsivo, a prezzi elevatissimi e servizi di scarsissima professionalità. Con questo intervento - ha concluso il presidente della Commissione regionale Anticamorra - da oggi sarà più facile avviare una legittima impresa funebre ma al tempo stesso sarà più difficile operare illegalmente o abusivamente e saranno controllate e pesantemente sanzionate le attività abusive e illegali del settore anche grazie alla istituzione dell’Osservatorio regionale creato da questa riforma». |