Nozze Gay Irlanda - Parolin: "sconfitta dell'umanità" - Il punto |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Mercoledì 27 Maggio 2015 08:49 |
"Credo che non si può parlare solo di una sconfitta dei principi cristiani ma di una sconfitta dell'umanità". Così il card. Pietro Parolin sul sì alle nozze gay in Irlanda.
Sulla vicenda dell'ambasciatore francese Laurent Stefanini, nominato dal governo Hollande ma che non ha ottenuto il gradimento dal Vaticano, tra Santa Sede e Francia "il dialogo è ancora aperto e speriamo che si possa concludere in maniera positiva". Lo ha detto il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, a margine di una cerimonia a Roma. Probabilmente il vento è cambiato ed è tempo che anche la chiesa più che condannare inizia virare la propria opinione su questo genere di avvenimenti ed iniziare a comprenderne il significato Non dimentichiamo che l'Irlanda (e la Gran Bretagna) solo fino a pochi anni fa condannavano con pene detentiva la "diversità" o peggio con terapie ormonali di dubbia efficacia, quello che potremmo definire una vera e propria tortura (come accadde a Alan Turing, che poi scelse il suicidio, cui la Regina diede una riabilitazione postuma) Una indubbia sterzata che non può non confluire in una estensione totale del diritto di vivere a pieno la vita e contrarre il matrimonio ed avere figli. Ed è proprio questo il tipo di problema che la Chiesa ed una parte più tradizionalista del pensiero mondiale, punta il dito la discendenza. Ma come sentenziato dalla Corte di Cassazione italiana su un problema di affido di un bambino ad una coppia gay si esprimeva in questo modo: «alla base della doglianza del ricorrente non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza», ma solo «il mero pregiudizio che sia dannoso per l'equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale» Del resto, quei bambini sfortunati che hanno perso un genitore, sorpattutto nel dopo guerra, non sono vissuti con mamme, zie e quant'altro? Tutti omosessuali? Non credo proprio. Abbiamo impiegato 70 anni per lasciarci alle spalle i drammi delle discriminazioni razziali e sessuali che il Nazismo aveva creato, forse è giunto il tempo di cambiare rotta |