Brexit - Si dimette il Ministro del Lavoro Amber Rudd - Il Punto del Direttore |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Domenica 08 Settembre 2019 10:56 |
Ancora uno schiaffo per il Premier Boris Johnson che dopo le dimissioni da Sottosegretario allo Sviluppo Economico e dal Partito Conservatore Jo Johnson, fratello minore del Premier inglese, per divergenze insanabili sulla gestione della Brexit, secondo JoJo troppo autodistruttivo.
Dopo l'approvazione dalla Camera dei Lords della legge anti No-deal praticamente identica a quella rilasciata dalla Camera dei Comuni, arriva un'altra tegola, la dimissione del Ministro del Lavoro e dal Partito Conservatore Amber Rudd. Alla Bbc online, ha affermato di non ritenere più che "il principale obiettivo" di Johnson sia lasciare la Ue con un accordo e ha definito l'espulsione di 21 parlamentari Tory avvenuta martedì come "un attacco alla decenza e alla democrazia". In sostanza la legge anto No-Deal prevede uno slittamento al 31 gennaio 2020 nel caso in cui vi sia ancora uno stallo sul divorzio consensiente tra il Regno Unito ed il resto d'Europa. Ma Johnson continua nella sua strenue difesa dell'idea di uscire dalla UE il prossimo 31 ottobre anche rischiando la galera per non dare corso alla legge, e di conseguenza dare seguito a quello che è stata la volontà popolare a seguti del Referendum del 24 giugno 2016 dove i Leave vinsero con il 51,8% dei voti e i Remain 48.2% Certo le cose dal 24 giugno 2016 ad oggi, a tre anni ed un po' sono molto cambiate ed anche la stessa volontà degli elettori è totalmente cambiata. Abbiamo visto e documentato l'enorme manifestazione che vi fu la settimana prima della Brexit prevista per il 29 marzo, ma abbiamo anche visto la grande manifestazione del Brexiters fuori Parliament Square. Che vi sia un danno per l'economia Britannica è fuori di discussione, sicuramente nell'immediato e nel breve termine, più difficile, almeno per me che non sono un economista, stabilire il danno a lungo termine. E' una battuta, ma non troppo, forse gli Stati Uniti, la Colonia Ribelle, non compreranno la Groellandia, ma potrebbero a sto punto, comprare la Gran Bretagna e renderla il 51° stato (52° se contiamo anche Washington D.C.) USA. Del resto se è pur vero che l'Impero Britannico ha vinto la Seconda Guerra Mondiale, è altrettanto vero che se non fosse stato per un prestito concesso dagli USA di 4,33 MLD di Dollari del 1946 (ovvero 56 Miliardi di Dollari rivalutato al 2012) finito di saldare solo nel 2006, il Regno Unito sarebbe stato letteralmente in bancarotta. Se vagamente fosse questo il pensiero di Johnson, o una bozza di accordo segreto (se mai esiste) sarebbe chiaro il motivo di questo accanimento con una Brexit No Deal. Dall'altra parte, il saldo da pagare alla UE sarebbe dello stesso tipo di quello della Seconda Guerra Mondiale ovvero circa 41 Miliardi di €uro che se non pagati in un'oittica No-Deal renderebbero la Gran Bretagna insolvente con danni ancora più gravi al sistema paese (non solo economico), oltre ad un danno all'intero Sistema Europa-€uro che potrebbe essere bersaglio perfetto per una tempesta economica da occidente e da oriente, volta a distruggere e dividere il Vecchio Continente. Insomma una Terza Guerra Mondiale fatta senza eserciti, ma attaccando il sistema economico e rifare una Yalta (sede della spartizione del Mondo dopo la Seconda Guerra Mondiale) e ricostruire i vecchi assetti ante caduta del Muro di Berlino e Unione Sovietica. Certo sembra la trama di un film di spionaggio, me è da capire questa volta James Bond con chi sta. Lunedì è l'ultimo giorno utile prima dello stop del Parlamento, non resta che aspettare e vedere cosa accada |