Brexit - Juncker: "Felice ma triste" - Il punto del Direttore |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Giovedì 17 Ottobre 2019 13:52 |
Che l'uscita dall'Unione Europea della Gran Bretagna possa rendere felice per l'accordo equo raggiunto dalle parti, ma tristi il Presidente uscente della Commissione UE, ci può anche stare, ma sicuramente non è detta l'ultima parola.
Un po' come un film dell'orrore in cui i protagonisti sembrano aver superato tutte le peripezie, e proprio all'uscita compare l'ultimo psicopatico con la sega automatica che inizia a fare a fettine gli ultimi protagonisti.
Secondo me, essendo stato Special Correspondnt a Londra, questo scenario potrebbe essere quello che il 19 ottobre potrebbe accadere.
Se da un lato sulla Brexit il 31-10 la Regina ha messo la Corona nel suo Queen's Speech a Westminister, investendo di regale autorizzazione l'uscita, dall'altra parte della barricata ci sono i laburisti, il Dup (il partito unionista Nord Irlandese) e, almeno sulla carta, tutti i fuoriusciti dal partito conservatore che, in un modo o nell'altro hanno bloccato l'accordo May, che, sempre a detta dei laburisti era migliore di quello partorito dalla Commissione UE e passato oggi, e stranamente, ci sono i brexiteers di Nigel Farage che non sono convinti di questo accordo.
Ci sono poi gli actor in supporting role, ovvero i 27 della UE che dovranno confermare la bozza (improbabile ma non impossibile un veto da parte di qualche paese) ed infine c'è la fossa dei leoni che rimane il Parlamento Britannico.
Cosa accadrà è abbastanza facile immaginarlo.
Da un lato ci saranno i falchi brexiteers purché si esca, dall'altro ci sono quelli che vorrebbero uscire ma non vogliono per mille e 1 ragione.
Infine ci sono i cittadini che, hanno sfilato in più di un milione a Londra per un secondo referendum confermativo.
Ricordo a quanti l'abbiano dimenticato che, 3 anni fa il 24 giugno 2016, in un giorno di pioggia il 51,89% dei britannici che sono andati a votare (ovvero circa il 40% degli aventi diritto) ha chiesto il leave.
Si dice che in democrazia vale la maggioranza, ma in questo caso la maggioranza della minoranza del corpo elettorale?
A mio parere, avendo avuto contatti con quel corpo elettorale, mi sono convinto che l'Europa non è più percepita per quello che doveva essere, cioè un'area di libero scambio di denaro, persone, culture, competenze, progetti, della collaborazione, ecc. ma è sempre più vista come un'area coercitiva fatta di leggi che "violano" le leggi storiche e le culture dei singoli paesi.
Un caso emblematico è l'incapacità di affrontare il problema migratorio in modo organico o l'assenza pesante nella crisi siriana di queste ore.
Se Juncker è triste per la fine del matrimonio tra UE e GB, ne ha ben ragione, ma devono farsi molte domande e darsi molte risposte sia lui che le precedenti commissioni Barroso che non hanno saputo dare un sistema di regole adattabile a quelle che sono state le problematiche della Grand Crisi del 2008 e della Grecia dopo, attaccandosi a quelle regole scritte in tempi di vacche grasse che non rispecchiano più i tempi. La GB esce (o uscirebbe, stando alle premesse di prima) anche per questa ragione, non ha più saputo reagire con le regole europee alla crisi del 2008, e, per quanto sia una delle economie più dinamiche del Vecchio Continente, il dinamismo non riesce a compensare le paure e le problematiche interne, e si preferisce andare da soli. In ultimo, se dovesse essere approvato dal parlamento britannico, a parte la felicità di qualche eurodeputato primo non eletto, che diverrebbe membro del parlamento europeo, ce la questione bilanci dell'Unione che graverebbero sui 27 nella quota mancante della GB. Insomma un accordo che alla fine scontenterà tutti con all'orizzonte una crisi turco-siriana (e russa) ancora fluida e pericolosa. Le prossime ore sono cruciali. |