Quirinale – Il Presidente Napolitano da incarico a Bersani di verificare una maggioranza nei due rami del Parlamento |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Venerdì 22 Marzo 2013 18:10 |
Dopo due giorni di consultazioni e una pausa di riflessione ha dato incarico esplorativo a Pierluigi Bersani di verificare se esiste una maggioranza autosufficiente.
Il problema è che se alla Camera la maggioranza esiste (il famoso premio di maggioranza della famosa legge porcellum), la palude stile Vietnam rimane il Senato.
Allo stato attuale delle cose, (come riportato qui) il Centro Sinistra può contare su 119 voti, mentre il Centro Destra 117, due senatori di differenza.
Movimento 5 Stelle ha 54 senatori e Scelta Civica (abbreviato SC) di Mario Monti ha 18 senatori
Cosa accadrà?
A meno di strane alchimie (in politica tutto è possibile) quand’anche ci fosse un accordo CS-SC la somma è 137, insufficiente per contrastare un PdL+M5s che, voterebbero contro con i loro 171 voti complessivi e quindi con uno scarto in negativo per la formazione di un Governo di 37 senatori
Se queste rimangono le posizioni il Governo cadrebbe ancor prima di nascere.
È ovvio che allo stato attuale delle cose, quello che Grillo chiama “inciucione” dovrà, nel bene o nel male avvenire, a meno che, qualche senatore M5s non decida di appoggiare Bersani, o peggio essere annessi al PD, creando un PD5s edizione riveduta e corretta del PDS di felice memoria.
Se la maggioranza non dovesse crearsi (e non è improbabile), come detto in precedenza il Governo Monti dovrebbe portare (ad interim) l’Italia alle seconde elezioni in meno di 6 mesi, caso unico nella Storia Repubblicana.
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