Ciro Esposito - Torna a respirare da solo: «Non ho fatto niente, perchè mi arrestano?» - de Magistris: «Serve una riflessione approfondita» |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Mercoledì 14 Maggio 2014 10:06 |
«Non ho fatto niente, ricordo di esser scappato via. Perché mi vogliono arrestare?», dice. Per quanto stia pian piano riprendendo conoscenza i ricordi sono ancora confusi. L'aggressione degli ultrà, la fuga, il colpo maledetto che lo ha centrato, il coma, gli interventi, e questa ignobile quanto inutile arresto per un qualcosa che non è ne scaturito da lui ne voluto, di cui è solo vittima.
«Zio, aiutami, mi vogliono portar via! Perché mi vogliono arrestare?» ha chiesto ad Eduardo, il fratello della madre che nella vita indossa la divisa. «È come se ricordasse gli ultimi attimi di quel sabato – ragiona a voce alta Antonella Leardi, la madre di Ciro – per questo chiede aiuto allo zio poliziotto. Ha continuato a ripetere che non ha fatto nulla di male e poi è scoppiato in lacrime». Un altro Zio di Ciro, racconta: «Mio nipote sostiene di essersi allontanato di corsa – racconta Zio Vincenzo – è stata una delle prime cose che ha detto: ‘Zio, sono scappato. Poi non ricordo più niente. Sono parole confuse, è ancora frastornato dai medicinali. Però inizia a ricordare quei frangenti». La versione del ragazzo sarà inserita nei fascicoli aperti dai pm della Procura di Roma. Ciro, con ogni probabilità, sosterrà di esser scappato dopo i tafferugli e di esser stato poi colpito dall’uomo che avrebbe premuto il grilletto contro i tifosi del Napoli. «I messaggi di solidarietà sono tanti – afferma Vincenzo, lo zio di Ciro – Abbiamo anche portato una coppa che gli organizzatori di un torneo triangolare di calcio hanno voluto dedicare a mio nipote ed una pergamena che scritta da alcuni tifosi che si sono radunati sabato scorso a Napoli». E intanto uno dei legali del giovane di Scampia, l’avvocato Angelo Pisani, chiede al premier Matteo Renzi, in visita oggi nel capoluogo campano «di portare la presenza e la testimonianza dello Stato proprio nel quartiere della periferia nord, dinanzi all'autolavaggio dove ha lavorato Ciro fino al giorno degli incidenti pre-partita all'Olimpico». Sempre sui fatti di sabato 3 maggio 2014, torna ad una riflessione il Sindaco di Napoli de Magistris: «Serve una riflessione approfondita. È curioso quello che accade nel nostro Paese, dove prima un nutrito numero di rappresentanti delle istituzioni e delle società si recano sotto la curva e dialogano con Genny 'a carogna, poi qualche giorno dopo le stesse gli danno il Daspo». «Alcuni personaggi delle istituzioni che in modo un pò affrettato, hanno detto che era andato tutto bene» continua il Sindaco, «Se a una persona è stato sparato al petto e una è rimasta gravemente ferita, credo - prosegue - che molte cose non siano andate nella gestione dell'ordine pubblico, come dimostrano tante testimonianze raccolte in queste ore». |