Grecia - Verso il Referendum 5 luglio - Per FMI servono 50 mld di Euro fino al 2018 |
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Scritto da Redazione |
Venerdì 03 Luglio 2015 10:23 |
Parlando all'emittente Ant1, Tsipras ha spiegato che con la vittoria del 'no' ci sarà una "soluzione sostenibile" per la Grecia. "Questo accordo può essere il cattivo accordo che ci propongono o uno migliore: più forte è il 'no', migliore sarà l'accordo", ha detto. In caso contrario, se vincesse il 'sì' il premier greco ha spiegato che avvierà "le procedure previste dalla Costituzione" per fare in modo che la proposta delle istituzioni (Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) diventi legge. In questo scenario, Tsipras ha detto che non metterà la sua "poltrona" al di sopra gli "interessi della nazione", suggerendo che potrebbe dimetters Nuovo sondaggio, testa a testa tra sì e no - Quando mancano due giorni al voto, un nuovo sondaggio conferma un elettorato greco diviso quasi perfettamente a metà tra il Sì e il No nel referendum di domenica prossima sugli accordi con i creditori internazionali. Secondo un rilevamento della società Alco per il quotidiano Ethnos, i Sì sarebbero al 44,8% mentre i No si attestano al 43,4%. Gli indecisi scendono all'11,8%. Industriali, Paese potrebbe divenire nuova Argentina - Gli industriali greci esortano i loro connazionali a votare "sì" al referendum di domenica e avvertono che il Paese rischia di ritrovarsi nella stessa drammatica situazione in cui si trovò l'Argentina una decina di anni fa. Il monito, come riferisce l'edizione online del quotidiano Kathimerini, è contenuto nel bollettino settimanale della Federazione ellenica delle imprese (Sev) diffuso ieri e nel quale si tracciano parallelismi tra le condizioni finanziarie dei due Paesi. A pochi giorni dal cruciale referendum in cui i greci sono chiamati ad esprimersi sulle proposte di riforma dei creditori in cambio del salvataggio del loro Paese, la Sev e tutte le associazioni industriali della Grecia hanno diffuso una dichiarazione congiunta in cui proclamano "Sì alla salvezza di migliaia di posti di lavoro e al ritorno alla normalità". "Uniamo le nostre voci per cercare di scongiurare il disastro che incombe e siamo preoccupati quando sentiamo affermazioni sulle cosiddette garanzie per la stabilità dell'economia e la sicurezza dei depositi bancari", è detto ancora nel comunicato congiunto. La Sev traccia quindi un parallelo tra la situazione della Grecia di oggi e quella dell'Argentina nel 2000, ricordando che il Paese sudamericano è entrato in recessione nel 1998 e nel dicembre 2001 ha fatto default sul debito estero, pari a 93 miliardi di dollari la metà dei quali erano stati prestati nel corso di tale triennio. Strasburgo, referendum fuori standard internazionaliPreavviso troppo breve, quesito poco chiaro e impossibilità di mettere in campo gli osservatori internazionali: sono i principali motivi per cui il Consiglio d'Europa ha sostanzialmente bocciato le modalità del referendum indetto dal premier Alexis Tsipras per domenica prossima in Grecia. Modalità che diverse fonti a Strasburgo, compreso il segretario generale Thornbjorn jagland, definiscono "non in linea con gli standard europei" fissati dalla Commissione di Venezia.
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