Spagna - Blitz della Guardia Civil contro il Referendum - 14 arresti |
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Scritto da Redazione |
Mercoledì 20 Settembre 2017 16:35 |
Situazione incandescente a Barcellona dopo che questa mattina la Guardia Civil spagnola ha attuato un blitz nelle sedi del governo catalano arrestando 14 persone, 10 delle quali alti funzionari fra cui il braccio destro del vicepresidente Oriol Junqueras, Josep Maria Jovè. Secondo la Efe, che cita fonti dell'operazione, i detenuti al termine dell'operazione potrebbero essere 17.
Fra gli ultimi arrestati, il direttore del dipartimento di attenzione ai cittadini del governo Jordi Graell e il presidente del Centro delle telecomunicazioni Jordi Puignero. La mossa, che costituisce una svolta nella strategia di Madrid per impedire il referendum sull'indipendenza del 1 ottobre, ha provocato la protesta spontanea di migliaia di persone, che sono scese in piazza in difesa delle istituzioni catalane, bloccando alcune strade del centro di Barcellona.
Ci sono stati momenti di tensione e brevi tafferugli fra manifestanti indipendentisti e Guardia Civil spagnola davanti ad una sede del governo catalano mentre gli agenti scortavano uno dei dirigenti dell'amministrazione arrestati nel blitz di questa mattina. Non risulta ci siano stati feriti o persone arrestate. I manifestanti hanno cercato di bloccare il passaggio del convoglio.
Davanti alla sfida dell'indipendenza catalana, che "non rispetta la legge", "logicamente lo stato deve reagire" ha detto il premier spagnolo Mariano Rajoy dopo il blitz. Nessuno stato al mondo può accettare quanto stanno facendo: erano avvertiti, ha aggiunto, sapevano che il referendum non si può fare perché contrario alla sovranità nazionale e al diritto di tutti gli spagnoli di decidere cosa vogliono per il loro Paese". Il presidente Carles Puigdemont ha immediatamente convocato una riunione urgente del suo governo. "Stanno attaccando le istituzioni di questo paese, quindi i cittadini. Non lo permetteremo" ha reagito su twitter Junqueras. Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha detto che la risposta di Madrid alla sfida dell'indipendenza catalana "non può essere diversa da quella decisa". Nell'aula del Congresso dei deputati spagnolo a Rajoy si è duramente contrapposto il dirigente della sinistra repubblica catalana Gabriel Rufian: "tolga le sue sporche mani dalla Catalogna" gli ha intimato. Il blitz contro le istituzioni catalane ha provocato la dura reazione anche di Podemos: "E' una vergogna" ha detto il segretario Pablo Iglesias, "in Spagna tornano a esserci detenuti politici".
Il sindaco di Barcellona Ada Colau, eletta con Podemos, ha denunciato "uno scandalo democratico". Continuano inoltre le perquisizioni della polizia spagnola e i sequestri di materiale elettorale per il referendum del 1 ottobre. Secondo la tv pubblica Tve la polizia spagnola ha sequestrato ieri negli uffici di una società di posta privata 45mila convocazioni inviate per la costituzione dei seggi elettorali.
Il Barcellona si schiera "con la volontà della maggioranza del popolo catalano" e condanna "ogni atto che possa ostacolare la libertà di parola e di autodeterminazione": con una nota ufficiale, sulla questione è intervenuto anche il club più famoso al mondo.
Il ministro delle finanze spagnolo Cristobal Montoro intanto ha confermato il blocco delle finanze del governo di Barcellona deciso venerdì dal governo di Madrid. Il ministero degli interni spagnolo ha reso noto che la Guardia Civil ha sequestrato oggi 10 milioni di schede per il voto al referendum catalano del 1 ottobre durante una perquisizione in un magazzino a Bigues i Riells, vicino a Barcellona. Gli agenti hanno sequestrato nell'operazione anche altro materiale elettorale per il referendum di autodeterminazione.
Il ministero degli interni di Madrid ha annullato permessi e ferie degli agenti della polizia nazionale e della Guardia Civil assegnati alla crisi in Catalogna. La misura è prevista per il periodo dal 20 settembre al 5 ottobre, ma può essere prorogata. Il referendum di indipendenza catalano, dichiarato illegale da Madrid, è previsto per il 1 ottobre.
Il presidente catalano Carles Puigdemont ha denunciato "l'atteggiamento totalitario" del governo spagnolo dopo il blitz di questa mattina contro il governo di Barcellona. "Il governo spagnolo ha superato la linea rossa" ha accusato Puigdemont.
"Su ciò che sta avvenendo in Catalogna condivido totalmente il pensiero di Luca Zaia: è una pagina fra le peggiori per la democrazia". Così il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, sul suo profilo Facebook. |