Brexit - Johnson chiede una proroga al 31 gennaio 2020 |
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Scritto da Redazione |
Domenica 20 Ottobre 2019 12:26 |
Boris Johnson ha chiesto una proroga della Brexit al 31 gennaio 2020. Presidente UE uscente Tusk avviato consultazioni con gli altri partner europei per valutare il da farsi. Non è irreale come detto in precedenza che la proroga possa avere una scadenza più lunga
Ma come un film che non lascia scampo alle emozioni, un colpo di coda di BoJo che nella missiva inviata all'UE non aveva inserito la firma, in cui chiedeva una proroga dall'uscita ed un'altra dove aveva inserito la firma in cui sosteneva che era possibile trovare una soluzione per uscire il 31 ottobre 2019. Lettera di Boris Johnson alla UE (clicca per ingrandire)
E' stato poi l'ambasciatore UK presso la UE a cercare di trovare una soluzione che spiegasse in termini "ragionevoli" l'accaduto. Come detto ora il presidente uscente Tusk si consulterà con gli altri 27 paesi dell'Unione. Ma già martedì BoJo tornerà in aula per far approvare ancora una volta la Brexit. Il governo britannico di Boris Johnson è convinto dopo la seduta di ieri di avere "i numeri" per far passare già nei prossimi giorni a Westminster l'accordo sulla Brexit raggiunto con Bruxelles, malgrado l'intoppo dell'emendamento pro rinvio che ieri ha fatto saltare il voto alla Camera dei Comuni. Lo ha detto oggi alla Bbc il ministro degli Esteri e vicepremier de facto, Dominic Raab, aggiungendo che anche molti governi Ue sarebbero "profondamente a disagio" di fronte all'ipotesi di una proroga. Intanto le opposizioni britanniche vogliono portare Boris Johnson in tribunale per la doppia lettera inviata all'Ue su una possibile proroga della Brexit: la prima - non firmata - per chiederla, come prescritto dalla legge anti-no deal (Benn Act); la seconda per argomentare la contrarietà del governo. I ministri ombra laburisti Keir Stramer e John McDonnell hanno bollato la manovra come "infantile" ed evocato un possibile "oltraggio alla corte" (oltre che al Parlamento) del premier Tory, che dinanzi a un giudice scozzese s'era impegnato a rispettare il Benn Act senza minarne i fini.
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