Thailandia - 5 attacchi in cinque località - 2 morti - oltre 40 feriti tra cui 2 italiani |
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Scritto da Redazione |
Venerdì 12 Agosto 2016 09:43 |
Thailandia - Italiano racconta l'esplosione Almeno quattro persone sono morte e una quarantina sono rimaste ferite - tra cui due italiani - in Thailandia in una decina di esplosioni che tra ieri e stamattina hanno colpito cinque località costiere nel sud del Paese, tra cui le mete turistiche di Hua Hin e Phuket.
Gli attacchi, che non sono stati rivendicati, appaiono chiaramente coordinati. Mentre continuano le indagini, le autorità di Bangkok - notoriamente timorose degli effetti sul turismo - hanno escluso l'ipotesi terroristica e in particolare il terrorismo islamico, preferendo parlare di "sabotaggio locale". L'attacco più grave è avvenuto ieri sera a Hua Hin, 200 chilometri a sud di Bangkok. In una via adiacente a un popolare mercatino turistico, due ordigni sono esplosi a venti minuti di distanza, causando un morto e oltre 20 feriti tra cui due italiani. Uno di essi è stato dimesso dopo le prime cure, mentre il secondo - il 51enne Andrea Tazzioli, di Genova - è stato operato alla spalla per rimuovere una scheggia. "Ero a due metri dalla bomba, sono stato fortunato", ha raccontato all'ANSA. Ma è questa mattina che la strategia coordinata degli attacchi è diventata evidente. Di nuovo a Hua Hin, altri due ordigni vicino alla torre dell'orologio hanno causato un morto. Un'altra vittima thailandese si è registrata a Surat Thani, più a sud, dopo una cerimonia per il compleanno della regina thailandese Sirikit. E poi a Phuket, nella turistica zona di Patong, un ordigno minore è esploso causando un ferito, e altre bombe minori sono state identificate e disinnescate dalla polizia. Alla luce di questa serie di attacchi, va contata tra gli attentati anche l'esplosione di ieri pomeriggio in un mercato a Trang, nell'estremo sud, che ha causato un altro morto. Sia a Hua Hin sia a Phuket, le autorità hanno invitato i turisti a evitare le zone affollate. Ancora da chiarire la matrice degli attacchi. Un movimento separatista islamico è presente da oltre un decennio nell'estremo sud ed è responsabile di una guerriglia costata oltre 6 mila morti ma finora ha sempre colpito nelle quattro province dove è attivo e non ha mai mostrato nessun legame con il terrorismo islamico globale o con l'Isis. E' possibile anche un movente politico, dopo l'approvazione della nuova Costituzione nel controverso referendum di domenica scorsa. Lo stesso premier Prayuth Chan-ocha ha indirettamente puntato il dito contro l'opposizione. Il fatto che oggi sia l'84esimo compleanno della regina, e che i militari ora al potere siano i più strenui difensori della monarchia, rafforza l'ipotesi di attacchi simbolici per lanciare messaggi. Nell'attesa di fare chiarezza, la Thailandia è oggi in stato di allerta.
Per le autorità thailandesi, la serie di esplosioni che ha colpito il Paese da ieri sera «non è terrorismo, bensì sabotaggio locale». Lo ha dichiarato in un discorso in tv il vice capo della polizia Kritsana Phatthanacharoen, esortando i turisti a fare attenzione e a riportare qualsiasi episodio sospetto. In mancanza di rivendicazioni, il leader della giunta militare Prayuth Chan-ocha ha invece indirettamente puntato il dito contro il campo politico avverso, collegando le esplosioni al referendum di domenica scorsa col quale è stata approvata una controversa Costituzione voluta dalla giunta. «Chi non vuole che la Thailandia progredisca?», ha dichiarato Prayuth, con un evidente riferimento alla dissidenza legata all'ex premier Thaksin Shinawatra. Anche nel caso dell'attentato contro il santuario a Erawan un anno fa, che causò 20 morti, le autorità di Bangkok cercarono in tutti i modi di evitare la parola «terrorismo». Nel Paese, che quest'anno registrerà oltre 30 milioni di arrivi di stranieri, il settore turistico contribuisce al 10 per cento del Pil.
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