Napoli - A Marano i Funerali di Salvatore Giordano - La Famiglia: «Salvatore era puro, vogliamo giustizia» - de Magistris: «Non sarò alle esequie» |
![]() |
Scritto da Giovanni Di Cecca |
Martedì 15 Luglio 2014 13:03 |
Salvatore era un ragazzo semplice e puro, noi siamo persone umili e discrete e non amiamo tutto questo clamore mediatico. Avremmo voluto chiuderci nel nostro dolore, ma Salvatore non deve essere dimenticato. La sua morte deve avere giustizia: quella giustizia che solo la solidarietà della città di Marano e della città di Napoli può aiutarci ad ottenere. Non dimenticate Salvatore Giordano, morto a 13 anni per colpa di...? Stiamo aspettando di sapere.
Oggi alle 16 si terrano le esequie a Marano di Salvatore, che il Monitore Napoletano ha proposto alla Medaglia d'Oro al Valor Civile per il gesto che ha salvato i suoi amichetti nel momento in cui ha realizzato che stava cadendo il cornicione. In questa giornata di lutto cittadino sia a Marano che a Napoli, ci sarà anche una assenza molto pesante e riguarda il Sindaco di Napoli de Magistris che manderà il Gonfalone della Città ed una corona. Il Sindaco che dal momento dal momento del crollo del cornicione della Galleria si dichiara non responsabile (come riportato il giorno dopo l'incidente "Secondo i primi accertamenti risulta essere di proprietà privata") ha dichiarato: «Non sono colpevole della morte di Salvatore» che si difende così da quelli che definisce «il veleno immesso nella nostra città». Poi continua «Voglio prendere le distanze da tutto il veleno immesso contro la nostra città in queste ore. Ho assistito a un killeraggio politico e a una miseria umana che come sindaco, napoletano, magistrato e padre non avevo mai visto». Aggiunge inoltre «Napoli non si sta sbriciolando, ma il problema della manutenzione c'è» aggiunge facendo appello al governo affinché si realizzi «un Piano Marshall per la sicurezza». Affermazioni che non possono lasciare che esterrefatti, basiti, in quanto il problema Galleria (e ci limitiamo a questo) è noto fin dal 2005 (ovvero da 9 anni) e, come pubblicato in precedenza, il Supertestimone Gennaro il disoccupato 51enne che vive in una casa del Comune sul tetto della Galleria aveva denunciato il crollo già a giugno. Ma come se non bastasse a Marzo 2014 una interrogazione comunale del Consigliere Vincenzo Moretto (pag 46 del PDF) metteva a conoscenza il Consiglio di crolli che miracolosamente non avevano colpito i passanti. Ancora peggio perché il Comune in data 19 febbraio 2010 aveva avuto un verbale di diffida in cui si intimava il Comune a ripristinare le parti interessate dal dissesto, guardacaso, proprio nella parte dell'ingresso di Via Toledo, dove è crollato il cornicione che ha ammazzato (sic!) Salvatore, ma poteva essere chiunque. Invocare il Piano Marshall per aggiustare la parte moumentale della Città che crolla, e poi sprecare 18.000.000 di €uro per rifare il Lungomare, come presa di posizione ideologica, oppure sperperare 500€ ogni volta che il meteo minaccia piogga per chiudere una parte del Sottopassaggio Claudio sotto lo Stadio San Paolo e non intervenire (basta fare il conto del costo per tutte le piogge che ci sono state negli ultimi mesi), o peggio, sperperare denaro pubblico che potrebbe salvare vite (non dimetichiamo la signora travolta dal lampione sul Lungomare nel 2007) in inutili feste e festicciole (una su tutte 2 America's Cup consecutive) non fa altro che aggravare la posizione di Sindaco e Giunta, colpevoli di non ascoltare le informative dei consiglieri e non prendere sul serio le diffide per fatti di pubblico interesse. Ed il grido di Giustizia invocato a gran voce dalla famiglia e dagli amici di Salvatore (come riportato nella nota della Famiglia), non può essere liquidato con assurde ed infatili scuse per «il veleno immesso nella nostra città». La Galleria Umberto I è diventata ormai l'emblema di Napoli che perde pezzi, ed il Sindaco deve prenderne atto, soprattutto davanti a dei fatti (non siamo una Corte, ma poniamo elementi di riflessione all'opinione pubblica) de Magistris non mancò ai funerali a Scampia di Ciro Esposito, l'altro ragazzo ucciso a Roma per una partita di calcio, anzi, ne fu protagonista e difese le ragioni di Napoli. Capì, allora, che il dolore e lo smarrimento erano collettivi e ci mise la faccia. A Marano il sentimento di pena non è diverso, anche se diversa è la dinamica e le responsabilità che comunque, a prescindere, devono ricadere su chi amministra e non tiene conto dei segnali di pericolo. Il Cornicione maledetto non è caduto a seguito di una scossa di terremoto, o per un evento forte ed imprevedibile, è caduto perché la negligenza al Comune regna da sempre sovrana. Il saluto a un ragazzo che ha perso il sacrosanto diritto al futuro non è una passerella, un red carpet per prendere applausi, bensì un dovere. Allora ci ripensi, per favore, signor sindaco. Sfidi i fischi, se fischi saranno, ma faccia la sua parte per intero. Rappresenti la Città che si è assuto il dovere ed il volere di amministrare, nel bene e nel male! |