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Europa - 20 anni di €uro e 30 anni dai Trattato di Maastricht Stampa
Scritto da Giovanni Di Cecca   
Sabato 01 Gennaio 2022 15:41


Dei tanti anniversariche quest'anno  ci apprestiamo a commemorare, sicuramente il primo è quello dell'€uro che ormai da 20 anni è nelle nostre tasche ed è diventata la seconda valuta di riferimento dopo il  dollaro americano.

Una valuta  che ha fatto storcere il naso a molti, sopratuttto sovranisti della prima ora, che vedevano non solo la perdita della sovranità monetaria, ma anche di politica, soprattutto nella svalutazione funzionale a rendere il nostro paese più competitivo sul mercato estero.


Alla Presidenza della Commissione Europea c'era Romano Prodi e Governatore della BCE, Banca Centrale Europea, era Wim Duisenberg, di cui le prime banconote portano la sua firma.

L'operazione nata molto tempo prima (1992, ovvero 30 anni fa) con il Trattato di Maastricht, uno dei tre capisaldi della UE, relativo alla libera circolazione monetaria all'interno della allora CEE, Comunità Economica Europea, a sua volta nata con i Trattati di Roma e che prese inizio nel 1958.

L'idea di una moneta unica europea, è vecchia quanto la stessa attuale Unione Europea (CECA nel 1951 e CEE dal 1958) e si concretizzò in quello che possiamo considerare un primo test con l'adozione della moneta virtuale ECU (European Currency Unit) nel 1978, che non fu mai moneta vera e propria, ma aveva la funzione di essere un valore di riferimento monetario, vincolando i paesi membri per non farla fluttuare troppo rispetto alle altre monete europee.

Nel 1992, come detto, ci fu il Trattato di Maastricht che aveva come principali caratteristiche:

  • Rapporto tra deficit pubblico e PIL non superiore al 3%.
  • Rapporto tra debito pubblico e PIL non superiore al 60% (Belgio e Italia furono esentati).
  • Tasso d'inflazione non superiore dell'1,5% rispetto a quello dei tre Paesi più virtuosi.
  • Tasso d'interesse a lungo termine non superiore al 2% del tasso medio degli stessi tre Paesi.
  • Permanenza negli ultimi 2 anni nello SME senza fluttuazioni della moneta nazionale.


Da questa base si arrivò allo sviluppo della Banca Centrale Europea nel 1999, e di cui, in quell'anno, furono fissati i parametri di riferimento tra le monete nazionali  ed il nascente €uro (che sostituì l'ECU):

  • 1 = ATS 13,7603 (scellini austriaci)
  • 1 = BEF 40,3399 (franchi belgi)
  • 1 = DEM 1,95583 (marchi tedeschi)
  • 1 = IEP 0,787564 (sterline irlandesi)
  • 1 = GRD 340,750 (dracme greche, dal 2001)
  • 1 = ESP 166,386 (pesetas spagnole)
  • 1 = FRF 6,55957 (franchi francesi)
  • 1 = ITL 1.936,27 (lire italiane)
  • 1 = LUF 40,3399 (franchi lussemburghesi)
  • 1 = NLG 2,20371 (fiorini olandesi)
  • 1 = PTE 200,482 (escudos portoghesi)
  • 1 = FIM 5,94573 (marchi finlandesi)


Il 1° gennaio 2002 e fino al 28 febbraio dello stesso anno, in Italia ci fu la doppia circolazione che portò ad una serie di rincari pari al raddoppio de facto (1€ valeva praticamente 2.000 lire italiane).

In pratica un cioccolatino che costava fino a quel momento 500 lire divenne 50 Cent (ovvero quasi 1.000 lire) e non la conversione reale di circa 26 Cent.

Se sul piano base non si riuscì a contenere i rialzi dei prezzi al dettaglio, l'€uro che in quel momento era il tasso di riferimento, servì a contenere il rincaro petrolifero scatenato dagli attacchi dell'11 settembre 2001 al World Trade Center di New York ed alle conseguenti guerre (Afghanistan e Golfo).

L'unica vera grave fibrillazione la si ebbe con la crisi dei titoli sub prime che nacque nel 2009 e si propagò in Europa con le crisi del Debito Sovrano, in cui l'Italia, anche rispetto ad altri paesi era meno esposta.

Fu l'allora Presidente della BCE Mario Draghi (attuale Premier Italiano) che in una drammatica riunione della BCE usò la storia frase whatever it takes to preserve the €uro, cioè nel contesto, Salvare l'€uro ad ogni costo, era il 26 luglio 2012 (10 anni fa)

Il discorso di Draghi fu un segnale molto importante nei confronti dei mercati, facendo capire agli operatori finanziari che fino ad allora avevano speculato su un possibile crollo dell'€uro che da quel momento in poi avrebbero dovuto scommettere contro la BCE e le sue enormi risorse; già in pochi giorni i mercati invertirono la tendenza negativa e i mesi successivi videro effettivamente la crisi calmarsi e i tassi d'interesse scendere.

A differenza degli Stati Uniti d'America, in cui le banche centrali già da tempo acquistavano titoli di Stato per immettere liquidità nell'economia, questo non accadeva nell'Unione Europea, all'interno della quale tale argomento era oggetto di discussioni molto aspre tra gli Stati membri, con in particolare la Germania fortemente contraria perché preoccupata da un aumento dell'inflazione e dall'utilizzo di risorse della BCE per comprare titoli a rischio.

Il discorso di Draghi è considerato come l'azione che pose fine a questo dibattito.

Draghi tenne effettivamente fede alla promessa: nel settembre 2012 presentò le Outright Monetary Transactions, ovvero un piano di acquisto diretto da parte della BCE dei titoli di Stato a breve termine (con scadenza da 1 a 3 anni) emessi da paesi in difficoltà della zona euro. Nel gennaio 2015, inoltre, Draghi introdusse anche un programma di allentamento quantitativo (quantitative easing) di ben 1 100 miliardi di euro, che ha sostenuto ulteriormente il mercato dei titoli di Stato Europei e posto di fatto fine alla crisi del debito europeo.

Da allora, la Banca Centrale Europea ha incarnato il ruolo dell'istituzione garante del sistema della moneta unica, con risolutezza e velocità di intervento.


A distanza di 20 anni l'€uro rimane un caposaldo, e, di fatto, anche quei valori di conversione fissate ormai 23 anni fa (oramai una generazione fa) sono stati annullati dagli eventi della storia.

Nel corso di 20 anni tutte le banconote sono state aggiornate dal punto di vista della sicurezza anticontraffazione ed hanno inserito dei particolari dettagli che lo rendono estremamente difficoltoso.

Le nuove banconote vanno dai 5€ ai 200€, ed è stato escluso l'aggiornamento della 500€ (quella lilla) in quanto dal 2019 la BCE ha vietato la stampa perché poteva essere usata per operazioni illecite, ma che ha ancora corso legale, anche se Il 4 maggio 2016 la Banca centrale europea ha deciso di sospendere la produzione della banconota da 500 euro la cui emissione è stata interrotta il 27 gennaio 2019.

In Italia chiunque versi in banca o in posta banconote da 500 euro viene segnalato in base alla normativa antiriciclaggio e alle banche è richiesto di non distribuirle più, ma manterranno il loro valore a tempo illimitato

 

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Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Napoli Num. 45 dell' 8 giugno 2011
ISSN 2239-7035 (del 14 luglio 2011)
Direttore Responsabile & Editore: GIOVANNI DI CECCA


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