Sembra che ci sia una svolta nel caso di Fortuna Loffredo, la bimba abusata ed uccisa al Parco Verde di Caivano il 24 giugno di quest'anno.

La dinamica dell'incidente che sembrava la più tragica e probabile sul momento dopo l'autopsia della piccola ha avuto risvolti inquietanti ed ha trasformato il Parco Verde in un parco infernale.

Lei intercettazioni che sono state fatte nel Parco Verde hanno indotto il gip Buccino Grimaldi firmare un ordine di arresto a carico di un napoletano di 38 anni (pur non convalidando il fermo per mancanza di pericolo di fuga), con un’accusa da brividi: violenza sessuale nei confronti di una ragazzina di dodici anni.

In questo quadro il Parco Verde si porre in una sorta di galassia pedofila, dove sia gli abusi che il presunto omicidio di Fortuna come anche al morte del piccolo Antonio Giglio (morto il 27 aprile del 2013) potrebbero avere la stessa matrice di stampo pedofilo.

Ciò che ha insospettito gli inquirenti è la seguente sequenza di fatti:

Il piccolo Antonio Giglio era amico di Fortuna Loffredo, mentre il primo soccorritore di Fortuna è il presunto violentatore della 12enne.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti gli atteggiamenti del 38enne destarono subito sospetto.

Poi la corsa in ospedale portato dalla stessa persona.

Un gesto istintivo, quello del primo soccorritore?

Un tentativo disperato in automatico o - come pure sospetta qualcuno da queste parti - il tentativo di costituirsi un alibi e allontanare le prime indagini?

Per il momento in procura le bocche sono cucite ed il 38enne non è, al momento, indagato per l'omicidio di Fortuna

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