Napoli - Rischio Eruzione Campi Flegrei - Tutta Napoli è a rischio - Entro due mesi il piano di evaquazione - Cos'è un Supervulcano |
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Scritto da Giovanni Di Cecca | ||
Domenica 14 Settembre 2014 09:53 | ||
Poi ieri demmo notizia del rischio Eruzione dei Campi Flegrei, come riportato dall'articolo di 4 ricercatori dell'Isitituo Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e ubblicato sulla rivista internazionale Journal of Applied Vulcanology in formato completo e free. «Non sarà uno scherzo. Ecco perché ritarda l'approvazione del piano di sicurezza flegreo», spiega l'assessore regionale alla Protezione Civile, Edoardo Cosenza. «Sulla base degli ultimi dati forniti dalla comunità scientifica abbiamo dovuto rimodulare il programma di prevenzione che, d'altra parte, ricalcherà in pieno le orme del piano Vesuvio».
L'attuale Zona Rossa Flegrea dovrebbe comprendere i quartieri Bagnoli, Agnano, Fuorigrotta, Soccavo, Pianura, Chiaia, zona alta di Posillipo e ad alcune strade del Vomero.
E fin qui va bene. Ma che cos'è il Supervulcano dei Campi Flegrei Caldera dei Campi Flegrei - INGV - Osservatorio Vesuviano
Comunemente con il termine supervulcano ci si riferisce a 10-12 grandi caldere presenti sulla superficie terrestre, che arrivano ad avere un diametro di varie decine di km. Tali strutture sono individuate a livello del suolo e non sono associabili al collasso di precedenti edifici vulcanici come le normali caldere. Le grandi caldere si suppone che vengano generate da un punto caldo (in inglese Hot spot) che è situato in profondità sotto di esse. Tali strutture non sono considerate dei veri e propri vulcani, in quanto non è presente un edificio vulcanico visibile, quanto semmai una depressione di origine vulcanica. All'interno delle grandi caldere è possibile notare lo sviluppo di vari crateri più o meno formati e la presenza di un vulcanismo di tipo secondario (geyser, fumarole, sorgenti termali, ecc.). Non è mai stata osservata un'eruzione di questo tipo di caldere (che hanno periodi di quiescenza di centinaia di migliaia di anni tra un'eruzione e l'altra), anche se nelle aree circostanti si trovano chiare tracce geologiche di imponenti eruzioni passate. Gli esempi più noti di questo tipo di apparati sono il parco delle Yellowstone (USA), i Campi Flegrei (Italia), il lago Toba (Indonesia). Quindi se il Vesuvio è, insieme al Fujiyama in Giappone, uno dei vulcani più famosi e monitorati del mondo, fino a poco fa, il Supervulcano dei Campi Flegri che da secoli si fa sentire con la Solfatara ed il Bradisismo, è rimasto abbastanza sconosciuto ai più. La caldera flegrea ha un raggio di 15km e nella sua ancora controversa storia geologica si riconoscono almeno due catastrofiche eruzioni, la prima (eruzione dell’Ignimbrite campana) avvenuta circa 40mila anni fa con un’espulsione di materiale vulcanico compresa tra i 200 ed i 250km cubi, si chilometri cubi! La seconda (eruzione del Tufo Giallo Napoletano) avvenuta circa 15mila anni fa con un’espulsione di materiale vulcanico di circa 40 chilometri cubi. Tra le due enormi eruzioni e successivamente a quella del tufo giallo, tutta una serie di eventi eruttivi minori hanno creato la struttura attuale dell’area.
L’ultima eruzione storica risale all’anno 1538 quando in una settimana o poco più, dal fondo del mare in una piccola baia vicino
Pozzuoli spuntò un vulcano (Monte nuovo) che distrusse ogni cosa per un raggio di qualche chilometro. Ebbene non tutti sanno o forse ricordano eccetto gli abitanti dell’area, che nella crisi sismica degli anni ‘80 si temette il peggio, gli sciami sismici arrivarono a toccare le 500 scosse di terremoto al giorno, chiari sintomi di un’eruzione imminente! Senza contare poi gli eventi sismici di magnitudo superiore al 3.5 e persino al 4.0 (con punte massime di 4.8) che a causa della scarsa profondità degli epicentri risultarono altamente lesivi per gli edifici provocando numerosi crolli. L’eruzione per fortuna non ci fu, il sollevamento del suolo che nei due anni della crisi raggiunse quasi i 2 metri si arrestò nel 1985 e la cronaca eccetto casi rari di piccoli sciami, da allora non si è mai occupata in modo particolare del gigante addormentato. Solo di recente la comunità scientifica ha cominciato a preoccuparsi per i pericoli collegati ad una eventuale eruzione dei Campi Flegrei che non coinvolgerebbe solo Napoli o la Campania, ma tutta l’Italia e persino l’intero pianeta a causa di un mutamento climatico globale causato dalle abnormi emissioni di cenere vulcanica. E’ stato stimato che la probabilità che il vulcano flegreo erutti nei prossimi 100 anni è dell’1%, una probabilità che rapportata al grado di pericolosità diventa elevatissima. |