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Hacker e violazione della privacy - Un caso come tanti Stampa
Scritto da Susy mazzacane   
Mercoledì 31 Marzo 2021 19:21

In un’epoca così tecnologica con persone sempre più esperte e con siti che spiegano come si può diventare hacker di cellulari -spiegando passo passo come procedere - cosa inaudita! Come possiamo sentirci al sicuro! Le nostre vite, così come i nostri dati, le telefonate, i messaggi, le foto, i nostri spostamenti quotidiani ecc. controllati e magari manipolati da malintenzionati.

 

 

Dove va a finire tutto ciò che viene riportato in una legge ben specifica n. 675 del 31/12/1996 (e successive modifiche) che dovrebbe farci sentire tutelati già solo leggendola. Una legge che garantisce che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali, nonché della dignità della persona fisica, con riferimento particolare alla riservatezza e all'identità personale garantendone altresì i diritti delle persone giuridiche e di ogni altro ente o associazioni one ecc.

Queste garanzie e queste sicurezze devono essere rispettate ma purtroppo non sempre è così .

Questi soggetti - hacker riescono quindi in maniera illecita ad arrecare danni al malcapitato e a terzi incappando anche in reati gravissimi e diversi, come appropriazione indebita, manipolazione e divulgazione dati senza averne alcun diritto e consenso, sostituzione di persona, danni d'immagine ecc. e tutto a nostra insaputa.

La violazione della privacy è un argomento molto trattato, con articoli su quotidiani, programmi televisivi e telegiornali, quindi molto sensibilizzato, ma nonostante questo il problema esiste e persiste, nonostante tutto.

Gli hacker sono soggetti che sanno bene cosa fare, come agire e come nascondersi, magari avvalendosi anche di apparecchiature acquistate illegalmente e agendo in concorso con amici, parenti, conoscenti e terze persone proprio per confondersi e non essere scoperti.

Ma perché dovrebbero hackerare proprio noi? Perché dovrebbero controllare, e non solo arrecare danni ad un comune mortale e/o ad una famiglia come tante?

Possono essere tanti i motivi, come la vendetta, screzi, per gelosia, per cattiveria, invidia ecc.

Nel momento in cui ci accorgiamo che vi è qualcosa di strano sul nostro cellulare la prima cosa che facciamo è verificare su internet per chiarirci le idee trovando articoli sull'argomento e a chi possiamo iniziare a pensare, se non a coloro che ci circondano e al di fuori della sfera familiare (soprattutto se in famiglia le cose vanno bene), analizzando anche situazioni particolari pregresse proprio vissute nel quotidiano con terzi e che per i motivi su riportati, possano essere arrivati a tanto!

Cosa è bene fare se arriva a capire che i nostri cellulari sono stati hackerati?

Vi è un iter da seguire che vi spiegherò ma che purtroppo non porta sempre a dei risultati ecco perché si sentono anche forti e tranquilli di non essere mai scoperti, quindi di vivere la loro vita in maniera tranquilla e con alibi di ferro e continuando a fare un gioco sporco a scapito del malcapitato o dei malcapitati. Solitamente la prima cosa che viene in mente è andare dai Carabinieri a sporgere denuncia, ma non sempre si viene ascoltati e quindi ci si sente lasciati al caso.

Per evitare lo sconforto, vi riporto cosa si dovrebbe fare, ma anche li, bisogna poi sperare che vadano veramente a fondo a verifica di ciò che segnaliamo e alla ricerca di chi ci ha veramente creato dei problemi.

Bisogna rivolgersi alla Polizia delle Telecomunicazioni, appena si avvertono problemi sul cellulare, email telefonate account social WhatsApp ecc. e chiedere cosa si può fare una volta che abbiamo enunciato i problemi.

Solitamente la Polizia delle Telecomunicazioni vi consiglierà di sporgere denuncia e di ricordare se si è avuto problemi di un certo rilievo con persone tra cui amici, ex amici, conoscenti, ex amanti ecc. perché potrebbero essere i principali indiziati, altrimenti la denuncia viene effettuata contro ignoti.

Avvalersi di un avvocato soprattutto se le denunce vanno depositate in Procura. Il supporto di un avvocato ci aiuta ad essere tutelati a livello legale, e non solo, perché agisce in nome e per conto nostro, e nel nostro interesse, inoltre fa in modo che le Forze dell'ordine così come la Procura aprono le dovute indagini affinché i responsabili vengano perseguiti a livello giuridico-penale.

Questo in linea di massima è la prassi. Bisogna inoltre dire che chi subisce tale situazione paga un prezzo altissimo a livello privato, sociale, ed emozionale. Purtroppo sono tanti i casi in cui persone violate nella loro privacy siano arrivate a pagarne il duro prezzo senza sentirsi tutelati e protetti.

Da fonti certe vi parlo del caso di una una donna (il cui nome non verrà citato per mantenere l'anonimato), che abita in una cittadina nei pressi di Torino, la quale non si è mai accorta che il suo cellulare era stato hackerato da anni anche se cambiava numero, scheda sim e modello e questo dal 2017.

La tenevano sotto controllo toccando illecitamente tutto ciò che era possibile toccare, manipolare, sabotare e condividere, avvalendosi in concorso con terzi. Quando ci si avvale di terzi la cosa prende una piega diversa perché di più ad ampio spettro e quindi più difficile da identificare e da risolvere e questo gli hacker lo sanno bene.

Per giunta la donna in questione è stata vittima di calunnie, provocazioni e diffamazioni oltre che hackerata e violata nei suoi dati personali e si è trovata purtroppo in situazioni non facili tanto da incominciare ad insospettirsi.

Quando si è accorta di avere problemi con il cellulare, con le telefonate, con i messaggi con le E-Mail gli account social WhatsApp ecc. ha tentato più volte di spiegare ai Carabinieri con sede nel suo paesino ma senza aver risolto molto, finché andando su internet ha capito che i problemi riscontrati erano dati, da uno o più hacker, avvalendosi di concorso con terzi - e sotto consiglio della polizia delle telecomunicazioni - ha denunciato la cosa ai Carabinieri che finalmente le hanno fatto sporgere le dovute denunce.

Le hanno fatto domande specifiche sulla sfera privata sociale e familiare questo per capire chi Le ha potuto creare tali danni agendo a sua insaputa. Appurando che nella sfera familiare tutto era ed e normale si è arrivati alla conclusione che chi ha agito illegalmente fossero persone tra cui conoscenti, amici, ex amici e/o ex amanti, che per cattiveria, gelosia, odio, razzismo ecc. siano arrivare a tanto!

Non solo a diventare hacker di un cellulare ma anche ad arrivare ad agire verbalmente ma con molto tatto e far girare voci, sporche e imbrattate di menzogna, sfociate in calunnie diffamati e mettendola in situazioni imbarazzanti e pesanti da superare.

I malcapitati così come raccontano terze persone fanno parte di un comprensorio che è ritenuto quasi del tutto responsabile delle sventure e delle brutte situazioni che la Sig.ra si è ritrovata a dover vivere e superare nella sua vita fatta di normalità!

Una normalità dato da equilibrio familiare, sociale (attiva con il volontariato), una normalità lavorativa ed emozionale, che purtroppo questi soggetti consci del fatto che non arriveranno mai a loro, continuano a minare e hackerare.

Le denunce sono arrivate in Procura anche con un esposto ma che purtroppo sono finite in archivio! Lei ad oggi ha la certezza di chi sono i suoi hacker di chi sta agendo ancora illegalmente e nonostante tutto l'iter seguito non è riuscita ancora a trovare pace vedendo questi soggetti usare la prepotenza e non solo vederli con quella consapevolezza e tranquillità stampata in faccia, di ciò che sono, che fanno e continuano a fare solo perché sanno che non si arriverà mai a loro.

Questo perché purtroppo non si è fatto abbastanza per arrivare a loro e a bloccarli una volta per tutte applicando le giuste misure e applicando i mezzi giusti per giungere a loro!

Speriamo che la Sig.ra malcapitata così come tanti malcapitati riusciranno finalmente a trovare pace ed avere giustizia come è giusto che sia.

 

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Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Napoli Num. 45 dell' 8 giugno 2011
ISSN 2239-7035 (del 14 luglio 2011)
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