Infarto, ormoni causa di rischio |
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Scritto da Celeste Nappi |
Giovedì 30 Gennaio 2014 10:21 |
Lo studio, durato quindici anni e che ha visto la collaborazione di oltre 200 pazienti, ha infatti dimostrato come la secrezione ormonale prodotta da ghiandole surrenali possa aumentare il rischio di infarto nei pazienti di ben cinque volte.
«La ricerca – si legge nel comunicato del Policlinico - ha mostrato per la prima volta come nei pazienti con masse a livello delle ghiandole surrenali, il più delle volte asintomatiche, ci sia una relazione tra l'aumento della secrezione ormonale e la mortalità per malattie cardiovascolari». Se l’incidenza di infarto aumento, aumenta anche il tassi di mortalità: infatti, la percentuale di sopravvivenza diminuisce dal 98% al 60% in caso di aumento di produzione dell’ormone cortisolo. La presenza di masse alle ghiandole surrenali viene spesso scoperta grazie ad esami per altre patologie, come la Tac, le ecografie e le risonanze magnetiche. La patologia, che spesso è del tutto asintomatica, al solo Policlinico di Bologna interessa oltre i cinquecento pazienti l’anno. Il prestigioso studio, capitanato dal professor Renato Pasquali coadiuvato dall’Unità di operativa di Radiologia della professoressa Rita Golfieri, è stato pubblicato sull’esclusiva rivista scientifica “The Lancet Diabetes & Endocrinology”. Le patologie cardiovascolari come l’infarto e l’ictus sono ancora la prima causa di morte al mondo, e anche quando si sopravvive i danni non mancano. Nel caso dell’infarto, la zona interessata non si rigenera e il cuore perde quindi definitivamente la funzionalità della zona che diventa necrotica. Per tutta la vita, le persone colpite da infarto dovranno fare costantemente attenzione alla propria condotta, cercando di non affaticarsi troppo e di non provare emozioni troppo forti. Nel caso dell’ictus, chi si salva e non muore nelle prime settimane, rischia di andare incontro a lesioni cerebrali permanenti che ne pregiudicano per sempre la vita, rendendo il paziente immobile o con gravi deficit mentali, che rendono difficoltosa l’esistenza del malato e di chi lo assiste. La ricerca condotta dai ricercatori del Sant’Orsola aumenta le possibilità di prevenire l’insorgere della malattia, con esami di routine che aiutano i pazienti a tenere sottocontrollo la presenza di ghiandole surrenali, in modo che le malattie cardiovascolari mietano sempre meno morti e rovinino sempre di meno le vite dei pazienti e dei loro familiari. |