Caivano - La scarpetta di Fortuna, che fine ha fatto l'altra? |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Giovedì 23 Ottobre 2014 09:16 |
Che fine ha fatto l'altra scarpetta? Si era parlato anche dell'altro "strano" incidente di Antonio Giglio che avrebbe persoa anche lui la scarpetta. Gli inquirenti (il caso Gilgio rimane a se stante e non accorpato a Fortuna) hanno smentito categoricamente che il bimbo di tre anni non avesse uan scarpetta. «La tragedia di Caivano avrà molteplici ed inquietanti risvolti più dolorosi e aberranti di altri recenti casi nazionali. Dalle tracce di dna, impronte e passi falsi ricostruiti durante le indagini la giustizia incastrerà i colpevoli e farà luce sulla vergognosa tragedia», scrive in una nota l'avvocato Angelo Pisani.
«Questa è la scarpetta che la piccola Fortuna aveva al piede al momento della sua atroce morte. Quale mostro nasconde l'altra? La risposta a questa domanda ed il ritrovamento del sandalo destro di Chicca possono aiutare a svelare il mistero che avvolge l'omicidio della piccola fortuna e permettere di assicurare il killer e gli altri soggetti coinvolti alla giustizia e poi far chiudere il cerchio sulle violenze» conclude il legale. La scarpetta è stata presa dal violentatore?
Scarpetta destra di Fortuna Loffredo, ritrovata sul corpo Il violentatore è al stessa persona che ha ucciso la bambina di 6 anni? Fortuna si è buttata in un tentativo di fuga, e da che piano? Secondo le ultime indagini i periti hanno ipotizzato l'8°, il 7° ed il 3° piano. All'8° una signora che ha dichiarato alle telecamere della Sciarelli che il 24 giugno in quegli istanti si trovava lì esclude che la bimba sia passata di lì. Rimane il 3° ed il 7° Al 7° c'era l'amichetta del cuore di Fortuna, anche se le mamme avevano avuto uno screzio solo la sera prima per il fatto che le bambine di 6 e 3 anni avevano preso l'ascensore da sole. Ma a quanto dichiarato dalla mamma, Fortuna era salita al 7° piano, ma non era entrata perché per terra era appena lavato, e poi era scesa per togliersi le scarpe, che le facevano male. Rimane il 3° piano. Lì Fortuna ha incontrato il suo killer? Il padre di Fortuna si trova in galera per pirataggio di CD. Una vendetta trasversale? Che cosa nasconde il palazzo del Parco Verde, tipico esempio di scempio di denaro pubblico per edilizia popolare? Stando agli inquirenti, si tratterebbe di una sorta di girone infernale, dove buona parte degli uomini sono agli arresti domiciliari, giovani madri si prostituiscono per 5 e 10 euro con i vecchi pensionati del quartiere e la compiacenza dei conviventi-sfruttatori, nonne che invece di raccontare favole o aiutare nei compiti della scuola, imbustano nel cellophane termosaldato palline di cocaina, genitori che hanno abdicato da tempo al loro ruolo se non per risvegliarsi davanti alle telecamere che in questi giorni impazzano nel cortile. E poi ci sono loro, i bambini che non sono bambini, ma adulti abbruttiti in miniatura, con tutte le perversioni che possono derivare da un’allarmante promiscuità sessuale e una dilagante abitudine all’illegalità. Il palazzo degli orrori è incastonato tra le tredici piazze di spaccio di Parco Verde di Caivano, con adolescenti che tirano su anche 50 euro al giorno come sentinelle che sorvegliano il mercato della droga. A differenza di Scampia, qui i clan camorristici non si fanno guerra aperta e quindi attirano meno l’attenzione. Una Twin Peaks tutta napoletana, dove a maghetti, nani e giganti, si nascondono diavoli in carne e ossa che nell'illegalità trovano l'unica via d'uscita alle miserie della vita |