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Napoli - SAN GENNARO HA FATTO IL MIRACOLO 10.14 |
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Scritto da Redazione |
Lunedì 19 Settembre 2016 08:27 |
Napoli - Il popolo di San Gennaro - Photogallery
Conferma ufficiale del Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, e dal Deputato della Cappella: SAN GENNARO HA FATTO IL MIRACOLO alle 10.38, 24 minuti dopo il nostro lancio di Agenzia
In un primo momento non è stato dato col solito fazzoletto bianco del deputato della Cappella, ma da quanto si vede dall'ampolla che mostra i segni della liquefazione. Il Cardinale Sepe stava per celebrare la Messa ed ha dato l'annuncio dopo.
All'annuncio del Cardinale, pochi minuti dopo le campane hanno suonato a distesa e fatti partire i fuochi d'artificio.
L'ampolla contenente il sangue è stata, come da tradizione, portata in processione dalla Cappella di San Gennaro all'altare; lungo il percorso, ai fedeli è apparso subito chiaro l'avvenuto prodigio ed è scattato un lungo applauso. Poi l'annuncio ufficiale, accompagnato dallo sventolio del fazzoletto bianco da parte di un membro della Deputazione di San Gennaro. Presenti nel Duomo le autorità civili e militari, tra loro il sindaco di Napoli (e in qualità di primo cittadino anche presidente della Deputazione) Luigi de Magistris e il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
Nella sua omelia il Cardinale di Napoli si è soffermato sui seguenti argomenti: La solidarietà. In prima linea il mondo della solidarietà coinvolto a pieno titolo in questo San Gennaro settembrino. È stato proprio il cardinale Crescenzio Sepe a decidere di coinvolgere i detenuti per lanciare un segnale di amore e speranza nel segno della devozione: il 21 settembre alle 10, nella casa circondariale di Poggioreale, si terrà un concerto dal titolo particolarmente significativo: «Un sorriso per ricominciare». Sul palco del carcere salirà Pietro Quirino, con il Quartetto Calace, che intonerà il meglio del repertorio napoletano per regalare un momento di svago e allegria dedicato al patrono. Il concerto, ad ottobre, sarà replicato anche nel carcere di Pozzuoli. Contro i mercanti di morte. «I mercanti di morte e i meschini professionisti della violenza non prevarranno sulla dignità, la pace e la civile convivenza del nostro popolo, e dovranno arrendersi dinanzi a quegli uomini di buona volontà che lavorano ogni giorno per mantenere viva la speranza di un futuro migliore» ha proseguito Sepe. La camorra, la criminalità organizzata, «è la piaga più purulenta da estirpare - ha aggiunto - perché capace di contaminare e offendere un corpo già debole e provato». Di fronte a «chi pugnala Napoli alle spalle», ha proseguito il cardinale, «c'è chi continua ad amarla senza riserve con onestà, con civismo, col tendere la mano a chi è nel bisogno, col guardare con rispetto, per non sciuparle, le bellezze che ci circondano».
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