Attentati a Parigi - Islam lo specchio dell'Occidente |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Sabato 10 Gennaio 2015 10:53 |
In effetti, per quanto di possa dire sia in Francia che in Italia che il problema possa essere l'immigrazione, i fatti dimostrano che gli attentatori sono, usando una espressione molto in voga: Made in France.
Quindi non immigrazione da paesi ostili all'occidente (che approfondirò dopo) ma persone nate e cresciute nel paese che hanno attaccato.
Come mai?
Beh è abbastana semplice, forse più di quanto si possa immaginare.
Se andiamo a scorrere i curriculum vitae della stragrande maggioranza degli attentatori sono ragazzi o giovani uomini nati e cresciuti sì nell'occidente, ma ai margini di quello che è l'occidente, quelle periferie come le bandolier, dove sono nati e cresciuti i fratelli Kouachi.
Le periferie, partendo dagli Stati Uniti, passando per la Gran Bretagna, e via via in tutto l'occidente, sono da sempre stati coacevi di odi e rncori verso coloro che avevano una forma di identità, da chi, vivendo ai margini, non hanno né l'uno, né l'altro, ma solo una pelle ed una provenienza a monte, diversa.
Forse il caso più eclatante è stato raccontato da Christiane F. in Wir Kinder vom Bahnhof Zoo (tradotto in italiano con il titolo Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino), che raccontava quale inferno potevano essere gli agglomerati urbani di Berlino all'epoca del Muro.
Ma senza andare troppo lontano per rendersi conto del concetto di periferia basta prendere la Metro 1 e vedere le varie fermate tra Garibaldi, crocevia di culture e di storie e Piscinola, estrema punta della periferia nord-est di Napoli, piuttosto che di Ponticelli, Poggioreale e rapportarle con lo scrignio del Centro Antico, piuttosto che di Chiaia, Posillipo ecc.
Ed in queste periferie, che essendo abbandonate a loro stesse, cresce l'odio verso quello che è il resto.
Se prima il terrorismo reclutava in moschee, dove in un modo o nell'altro di pescava all'interno stesso degli osservanti (reclutamento stile Al Qaeda ai tempi di Bin Laden) ora il recruitment avviene in questi contesti, nel disagio, dove l'Islam non è più la religione che mira ad evolvere in meglio l'uomo (principio alla base di tutte le religioni), ma diventa lo specchio distorto dell'Occidente, che in mano ad abili predicatori (Masanielli al soldo del terrore) danno identità e scopo a persone (principalmente giovani disadattati) che come detto sono nulla in mezzo al deserto.
I fratelli Kouachi giovani vivevano al modo di vivere della periferia Americana delle grandi città: musica rap, cappellino girato, vestiti un po' più larghi, e via dicendo.
Identità nel deserto di idee, ai margini di una delle città più belle del mondo (Parigi val bene una messa, disse l'imperatore Carlo V)
Amedeo Ricucci, collega della Rai che fu rapito in Siria nel 2011 per 11 giorni, ha raccontato come la maggior parte di questi ragazzi cresciuti con consolle e giochi di guerra in questo deserto umano della periferia, con l'Islam avessero trovato, se non pace, almeno lo sfogo di quella rabbia interiore da emarginati. Islam come specchio dell'Occidente.
Se fino ad ora abbiamo visto un lato, (occidente verso terrorismo via Islam) il contrario (terrorismo all'attacco dell'occidente via Islam) ha anche il suo perché.
Come possiamo esportare pace e democrazia se per gli islamici sotto attacco l'occidente sono bombe, stragi, torture?
Il terrorismo islamico vince nel momento in cui quelle parole universali di Libertà ed Eguaglianza cadono.
Ma non tutte le colpe sono dell'Occidente, e come tutti gli specchi anche l'Islam ha le sue storture.
In primo luogo l'intolleranza feroce verso il dissacramento (paradossalmente presente nell'Ebraismo e Cristianesimo, che hanno radici comuni), la convinzione che religione, precetti e leggi siano un tutt'uno (Sharia &C.), e, quello più importante la reciprocità, ovvero riconoscere il diverso ed accoglierlo (tratto tipico del Corano dell'antichità)
Se Maometto aveva cercato di dare unità e leggi al popolo arabo che viveva in tribù sotto gli influssi delle varie religioni (principalmente quella Ebraica), adeguando usi e costumi alle condizioni climatiche del medio oriente, oggi dopo 1.000 e più anni una parte dell'Islam pretende (in malafede) che tutto sia rimasto invariato.
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