Calcio - E' morto Emiliano Mondonico |
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Scritto da Redazione |
Giovedì 29 Marzo 2018 11:10 |
Il calcio in lutto: è morto Emiliano Mondonico, celebre allenatore di Torino e Atalanta. "Ciao Papo.... sei stato il nostro esempio e la nostra forza... ora cercheremo di continuare come ci hai insegnato tu... eternamente tua": così' Clara Mondonico, figlia di Emiliano, annuncia su facebook la morte del padre. Mondonico, 71 anni, era malato da tempo.
Mondonico, nato e cresciuto a Rivolta d'Adda, aveva compiuto 71 anni lo scorso 9 marzo. Nell'occasione, la figlia Clara, che gestisce la pagina facebook che porta il nome del padre, aveva scritto "la vita ti ha messo davanti a partite che sembravano impossibili da vincere ma tu, con la forza che ti contraddistingue, hai dimostrato di essere in grado di superare tutto".
Sul profilo dell'allenatore - che iniziò la sua carriera in panchina nel 1979 con le giovanili della Cremonese - continuano ad aggiungersi messaggi di condoglianze, così come moltissimi sono i post su twitter. In molti hanno scelto di postare la celebre immagine della sedia alzata al cielo per un rigore negato il 13 maggio del 1992, durante la partita di coppia Uefa tra Ajax e Torino giocata allo Stadio Olimpico di Amsterdam. Mondonico fu poi squalificato per una giornata.
LO STORICO EPISODIO DELLA SEDIA ALZATA (VIDEO DA YOUTUBE) "Ciao Mondo, ci mancherai". Così, con un tweet, il Torino Football Club saluta Emiliano Mondonico, che allenò la squadra piemontese tra il 1990-1991 e il 1993-1994, portandola alla finale di Coppa UEFA, persa con l'Ajax. Nel 1992-93, sempre con la squadra granata, 'Mondo' vinse la Coppa Italia. Dopo aver reso grande l'Atalanta, al Torino tornò poi nel 1998-99, riportandolo in serie A
Biografia Nato e cresciuto a Rivolta d'Adda, la sua famiglia gestiva una trattoria in riva al fiume Adda. Si appassionò al calcio sin da piccolo, giocando all'oratorio.
GiocatoreMondonico crebbe nelle giovanili della Rivoltana, squadra dilettantistica del suo paese; nel 1966 fu ingaggiato dalla Cremonese, con cui giocò una stagione in Serie D e una in Serie C. Nel 1968-1969 esordì in Serie A con la maglia del Torino. Dopo due stagioni scese di categoria per giocare con il Monza (23 gare e 7 reti) e ritornare in A nel 1971-72 all'Atalanta.
Chiuse la carriera dopo il ritorno alla Cremonese, con cui giocò per sette stagioni tra Serie B e Serie C.
Allenatore
Esordi
Iniziata la carriera da allenatore nel 1979 come tecnico delle giovanili della Cremonese, gli fu affidata la prima squadra grigiorossa nel corso del campionato di Serie B 1981-1982. Rimase in sella alla squadra fino al 1986, ottenendo nel 1983-1984 quello che fu il ritorno dei lombardi in A dopo 54 stagioni. Dopo l'immediata retrocessione in B del 1984-1985, passò nel 1986-87 al Como, col quale ottiene un nono posto in A.
AtalantaNella stagione 1987-1988 fu ingaggiato dall'Atalanta, in B; ottenne immediatamente la promozione in massima categoria, e guidò la squadra bergamasca in un'esaltante esperienza in Coppa delle Coppe, conclusa in semifinale di fronte ai belgi del K.V. Mechelen che poi vinse la competizione contro l'Ajax.
Nelle due stagioni successive ottenne un sesto e un settimo piazzamento in A, con la qualificazione alla Coppa UEFA.
Torino
Tra il 1990-1991 e il 1993-1994 sedette sulla panchina del Torino, in Serie A. Con i granata ottiene i migliori risultati della sua carriera: quinti nel 1991, i granata nella stagione 1991-1992 conclusero terzi e disputarono la finale di Coppa UEFA, persa a beneficio dell'Ajax, pur non conoscendo sconfitta nella doppia finale. Nel ritorno della finale ad Amsterdam restò nell'immaginario collettivo l'episodio della sedia agitata in aria, in segno di protesta verso l'arbitraggio ritenuto da lui particolarmente sfavorevole. A causa di ciò verrà squalificato per una giornata che non ha mai potuto scontare. Nel 1992-93 la squadra granata vinse la Coppa Italia, nonostante 3 rigori contro nel ritorno della finale in casa della Roma.
I ritorni all'Atalanta e al Torino
Tornato all'Atalanta nel 1994-95, riportò i bergamaschi in A, traghettandoli anche verso la finale di Coppa Italia 1995-96, persa contro la Fiorentina; nel 1997-98 la squadra nerazzurra cadde in B; nel 1998-99, nuovamente al Torino, ottenne una nuova promozione in A.
Al Sud: Napoli e Cosenza
Dopo non essere riuscito a scongiurare la retrocessione in B del Napoli nel 2000-01, fu chiamato nel corso della stagione 2001-02 a sostituire Luigi De Rosa sulla panchina del Cosenza, venendo poi esonerato, richiamato nuovamente all'inizio del campionato 2002-03 e nuovamente sollevato dall'incarico prima della fine del torneo.
Fiorentina
Con la Fiorentina, squadra per la quale non ha mai nascosto la sua simpatia ottenne nel 2003-04 la quinta promozione in A della sua carriera che lo vede al secondo posto in questa particolare classifica.[6] Esonerato dopo le prime giornate del campionato 2004-05 per contrasti con la società, partecipò per oltre un anno come opinionista in televisione a diverse trasmissioni sportive.
Tra Albinoleffe e Cremonese
Il 29 gennaio 2006 venne scelto dall'Albinoleffe, in Serie B, per sostituire Vincenzo Esposito; ottenuta la salvezza, rimase al timone della squadra azzurro-celeste anche per la stagione 2006-07, conclusa al decimo posto. Nella stagione 2007-2008 scese in Serie C1 per ritornare dopo ventuno anni alla Cremonese. Dopo la finale play-off persa contro il Cittadella, non venne confermato per la stagione successiva. Fu poi reingaggiato dalla squadra grigiorossa tra il 17 dicembre 2008, quando sostituì Ivo Iaconi, e il 26 marzo 2009, giorno in cui ha presentato le proprie dimissioni.
Il 28 settembre dello stesso anno ritorna sulla panchina dell'AlbinoLeffe al posto di Armando Madonna, guidandola alla salvezza. Viene confermato alla guida della squadra anche la stagione successiva, ma il 29 gennaio 2011, con la compagine seriana sistemata in una posizione di metà classifica, è costretto a lasciare temporaneamente la panchina per motivi di salute (e più precisamente per un tumore all'addome), e affida la panchina al suo vice Daniele Fortunato. Il successivo 14 febbraio torna sulla panchina dei lombardi, dopo essere stato operato. che riesce a salvare grazie ai play-out dove, grazie alla posizione migliore in classifica, ha avuto la meglio sul Piacenza con uno 0-0 esterno all'andata e un 2-2 in casa al ritorno l'11 giugno.
In una conferenza stampa del 13 giugno, il tecnico annuncia di dovere temporaneamente lasciare le sue attività lavorative e sottoporsi a ulteriori cure per i problemi di salute che già lo avevano portato all'operazione del gennaio 2011, risultata però non risolutiva ai fini di una definitiva guarigione. Il 17 giugno infatti arriva l'ufficialità anche da parte dell'Albinoleffe che Mondonico non sarà più l'allenatore, con la prima squadra che viene nuovamente affidata a Fortunato. Il 14 novembre annuncia di aver sconfitto il tumore (un sarcoma) che lo aveva colpito.
Novara
Il 30 gennaio 2012 subentra ad Attilio Tesser sulla panchina del Novara, ultimo dopo 23 giornate, tornando così ad allenare in massima serie dopo più di sette anni. Alla terza partita sulla nuova panchina, il 12 febbraio, coglie una clamorosa vittoria in casa dell'Inter (0-1) grazie a un gol di Caracciolo. Il 6 marzo, dopo sei partite (una vittoria, due pareggi e tre sconfitte) e cinque punti guadagnati, viene esonerato dalla dirigenza del Novara e sostituito da Tesser, richiamato.
Da luglio 2014, è l'allenatore dell'Equipe Lombardia (rappresentativa di giocatori in attesa di contratto, nata nel 2006).
In veste di allenatore ha ottenuto 5 promozioni in Serie A con Cremonese (1983-1984), Atalanta (1987-1988 e 1994-1995), Torino (1998-1999), e Fiorentina (2003-2004).
Dopo il ritiro
Dal 2011, dopo la guarigione, è stato opinionista ne La Domenica Sportiva e nella trasmissione Novastadio dell'emittente televisiva Telenova e nell'estate del 2012 è ospite di varie trasmissioni tematiche della Rai per gli Europei. Dal 2015 è stato ospite e opinionista a varie trasmissioni calcistiche della Rai tra cui Sabato Sprint. È morto il 29 marzo 2018 a Milano a causa della riacutizzazione della malattia.
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