Camorra - Beni confiscati per uscire dalla crisi - Il giudice Cantone indica la strada sul riutilizzo |
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Scritto da Jacopo Di Bonito |
Mercoledì 09 Aprile 2014 10:44 |
A spiegarlo ci ha pensato Raffaele Cantone, preside dell’autorità nazionale anticorruzione, intervenendo a “Prima di tutto”, Radio 1.
«Il tema fondamentale è il riutilizzo per o Stato di questi beni: spesso si necessita di tempi lunghissimi, e nel riutilizzo spesso si usano tecniche un po’ tradizionali, secondo me la giusta politica per restituire questi beni alla collettività non deve essere solo quella tradizionale: che so, apriamo una ludoteca, un centro per anziani, iniziative meritorie, sia chiaro, ma anche provare a riutilizzare i beni confiscati in una logica di tipo produttivo - conclude Cantone - Una sorta di start-up dell’economia locale». L’idea è delle più nobili anche se la zavorra legislativa che determina il riutilizzo dei beni confiscati rischia di bloccare ogni nuova iniziativa. Del resto, anche solo stimane il reale valore dei beni sequestrati diventa, il più delle volte, un’impresa impossibile. «E’ difficile quantificare con precisione a quanto ammonti questo patrimonio, perché i beni vengono valutati al momento del sequestro e sono ovviamente soggetti a depauperamento - aggiunge - Pensiamo soprattutto alla confisca da parte dello Stato di beni legati ad una attività economica: ebbene, spesso finiscono nel fallimento, cosi come i beni immobili, che sono la parte preponderante dei sequestri, circa 20 miliardi euro di valore, si logorano per mancanza di manutenzione e anche perché – conlclude Cantone - vengono lasciati troppo tempo senza destinazione». |