Roma - Al Messaggero di Roma parla Rodolfo Pianigiani, il romano accoltellato a Napoli |
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Scritto da Il Messaggero |
Venerdì 18 Luglio 2014 14:41 |
«M’hanno detto: "Romani di merda". E allora non c’ho visto più e so partito de testa, pure se erano in tanti. Uno ha tirato fuori il coltello e m’ha dato una bella puncicata». Rodolfo Pianigiani, il romano di Casalotti, accoltellato l'altro pomeriggio a Napoli, non lontano dalla stazione, dice che dopo quella coltellata al fianco «per fortuna abbastanza superficiale» si è ritrovato la vita in un frullatore. «Eppure ero arrivato a Napoli armato di buoni propositi: garbo e dizione perfetta. "Buongiorno, scusi, vorrei ordinare una birra". Non volevo tradirmi col romanesco. E poi a un certo punto, una birra tira l'altra, mentre aspettavo il mio amico con cui ero arrivato in città gli ho sbroccato scherzando: "Te voi move o te do 'na capocciata". È allora che mi sono sentito dire, alle mie spalle, da un napoletano con la sua cricca come me fuori da un bar: "Allora sei romano?". "Sì, mbè?". "Romano di merda", rincara a bruciapelo. Gli sono partito subito di testa e lui ha preso il coltelli. Ora mi cercano i giornalisti, la Digos, i magistrati. Che dovevo fare? Quando m'hanno toccato Roma non c'ho visto più, per me è come una madre. Io ero a mani nude quello col coltello e con tre amici. Un casotto. Vede? Sono a torso nudo, ho preso tre autobus per andare in Questura. Me la sono tolta sceso dall'ultimo bus. Convocazione d'urgenza.»
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