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Cinema - Si è spenta a 90 anni Silvana Pampanini Stampa
Scritto da Giovanni Di Cecca   
Mercoledì 06 Gennaio 2016 13:26

Muore a 90 anni Silvana Pampanini, una delle icone del cinema italiano degli anni '50. L'attrice si è spenta dopo un lungo ricovero presso il Policlinico Agostino Gemelli: due mesi fa era stata sottoposta a un complesso intervento chirurgico addominale. Dopo un'iniziale ripresa, tanto da far pensare a un ritorno a casa, sono insorte complicanze che ne hanno interrotto il recupero. I funerali si svolgeranno venerdì 8 gennaio ore 11 presso la Parrocchia Santa Croce in Via Guido Reni 2 Roma.




Di famiglia veneta trapiantata a Roma da tre generazioni, nipote della famosa cantante d'opera Rosetta Pampanini, Silvana era ancora una studentessa quando, a sua insaputa, la maestra di canto la iscrisse al concorso di Miss Italia rilanciato a Stresa nel settembre del 1946 dopo la pausa bellica: nonostante la vittoria ufficiale di Rossana Martini le vivaci proteste del pubblico determinarono l'assegnazione del premio "ex aequo" anche a Silvana.

 

Per molti anni si è creduto che Silvana Pampanini fosse la Malafemmena della omonima canzone di Totò, conosciuta sul set di 47 morto che parla e che rifiutò di sposare il Principe de Curtis.

Anni più tardi è stata la stessa figlia del Principe, Liliana de Curtis a svelare l'arcano, ovvero che fu scritta in realtà per sua madre, Diana Bandini Lucchesini Rogliani, moglie di Totò, come risulta anche dalla dedica acclusa al testo della canzone depositato dall'autore presso la SIAE: A Diana.

Biografia

Di famiglia veneta trapiantata a Roma da tre generazioni, nipote della famosa cantante d'opera Rosetta Pampanini, si diplomò all'istituto magistrale e al conservatorio musicale di Santa Cecilia. Era ancora una studentessa quando, a sua insaputa, la maestra di canto la iscrisse al concorso di Miss Italia rilanciato a Stresa nel settembre del 1946 dopo la pausa bellica: nonostante la vittoria ufficiale di Rossana Martini le vivaci proteste del pubblico determinarono l'assegnazione del premio "ex aequo" anche a Silvana.

Questo concorso di bellezza la lanciò nel mondo del cinema: la Pampanini iniziò la carriera come interprete di pellicole musicali e acquisì una popolarità crescente tramite i settimanali illustrati e i cinegiornali. Suo padre, inizialmente contrario alla carriera della figlia come attrice, lasciò il proprio lavoro e divenne il suo abile agente.

Nella prima metà degli anni cinquanta, poco prima che Sophia Loren e Gina Lollobrigida raggiungessero una grande notorietà, per una breve stagione la Pampanini fu il simbolo più rappresentativo della bellezza italiana a livello mondiale, assieme a Lucia Bosé e Silvana Mangano. Grazie alla sua solida preparazione musicale nel decennio 1947/1957 fu ingaggiata anche per registrare, su dischi in vinile a 78 e 45 giri, numerose canzoni che non sono mai state ripubblicate su supporti più moderni.

Sul grande schermo la Pampanini apparve, spesso doppiata nella voce ma non nel canto, accanto a tutti i migliori attori italiani del dopoguerra: Totò, Peppino De Filippo, Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Walter Chiari, Amedeo Nazzari, Renato Rascel, Raf Vallone, Nino Taranto, Massimo Girotti, Ugo Tognazzi, Carlo Dapporto, Paolo Stoppa, Rossano Brazzi, Massimo Serato, Folco Lulli, Aroldo Tieri, Carlo Campanini, Tino Scotti. Fra i partner stranieri: Jean Gabin, Henri Vidal, Jean-Pierre Aumont, Raymond Pellegrin, Pierre Brasseur, Pedro Armendáriz e perfino Buster Keaton.

Negli anni '50 molti film con la Pampanini furono distribuiti in tutto il mondo. I titoli più noti sono: I pompieri di Viggiù che nel 1949 la rivelò al grande pubblico; nel 1951 O.K. Nerone, suo primo successo internazionale nonché parodia di Quo vadis? e Bellezze in bicicletta in cui cantò una delle più celebri canzoni dell'epoca; nel 1952 il pluripremiato Processo alla città e La presidentessa tratto da una brillante pochade francese; nel 1953 un riuscito episodio di Un giorno in pretura per cui si lasciò invecchiare di 30 anni dal truccatore; nel 1955 la commedia La bella di Roma di Luigi Comencini e il campione di incassi Racconti romani da un soggetto di Alberto Moravia. Infine La strada lunga un anno di Giuseppe De Santis, candidato all'Oscar 1959 e vincitore del Globo d'Oro come miglior film straniero.

La Pampanini non concretizzò mai le proposte che le arrivarono da Hollywood ma lavorò in Francia dove fu soprannominata Ninì Pampan, in Spagna, Jugoslavia, Egitto, Argentina e soprattutto in Messico dove girò alcune pellicole mai uscite in Italia.

Nel frattempo la stampa popolare registrava i presunti flirt con il principe afgano Ahmad Shah Khan, Tyrone Power, William Holden, George DeWitt, Omar Sharif, Orson Welles, re Faruq I d'Egitto, il tenore Giuseppe Campora e altri. Da parte sua l'attrice racconta tuttora che il suo unico vero amore, un uomo con dieci anni più di lei, bello, ricchissimo, estraneo allo spettacolo e mai identificato, era morto nel 1952 per la ricaduta di una malattia contratta durante la guerra, un mese prima delle loro nozze.

Dopo brevi esperienze come regista e sceneggiatrice la Pampanini diradò al minimo gli impegni cinematografici, dedicandosi alla radio e alla TV. Spesso apparve come presentatrice di eventi e madrina di concorsi di bellezza, manifestazioni mondane o competizioni sportive. Per molti anni gestì anche la corrispondenza coi lettori in un periodico dello spettacolo.

Nel 1964 Dino Risi la diresse in Il gaucho nella parte autobiografica di una diva al tramonto che è alla patetica ricerca di un successo perduto e di un marito milionario. Nel 1966, dopo vent'anni di carriera, rinunciò al cinema per assistere i genitori anziani con cui visse fino alla loro morte. Tornò sul grande schermo in un ultimo ruolo di prostituta bionda per un episodio di Mazzabubù... Quante corna stanno quaggiù? (1971), dopodiché fece soltanto un'apparizione nei panni di se stessa nel Tassinaro (1983) di Alberto Sordi.

Molto devota a Padre Pio da Pietrelcina e a Sant'Antonio da Padova, la Pampanini non si è mai sposata e non ha avuto figli ma vanta "più proposte di matrimonio che mal di testa" oltre all'assiduo corteggiamento di Totò tra la fine del 1950 e l'inizio del 1951. Per decenni Silvana lasciò credere che la struggente canzone Malafemmena fosse dedicata a lei. In realtà fu ispirata dalla moglie separata del comico napoletano, come risulta dalla testimonianza della figlia e da un documento SIAE.

Benché sia residente nel principato di Monaco da molti anni, nell'aprile 2003 fu nominata Grande ufficiale dell'ordine al merito della Repubblica Italiana dal presidente Ciampi.

Il 4 maggio 2007 partecipò ai grandiosi festeggiamenti per i 70 anni di Cinecittà. Nel marzo 2008 polemizzò con il sindaco Walter Veltroni che non l'aveva invitata alla Festa del Cinema di Roma. In compenso, nell'aprile 2009 è stata la madrina della Mostra del Cinema dello Stretto che le ha tributato una calorosa accoglienza e un riconoscimento alla carriera.

Dopo 51 anni di assenza, nel settembre 2009 tornò alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia per la proiezione in Sala Volpi della versione restaurata di Noi cannibali di Antonio Leonviola, pellicola inserita nella sezione Questi fantasmi 2 dedicata ai film italiani da rivalutare. In un'intervista del novembre dello stesso anno il regista spagnolo Pedro Almodóvar ha dichiarato che lei è una delle attrici italiane con cui vorrebbe lavorare. Recentemente altri suoi film, che si credevano perduti, sono stati riscoperti e riproposti in formato dvd.

Il 25 ottobre 2015 l'attrice, colpita da dolori addominali, viene ricoverata in gravi condizioni e operata d'urgenza presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma.

Muore a Roma il 6 gennaio 2016, all'età di 90 anni.


Cinema

  • L'apocalisse, regia di Giuseppe Maria Scotese (1946)
  • Il segreto di don Giovanni, regia di Camillo Mastrocinque (1947)
  • Arrivederci, papà!, regia di Camillo Mastrocinque (1948)
  • Il barone Carlo Mazza, regia di Guido Brignone (1948)
  • Marechiaro, regia di Giorgio Ferroni (1949)
  • Biancaneve e i sette ladri, regia di Giacomo Gentilomo (1949)
  • Antonio di Padova, regia di Pietro Francisci (1949)
  • I pompieri di Viggiù, regia di Mario Mattoli (1949)
  • Lo sparviero del Nilo, regia di Giacomo Gentilomo (1949)
  • Il richiamo nella tempesta, regia di Oreste Palella (1950)
  • È arrivato il cavaliere, regia di Steno, Mario Monicelli (1950)
  • L'inafferrabile 12, regia di Mario Mattoli (1950)
  • La bisarca, regia di Giorgio Simonelli (1950)
  • 47 morto che parla, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1950)
  • Bellezze in bicicletta, regia di Carlo Campogalliani (1951)
  • Tizio, Caio, Sempronio, regia di Marcello Marchesi, Vittorio Metz e Alberto Pozzetti (1951)
  • O.K. Nerone, regia di Mario Soldati (1951)
  • Ha fatto 13, regia di Carlo Manzoni (1951) (scene tagliate)
  • Una bruna indiavolata, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1951)
  • Io sono il Capataz, regia di Giorgio Simonelli (1951)
  • La paura fa 90, regia di Giorgio Simonelli (1951)
  • Processo alla città, regia di Luigi Zampa (1952)
  • La peccatrice dell'isola, regia di Sergio Corbucci (1952)
  • Miracolo a Viggiù, regia di Luigi Giachino (1952)
  • Canzoni di mezzo secolo, regia di Domenico Paolella (1952)
  • Le avventure di Mandrin, regia di Mario Soldati (1952)
  • La donna che inventò l'amore, regia di Ferruccio Cerio (1952)
  • La tratta delle bianche, regia di Luigi Comencini (1952)
  • La presidentessa, regia di Pietro Germi (1952)
  • Viva il cinema!, regia di Enzo Trapani (1952)
  • Vortice, regia di Raffaello Matarazzo (1953)
  • Noi cannibali, regia di Antonio Leonviola (1953)
  • Un marito per Anna Zaccheo, regia di Giuseppe De Santis (1953)
  • Canzoni, canzoni, canzoni, regia di Domenico Paolella (1953)
  • Koenigsmark, regia di Solange Térac (1953)
  • Bufere, regia di Guido Brignone (1953)
  • L'incantevole nemica, regia di Claudio Gora (1953)
  • La schiava del peccato, regia di Raffaello Matarazzo (1954)
  • La principessa delle Canarie, regia di Paolo Moffa (1954)
  • Un giorno in pretura, regia di Steno (1954)
  • Allegro squadrone, regia di Paolo Moffa (1954)
  • Amori di mezzo secolo, regia di Mario Chiari (1954) (episodio "Dopoguerra 1920")
  • Il matrimonio, regia di Antonio Petrucci (1954)
  • Orient Express, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1954)
  • Canzoni di tutta Italia, regia di Domenico Paolella (1955)
  • La torre del piacere, regia di Abel Gance (1955)
  • La bella di Roma, regia di Luigi Comencini (1955)
  • Racconti romani, regia di Gianni Franciolini (1955)
  • Kyriakatikoi iroes (1956)
  • La legge della strada (La loi des rues), regia di Ralph Habib (1956)
  • Saranno uomini, regia di Silvio Siano (1957)
  • Melodie a Sant'Agata (1958) (cortometraggio documentaristico, anche regista)
  • La strada lunga un anno, regia di Giuseppe De Santis (1958)
  • Sed de amor (1959)
  • Il terrore dei mari, regia di Domenico Paolella (1961, anche sceneggiatrice)
  • Mariti a congresso, regia di Luigi Filippo D'Amico (1961)
  • La spada dell'Islam (Wa Islamah), regia di Enrico Bomba e Andrew Marton (1961)
  • Napoleoncito (1964)
  • Il gaucho, regia di Dino Risi (1964)
  • Mondo pazzo... gente matta!, regia di Renato Polselli (1966)
  • Tres mil kilometros de amor (1967)
  • Mazzabubù... Quante corna stanno quaggiù?, regia di Mariano Laurenti (1971)
  • Il candidato, regia di Maurizio Scaparro (1971) sceneggiato TV
  • Il Tassinaro, regia di Alberto Sordi (1983) se stessa
  • Tre stelle (1999) fiction TV


Varietà televisivi

  • Primo applauso (1956) conduttrice
  • Il Musichiere (1959-1960) ospite
  • Mare contro mare: giochi d'estate da costa a costa (1965) conduttrice
  • Casta diva (1985)
  • Gratis (1999)
  • Domenica in (2002)
 

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Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Napoli Num. 45 dell' 8 giugno 2011
ISSN 2239-7035 (del 14 luglio 2011)
Direttore Responsabile & Editore: GIOVANNI DI CECCA


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