Attacco a Parigi - La Radio France Info citando gli 007 Francesi segnalavano un attenato |
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Scritto da Redazione |
Sabato 14 Novembre 2015 17:56 |
I NATURALIZZATI La segnalazione della minaccia non sembra aver aiutato la Direction centrale du renseignement intérieur che si è trovata di fronte alla nuova offensiva difficilissima da prevedere proprio perché proveniente da cittadini mediorientali naturalizzati in Europa. Un modo per riuscire a sfuggire più facilmente allo screening dell'intelligence cercando di evitare l'identificazione, partendo dal presupposto che gli stati europei non condividono tutte le informazioni sulle persone sospette. France Info ha evidenziato come proprio l'assenza di un adeguato coordinamento sarebbe stato l'anello debole che i terroristi avrebbero provato a sfruttare. E infatti le falle nel sistema di sicurezza sarebbero emerse clamorosamente nel caso dell'azione terroristica del Talys, quando Ayoub El Khazzani, il 21 agosto, ha tentato un massacro sul treno Amsterdam-Parigi. El Khazzani, di origine marocchina, aveva vissuto in Spagna dove era nel mirino dei servizi segreti per il suo profilo integralista. Era stato anche localizzato in Francia, Germania e Belgio, ma evidentemente senza che si attivasse il corretto flusso di informazioni tra i servizi segreti. Proprio due giorni fa, i carabinieri del Ros avevanomesso a segno un’operazione internazionale che ha portato all’arresto di 17 presunti terroristi, legati ai carnefici della bandiera nera. E dalle investigazioni è emerso quanto sia stato difficile lavorare a livello internazionale, proprio per la mancanza di un coordinamento nelle informazioni. Nello stesso momento la segnalazione di una minaccia è arrivata anche a Lione, dove gli 007 avevano annunciato possibili attentati.
I CONTROLLI Che l’aria fosse tesa in tutta Europa, comunque, si è percepito ieri anche all’aeroporto di Fiumicino, dove è sembrato molto chiaro che Schengen era stata sospesa: sono stati controllati, infatti, i passaporti anche ai passeggeri europei, cosa che non avveniva da anni. Sempre ieri, dopo l’aggressione all’ebreo a Milano è stato convocato un Comitato per l’ordine e la sicurezza, perché da più parti è arrivata l’indicazione di un’allerta elevatissimo. Quello che però sembra preoccupare di più il nostro paese è il rischio di emulazione. La nostra intelligence sa che potrebbe accadere ed è difficilissimo da prevedere.
E proprio per fare il punto sulla situazione, il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ieri ha convocato e presieduto un vertice al Viminale con i responsabili dei Servizi segreti e quelli delle Forze di polizia. Durante l'incontro sono stati analizzati i risultati della riunione del Casa, il Comitato Strategico antiterrorismo, e sono stati approfonditi i temi attinenti alla minaccia terroristica, sia sul piano internazionale che nazionale. Il Dipartimento di pubblica sicurezza ha «preso in esame i rischi provenienti dall'avanzata dell'Is nonché dalla non sopita minaccia di al Qaeda». Alla luce di questa ricognizione «sono stati analizzati gli esiti delle misure già adottate e valutate ulteriori iniziative», anche in termini di cooperazione internazionale.
Il Governo, del resto, già da tempo ha alzato la guardia, soprattutto in considerazione dell'offensiva jihadista in vari Paesi e al «richiamo» che questa può esercitare tra soggetti più inclini alla radicalizzazione e all'estremismo. Ros, Digos, Servizi hanno dato un impulso all'attività di monitoraggio, in realtà mai cessata. Sviluppi che arrivano soprattutto dal nord Italia, dove l'azione finalizzata al proselitismo da parte di singoli e possibili cellule sarebbe più attiva.
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