Al teatro Trianon Viviani si è tenuto il secondo appuntamento del ciclo “Il suono della città”, il racconto del sassofonista e compositore Marco Zurzolo su Napoli, un viaggio tra suoni e colori, la sua grande tradizione musicale.

“I Napoletani non sono romantici”: la seconda conferenza cantata in cui Marco ti porta per mano in un mix di tradizione e attualità con ricordi di Pino Daniele ed artisti che hanno fatto la storia della canzone napoletana che vede la fusione di linguaggi diversi, un viaggio sonoro che rievoca ricordi e sensazioni, descrivendoci le emozioni del popolo napoletano e della città.

Siamo fortunati perché viviamo in una società bellissima circondati da tanta musica e con tanti artisti che hanno creato la nostra colonna sonora, Pino Daniele che non c'è più ma come si può ben vedere è presente con la sua eredità musicale, Marco e il suo sax tra una canzone e non un'altra intrattiene la giovane platea di una scolaresca con aneddoti di vita personale e relativi a grandi musicisti tra i tanti Ennio Morricone, che hanno fatto la storia.

Il senso della conferenza cantata è proprio di raccontare la nostra città con una fusione di suoni e linguaggi diversi che impregnano la nostra cultura, la canzone napoletana fino a raggiungere la musica del mediterraneo.

Con il suo gruppo storico racconta il suono che appartiene a questa città nella quale Marco si perde, ascolta e impara, quando tutto dorme c'è sempre qualcuno che lavora per noi che lavora per sé e per la sua famiglia e per avere qualcosa da raccontare.

Lo spettacolo viene inframezzato tra ricordi personali e ricordi musicali con l'esecuzione di diversi brani degli anni 70 con i fratelli Bennato del decennio 80-90 per arrivare poi a quello che venne chiamato il “Neapolitan Power”.

E poi dice che i napoletani non sono romantici… Ci regala un ricordo di Pino Daniele?

La persona più emotiva che abbia conosciuto, aveva vissuto tutte le difficoltà della strada su quella linea sottilissima tra il fare qualcosa di buono o essere un niente, un ragazzo scorbutico, grosso, con un paio di occhialoni, nessuno avrebbe puntato una lira su di lui.

Il ricordo più intenso? Una mattina io e mio fratello stavamo ancora a letto, citofona Pino e chiede a mia madre se può salire, entra e dice a Rino: ‘Gennà, siente ’stu giro’. Si mette alla chitarra e mio fratello lo segue al contrabbasso: nasce ‘Lazzari felici’, Pino cantava le parole a caso, perché la musica arrivò prima del testo, mamma portò il caffè e papà mormorava: ‘Questo ragazzo è roba buona’...

Photogallery - Napoli - Marco Zurzolo canta “Il Suono della Città” - 05-03-2023

Photo by Andrea Carlino

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