Napoli - Lo Scudetto come consapevolezza di sè stessi

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Napoli - Lo Scudetto come consapevolezza di sè stessi

Scritto da Giovanni Di Cecca

Venerdì 05 Maggio 2023 15:40

Napoli, tardo pomeriggio del 5 maggio.

Dopo una nottata passata tra canti, balli, cori, in giro per la Città dal Maradona passando per via Giulio Cesare, Piazza Sannazzaro, Lungomare a bordo della mitica Vespa (ebbene si, qualche vantaggio noi giornalisti lo abbiamo :), che mi ha portato a Piazza Trieste e Trento per festeggiare il Nostro Napoli ed i trofei che abbiamo vinto negli ultimi 11 anni, stamattina dopo aver dormito poco e con un buon cornetto e caffé, con l'adrenalina della sera precedente (che era a 1 milione) mi sono rimesso in marcia per rigirare la città nel post sbornia da festeggiamenti.

Non sono più gli anni '80 dei primi due scudetti, e tutto sommato non è un male!

Parcheggiata la Vespa a Piazza Vittoria (e ieri sera Nome-Omen) mi sono buttato per il lungomare, costeggiando Piazza del Plebiscito.

Di quel poco che ricordo del 1990 (nel 1987 avevo 9 anni, ed ormai l'età porta a cancellare i dati) fu il caos selvaggio del Centro Storico, e soprattutto quella torta fatta a Forcella che finì volante più che in pancia.

Ma ieri sera, ho visto ed ho avuto prova (se mai ne avessi avuto bisogno) he il tempo non passa invano..

Tifosi, ragazzi, molte ragazze, molte persone anziane (donne incluse) che ordinatamente sono andati per Piazza Sannazzaro, per il Lungomare con bandiere, trombette, parrucche di Maradona azzurre, capelli pittati, maglie del Napoli di tutte le ere (e quante maglie del mitico primo scudetto in giro versione replica).

Al Plebiscito e Piazza Trieste e Trento, l'apoteosi, tutti abbracciati uniti dalle colonne della piazza, tutti a fare cori, a usare i fumogeni (se ci fossero state le stesse condizioni del 1 gennaio 2023 sarebbe stato anche peggio di allora).

Un muro umano (nel vero senso della parola) che è affluito da Via Toledo, dai Quartieri, da Via Marina, dal Centro Antico.

Ma fin qui tutto sommato nulla di strano, è stato il dopo la festa (che è durata fino alle 2.00 - 2.30 non di più).

Mentre ritornavo a prendere la Vespa e dopo a Fuorigrotta, non potevo non notare, specialmente in una zona centrale come Chiaja, le persone adulte con figli, ragazzi, tornare a casa tranquillamente, la Riviera insolitamente deserta, Piedigrotta.

Persino la galleria di Piedigrotta (nota Galleria 4 giornate) con un flusso discendente di persone tutte in fila, come sarebbe potuto accadere a Londra, a Berlino che scendevano (probabilmente i tifosi del Maradona che rincasavano, principalmente ragazzi) nella corsia per le biciclette

Ma il fattore più "sconcertante" è stato sul Viale Augusto, gente, un po' di traffico, ma soprattutto i semafori.

A Napoli è nata la battuta che definisce l'istante come il tempo che passa tra lo scattare del verde ed clacson della macchina dietro la prima che vuole partire, oppure che il rosso è un consiglio e banalità simili

Ebbene, tutte le poche auto in giro e qualche motociclo ferme ai semafori del viale e non solo quando c'erano i vigili a controllare i semafori

Stamattina strade pulitissime, come se la sera precedente non fosse accaduto nulla, gente in strada a lavoro, al Murales di Maradona a Largo Maradona alle 14 c'erano i ragazzi usciti da scuola con gli zaini, segno che erano saliti in classe (forse un po' più tardi, ma tutti assolutamente giustificati questa volta).

Si quelli del 1987 e 1990 erano gli scudetti della rivalsa, degli anni bui della camorra anni '70 e '80, del drammatico esito del Terremoto del 1980, dell'abbandono delle istituzioni, dell'anarchia più totale.

Quei due scudetti, però (e la Coppa UEFA del 1989) furono la rivalsa, la dimostrazione che il Sud poteva competere e che il futuro era nelle sue mani.

Questo del 2023, scudetto corale, non solo di un campionissimo trascinatore come Maradona, è lo scudetto corale, di tutta la squadra, ma soprattutto è lo scudetto spartiacque tra due ere, quella della rinascita disperatamente cercata (ma Napoli è come l'Araba Fenice che rinasce sempre dalle sue ceneri) e quella della consacrazione a Capitale del Sud, d'Italia, della Cultura, del Fashion, della Musica, del Cinema, della Ricerca (qui al "Federico II" il primo Quantum Computer d'Italia e tra i primi in Europa, per non parlare della Apple e Cisco Accademy di San Giovanni a Teduccio), e soprattutto del Turismo.

Una città che ha saputo reinventarsi e rinascere (anche merito della tecnologia e della capacità imprenditoriale di alcuni ragazzi che non sono fuggiti, al contrario di come sosteneva Eduardo De Filippo), e che ha puntato su se stessa e sulla sue capacità e competenze.

Lo scudetto non è solo il vanto contro lo strapotere del Nord, ma è il volano di sviluppo di questa città ora tocca solo alla cittadinanza coglierlo.

Del resto se è arrivato nell'anno in cui nessuno immaginava un Napoli tra le prime 4 (parola di Spalletti in conferenza stampa), allora veramente tutto è possibile