Caso Sarri-mancini - Mancini accetta le scuse intervistato dalle Iene - La Democrazia Cristiana denuncia Sarri |
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Scritto da Redazione |
Venerdì 22 Gennaio 2016 18:22 |
Intanto questa mattina è intervenuto sul caso anche il premier Renzi: «Il punto vero è che il calcio ha un potenza pazzesca in Italia e all'estero. A fronte di tanta sofferenza creata dall'omofobia, come si vede da casi di cronaca, sul tema serve grande attenzione e rispetto e credo sia utile ogni segnale per evitare messaggi negativi». Approda in un'aula di giustizia la polemica tra l'allenatore del Napoli Maurizio Sarri e quello dell'Inter, Roberto Mancini, scoppiata sul campo di calcio, dopo la partita di Coppa Italia Napoli-Inter. Ma non per gli insulti 'frocio' e 'finocchio', lanciati da Sarri all'indirizzo di 'Mancio' a fine match. Ad offendersi è stata la Democrazia cristiana, che ha presentato oggi, al Procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, una denuncia-querela nei confronti di Maurizio Sarri, attraverso i legali Anthony De Lisi e Angela Ajello del Foro di Palermo. Secondo la Balena bianca, «non vi è dubbio che il comportamento di Sarri abbia di fatto leso l'appartenenza a colori i quali si riconoscono nella Democrazia Cristiana, oltre che a tutti i cittadini che comunque ne riconoscono la valenza sociale, politica e culturale». L'esposto è a firma di Alberto Alessi, Segretario Nazionale della 'Democrazia Cristiana Nuova', ex deputato Dc, nonché figlio di Giuseppe Alessi, primo Presidente della Regione Siciliana e tra i fondatori della Democrazia Cristiana e del suo simbolo. «La storia personale e politica dell'onorevole Giuseppe Alessi non lascia residuare dubbio alcuno sulla di lui paternità della idea sociale e politica che diede vita proprio alla Democrazia Cristiana - si legge nell'esposto - Infatti, quest'ultimo, unitamente a Sturzo e ad altri padri fondatori della Costituzione Repubblicana Italiana del dopo guerra, viene universalmente ricordato e riconosciuto quale emblema e simbolo, non solo del partito in questione, ma di un movimento Cristiano popolare che ebbe a segnare la storia del nostro Paese per oltre cinquanta anni». E spiega: «Infatti, il Sarri per giustificare le gravi ingiurie formulate in danno del collega Mancini ha testualmente proferito le seguenti parole: »ho detto la prima offesa che mi è venuta in mente, gli avrei potuto dire sei un democristiano«. Tale gravissima diffamazione non può non essere valutata autonomamente e in relazione al contesto in cui è stata proferita. Infatti, è bene, innanzitutto, porre l'attenzione sul soggetto che ha proferito la gravissima offesa quale uomo »pubblico« e italiano per cui non può nemmeno ritenersi che lo stesso abbia proferito le precedenti parole in quanto non a conoscenza della storia del nostro Paese e quindi della valenza ed importanza che la »Democrazia Cristiana« ha avuto e continua ad avere nella cultura e nella formazione dell'essere di tanti cittadini». «In secondo luogo, non può non contestualizzarsi il comportamento posto in essere dall'odierno denunciato. Il Sarri, infatti, come ben può apprendersi dalle testate giornalistiche e non solo, ha paragonato le offese di »frocio e finocchio«, che di per sè assumono un disvalore sociale, culturale e umano, con l'appartenenza alla »Democrazia Cristiana«, dice il segretario della Dc Alberto Alessi attraverso i suoi legali, Anthony De Lisi e Angela Ajello. Per Alessi, »tale comportamento assume una forza lesiva pragmatica se si considera proprio il paragone reso esplicito dal Sarri. Invero, lo stesso ha posto a paragone, con evidente atteggiamento denigratorio e razzista, oltre che omofobo, l'essere omosessuale all'appartenenza alla Democrazia Cristiana. Orbene, il comportamento posto in essere dal Sarri non lascia residuare dubbio sulla portata denigratoria e offensiva di quanto proferito«. »Infatti, non può non essere trascurato l'impatto che tali affermazioni hanno avuto anche sui social network i quali offrono tangibile dimensione dell'impatto diffamatorio che il comportamento del Sarri ha generato. Pertanto, non vi è dubbio alcuno che la fattispecie de qua integri appieno il delitto di diffamazione a mezzo stampa«. Il querelante si è, infine, riservato di »costituirsi parte civile nel prosieguo dell'eventuale instaurando giudizio«.
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