Bruxelles - I primi nomi delle vittime |
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Scritto da Redazione |
Giovedì 24 Marzo 2016 13:09 |
A due giorni dalla terribile strage nella metro e nell'aeroporto di Bruxelles, continuano ad arrivare nomi, foto e storie drammatiche delle vittime degli attentati. Uomini e donne innocenti, che hanno avuto la sola colpa di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Christian Delhasse, Leopold Hecht, Adelma Marina Tapia Ruiz, Sascha e Alexander Pinczowski sono i primi nomi.
61 dei 300 feriti negli attentati di Bruxelles sono "in gravi condizioni". Lo ha dichiarato il ministro della Salute belga Maggie De Block, secondo quanto riportato dai media locali. "Le ferite più gravi sono le ustioni provocate da una forte esplosione e dalle schegge di metallo", ha spiegato il ministro.
C'è l'italiana Patricia Rizzo, impiegata presso un'agenzia della Commissione Ue, tra le persone che risultano scomparse da ieri dopo l'attentato alla metropolitana. I familiari sono in queste ore assistiti dall'ambasciata italiana a Bruxelles per effettuare le operazioni di riconoscimento, rese complicate dalle condizioni in cui si trovano i corpi delle vittime degli attentati. Anche Facebook attivo per le ricerche dei dispersi
"Siamo qui da stamattina e non sappiamo ancora niente. I genitori di Patricia sono stati fatti salire al primo piano dalla polizia per riempire un formulario. Cercano segni particolari" per poterla identificare. A parlare all'agenzia ANSA dall'ospedale militare Konigin Astrid (dove si trova un centro grandi ustionati) è Massimo Leonora, cugino di Patricia Rizzo, la funzionaria europea che da ieri mattina, dopo l'esplosione alla metropolitana di Maelbeek, non ha più dato notizie di sé. "E' da ieri che la cerchiamo e speriamo davvero di trovarla viva", spiega Leonora. "Anch'io stavo per prendere la metro, ma all'ultimo minuto ho cambiato idea e ho preso l'auto, altrimenti probabilmente sarei stato coinvolto anch'io nell'esplosione". "I nonni di Patricia, come i miei, sono venuti in Belgio per lavorare nelle miniere e siamo rimasti tutti qui, siamo originari della provincia di Enna, i miei di Calascibetta. Ma abbiamo tutti la nazionalità italiana, perché l'Italia resta il nostro Paese", spiega. "I genitori di Patricia abitano fuori Bruxelles", aggiunge. Io lavoro all' Eacea, l'agenzia della Commissione Ue che si occupa di audiovisivi e fino ad un paio di mesi fa anche Patricia lavorava lì, prima di trasferirsi all'Ercea". Leonora è in attesa nel sottosuolo dell'ospedale militare Konigin Astrid (Nider) dov'è stata allestita una stanza per le famiglie delle persone che risultano ancora disperse.
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