Amministrative 2016 - Renzi: "Una vittoria molto netta e indiscutibile dei Cinque stelle" - Bersani: "ha perso, Renzi abbia umiltà riflettere" |
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Scritto da Redazione |
Martedì 21 Giugno 2016 10:21 |
Amministrative 2016 - Il Piccolo Cabotaggio di Renzi Amministrative 2016 - Renzi ammette la Sconfitta "Una vittoria molto netta e indiscutibile dei Cinque stelle". Matteo Renzi non prova a "coprire" la fotografia: Virginia Raggi e Chiara Appendino sono sindaci di Roma e Torino, dopo aver strappato le due città al Pd. E così nel pomeriggio il premier riconosce: dal voto dei ballottaggi, sia pure a valenza "locale", emerge il successo M5s come "elemento nazionale molto forte".
Non solo. "Non è un voto di protesta ma di cambiamento", afferma il premier. E per una volta Beppe Grillo è assolutamente d'accordo: "Non è una protesta, è un cambiamento", dice raggiante il fondatore del Movimento. E aggiunge: "Ora voliamo verso il governo". All'indomani del voto, il Pd avvia quella che Renzi annuncia come una "riflessione" e una discussione interna "vera, franca e sincera".
A Roma Raggi è sindaco con il doppio dei voti di Roberto Giachetti ("Il Pd di 'mafia capitale' è all'origine della sconfitta", sostiene Matteo Orfini). A Torino Appendino strappa a Piero Fassino, staccandolo di nove punti, il governo di una città di centrosinistra da oltre venti anni. A Trieste il centrodestra guidato da Roberto Dipiazza strappa il municipio al sindaco Pd uscente Roberto Cosolini. Sconfitte pesanti per il partito di Renzi, che quasi offuscano le vittorie. Da Milano, dove Beppe Sala vince staccando di misura Stefano Parisi (51,7% a 48,3%), a Bologna, dove Virginio Merola (54,6%) si riconferma contro Lucia Borgonzoni (45,3%). L'esultanza dei Cinque stelle a Roma e Torino fa esplodere le tensioni latenti nel Pd: la minoranza questa volta non fa sconti. E' una "sconfitta severa che merita risposte chiare", dice Gianni Cuperlo. E mentre Pierluigi Bersani non nasconde l'amarezza, Roberto Speranza afferma che è finito il tempo "dell'arroganza: serve un cambio di rotta nelle politiche del governo e nella gestione del partito". Sotto accusa, il doppio incarico del premier: "Renzi si dimetta da segretario", arriva a chiedere Davide Zoggia. La sinistra chiede al Nazareno di abbandonare Verdini e sposare lo "schema Milano": centrosinistra unito. E invoca a gran voce modifiche all'Italicum. Cambiare la legge elettorale "non è all'ordine del giorno", taglia corto Renzi.
E per una riflessione interna rinvia alla direzione di venerdì: "A me emozionano sempre le lasagne della nonna - dice dopo aver incontrato lo chef Massimo Bottura - ma bisogna coniugare i valori con la capacità di aprirsi al nuovo senza scadere nel nuovismo". Il premier intanto fa gli auguri ai sindaci, a partire da Raggi: "C'è totale impegno del governo a collaborare con tutti", afferma. E aggiunge che non hanno vinto i populismi ma "l'ansia di cambiamento". Ovunque, anche dove ha prevalso il Pd: perciò l'azione del governo "va avanti". Poco lontano da Palazzo Chigi, in Campidoglio, i Cinque stelle festeggiano: "Cambia tutto, ora tocca a noi", promette Raggi. E Appendino a Torino annuncia un rovesciamento di linea, dal no alla Tav ai vertici delle partecipate. "Da una parte i partiti tutti insieme e di qua noi, da soli. Ora l'obiettivo è cambiare quota e puntare alla guida dell'Italia", pensa in grande Grillo. Mentre Luigi Di Maio invia messaggi rassicuranti ai governi stranieri: "Venite a conoscerci". Dal centrodestra, intanto, si fa notare l'analisi di Angelino Alfano: "Il vecchio centrodestra come lo abbiamo conosciuto non esiste più: c'è il tentativo di Matteo Salvini di far nascere una destra estrema, noi dobbiamo far nascere un'area liberale e popolare che sia competitiva". "Per Alfano non c'è posto nel centrodestra che ho in mente - replica il leader della Lega - credo che si voterà per le politiche la primavera prossima. Io lavoro all'unità del centrodestra, col traino della Lega non ce n'è per nessuno". Forza Italia intanto rivendica i "buoni risultati dei moderati". Prossimo appuntamento, il referendum costituzionale di ottobre: in gioco, la vita del governo.
"Confermiamo che il voto ha ragioni di forte valenza territoriale ma c'è un elemento nazionale: una vittoria netta e indiscutibile nei comuni dei 5 stelle contro di noi", ha detto Matteo Renzi. "Non è un voto di protesta ma di cambiamento non solo nei comuni in cui ha vinto M5S. Ha vinto chi ha interpretato meglio l'ansia di cambiamento", ha detto ancora Renzi. "Se c'è una cosa che il governo deve dire è un caloroso buon lavoro a tutti gli eletti. Il governo aiuterà tutti a cercare di fare bene. E noi andiamo avanti ad occuparci delle priorità istituzionali". I ballottaggi consegnano un risultato 'storico' per M5s, che ora punta al governo del Paese: "è solo l'inizio, ora tocca a noi", dice Beppe Grillo. Virginia Raggi e Chiara Appendino, rispettivamente con il 67,2 e il 54,5% delle preferenze, guideranno dunque la Capitale e il capoluogo piemontese dopo aver messo ko il Pd. "E' un momento storico, ora parte una nuova era", ha detto la prima sindaco donna di Roma. "E' giunto il nostro tempo, dobbiamo ricucire una città profondamente ferita", le parole della neo prima cittadina di Torino.
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Bersani: Una riflessione e una revisione dell'Italicum. Le chiede Pier Luigi Bersani a Matteo Renzi all'indomani dell'esito dei ballottaggi. "Le amministrative - dice c'ex segretario parlando ad Agorà su Rai3- le ha perse il Pd, a me non piace caricare addosso a una persona sola. Certo, chi guida deve avere l'umiltà di riflettere. Abbiamo perso perché abbiamo perso il contatto con la realtà che non è quella che Renzi ci sta raccontando. E non è quella che ci raccontano i troppi amici, ci son troppi applausi in giro".
"Noi appariamo troppo spesso quelli del'establishment: una sinistra deve andare dove sono i problemi e non trovarsi troppo dalla parte delle soluzioni".
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