Coppa Italia – Genny De Tommaso racconta come sono andati i fatti |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Lunedì 05 Maggio 2014 10:03 |
Chi forse dovrebbe fare un mea culpa è la stampa, in modo particolare chi durante una trasmissione in diretta nazionale (e mi riferisco senza sconti ai colleghi della RAI) in una situazione di caos totale, con un tifoso in ospedale tra la vita e la morte ed altri 9 feriti a vario titolo, si butta al vento quello che è diventato il caso della “Trattativa Stadio-Mafia” come qualcuno su Twitter l’ha ribattezzata.
È chiaro ed è stato anche facile (troppo facile) buttare l’attenzione su questo ragazzone capo ultrà ed immaginare che parla con Hamsik, che parla con la Digos, e diffondere informazioni depistanti e del tutto immaginarie su quello che è accaduto nei 45 minuti del tempo di caos del pre gara.
Ammetto che anche il nostro giornale ha dato la stessa informazione perché in base a quello che era accaduto nel 2004 ad opera di Gastone (Daniele De Santis) sembrava si stesse ripetendo il copione.
Insomma la novella di Garcia Marquez “Qualcosa di molto grave sta per accadere a questo villaggio” che si applica mediaticamente.
Senza considerare che quella cazzata detta in TV davanti milioni di tifosi ed appassionati di Calcio a livello mondiale ha confermato la pessima immagine nostra e del nostro calcio che il resto del mondo ha.
Ovviamente sappiamo bene che non è così, ma questo, a giudicare anche le prime pagine dei giornali di tutta Europa e del mondo, è ciò che è passato
Fermo restando che, a parte noi del Monitore Napoletano, che in mancanza di solide prove (solo alcune ipotesi che, date anche dalla acerrima ed inutile rivalità tra le tifoserie di Napoli e Roma) abbiamo azzardato che fosse un agguato della Tifoseria della Roma per vendicarsi di cosa non si sa, forse della figura di m…. della squadra che prende tre palloni al San Paolo o per aver quasi pareggiato la partita di andata all’Olimpico, dove perdemmo per 3 a 2?
Domande senza risposta.
Fatto sta che si poteva anche rinviare la partita di qualche giorno o settimana (tanto non ci sono pendenze europee in giro e davanti ci sono ancora 2 gare di campionato) e ripensare anche alla sicurezza delle tifoserie, di quelle che portano i bambini, delle famiglie, dei semplici appassionati.
The Show Must Go On, cantava Freddie Mercury praticamente prima di morire.
E così è stato!
Lo stato a più riprese nella giornata di sabato e domenica si è sbracciato a dire che non c’è stata la Trattativa Stadio-Mafia, ma quelle immagini ed il commento in sottofondo hanno fatto credere altro.
Ma come è andata realmente?
In una intervista a IL MATTINO, Gennaro De Tommaso, ormai diventato #ilcapoultrahadeciso, che sta spopolando su Twitter, racconta la sua verità:
Come è andata veramente sabato a Roma?
«Quelle che sono state scritte sono tutte sciocchezze. Hamsik è venuto da noi solo per rassicurarci sulle condizioni del nostro amico, per dirci che stava meglio, che poteva farcela. Lo stesso messaggio che ci hanno dato le forze dell’ordine. Noi abbiamo parlato con tutti con calma e rispetto, senza minacce o provocazioni. Non c’è stata alcuna trattativa tra la Digos e la curva partenopea sull’opportunità di giocare o meno la partita. Il resto sono invenzioni dei giornalisti».
Quindi nessuna trattativa?
«Ovviamente no. Quello che è successo sabato è inaudito, non era mai accaduto che qualcuno sparasse ai tifosi. Di tutto questo sembra non importare niente a nessuno. Ma a noi sì, a noi interessa. Ed è per questo che abbiamo deciso di rinunciare alla coreografia che avevamo organizzato e che ci era costata quindicimila euro. E la stessa cosa hanno fatto anche i supporter della Fiorentina. Come avremmo potuto srotolare gli striscioni, e cantare, e ballare quando uno di noi era in fin di vita? Ci siamo rifiutati di farlo. Ma non abbiamo minacciato nessuno e non abbiamo detto di non giocare. Né avremmo avuto il potere per farlo. Noi non possiamo decidere nulla».
E quella maglietta che inneggia all’assassino di Raciti, non è un gesto di sfida?
«No, anzi. L’unica cosa importante di questa storia ormai è diventata la maglietta che io e gli altri tifosi indossiamo. ”Speziale libero” c’è scritto. Ma attenti: la maglietta è in onore di una città dove abbiamo tanti amici e nei confronti di un ragazzo che sta chiedendo attraverso i suoi legali la revisione del processo. È una richiesta di giustizia, non un’offesa contro una persona deceduta o contro i suoi familiari». Ad avvalorare la versione di Genny De Tommaso c'è anche ciò che ha detto stamane il Ministro degli Interni Angelino Alfano a RTL 102.5: «All'Olimpico la tensione è scoppiata per fatti verificatisi a tre-quattro chilometri dallo stadio, a Tor di Quinto. È questo il motivo per cui Hamsik, il capitano del Napoli è andato a dire alla Curva non 'datemi il permesso di giocare', ma 'guardate che abbiamo saputo dalle autorita' di sicurezza che il tifoso napoletano non è stato ferito in un contesto collegato a faide tra tifoserie».
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