Brexit - Il voto storico che cambia l'UE |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Venerdì 24 Giugno 2016 07:44 |
Nessuno se lo aspettava ma alla fine ha vinto il voto di protesta con l'usicta (solo sulla scheda del referndum) del Regno Unito di Gran Bretagna dalla Unione Europea. Farange, leader della fazione del Brexit che non è neanche presente in Parlamento, esulta, ma a vedere nero sono gli Europeisti.
Prima di proseguire, faccio una premessa personale: rimango europeista, ma non di questa Europa. Il voto sulla Brexit ha origine su due punti fondamentali Crisi Greca e Crisi dei Migranti. Il primo punto è stata la prima crisi greca che ha diomostrato come l'Europa non riesce a far quadrare il sistema e ha negoziato ad oltranza per imporre un metodo che non è quello strutturale della Grecia. Molti lettori ricorderanno la questione sulle riforme e su come la Grecia si sia impoverita ulteriormente per "rientrare" in Europa. La Crisi dei Migranti (caso vuole che nel footer del Monitore si trovano l'uno di seguito l'altra) altro punto che ha "distrutto" il sistema Europa dal punto di vista politico. Notizia riportata solo alcuni giorni fa la crisi generata dall'Austria sui migranti ha ancor di più mostrato il lato oscuro della incapacità dell'UE di gestire un fenomeno storico rilevante soprattutto dopo la primavera araba e la caduta di Gheddafi, che in un modo o nell'altro ha garantito una stabilità geopolitica. Altro punto (che non tocca direttamente il Regno Unito) è la crisi economica che attanaglia ancora il Vecchio Continente. Il caso più eclatante sono le multe per i negozi che vendono frutti di mare che sono costretti a prendere vongole da 25mm esatte senza il minimo di tolleranza che un prodotto vivo (ricordo che tutto ciò che è naturale non è standard...) non può dare, con il conseguente rischio di prendere multe salate anche per soli 0,5mm di differenza Tutto questo, oltre alla incapacità di far ripartire l'economia senza strozzarla con voncoli di tutti i tipi (cosa che abbiamo visto negli ultmi 8 anni dalla crisi dei titoli subprime e il fallimento della Lehman Brothers) ha fatto percepire l'Europa non come una opportunità ma come un ostacolo. Tutto questo lo avevo già predetto nell'editoriale di due giorni fa Cameron pochi minuti fa ha annunciato la sua volontà di dare le dimissioni entro ottobre appena la nave Britannica avrà smesso di ondeggiare in seguito al Brexit. Va anche detto che non mi meraviglierebbe che in queste prossime settimane altri Paesi UE facciano la richiesta di UExit a partire dalla Francia che per bocca del leader nazionalista Marie Le Pen ha proposto un referendum. O l'Europa ripensa a se stessa o non esisterà più, una espressione geografica usando un termine caro al Principe di Metternich. All'inizio di questo editoriale avevo detto che solo sulla scheda del referendum c'è la Brexit, infatti l'uscita dovrebbe avvenire entro 2-5 anni. Il primo punto che la Commissione dovrebbe prendere come opportunità è quella di rispolverare la vecchia idea di Costituzione abbandonata nel 2005 e non più rielaborata da allora. L'UE non può più essere quella delle cancellerie e non può più essere una espressione geopolitica del Reich Millenario Tedesco, ma deve essere espressione della volontà dei cittadini. Insomma importare il modello USA anche in UE Dal punto di vista economico sicuramente la tempesta sarà oggi e lunedì, ma già da martedì un po' di sole inizierà a farsi largo. Dopo le Olimpiadi del 1908 dove l'Inghilterra ridiede onore e rispetto a dei giochi che dopo quelle di Saint Louis del 1904 furono ridicolizzate, anche nella politica europea la Brexit potrebbe ridare onore e rispetto alla stessa Europa. E' l'occasione da cogliere, ma ho il dubbio che gli europei se ne accorgano.
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