Fase 2 - Campania - Focolai sparsi e non abbassare la guardia |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Mercoledì 22 Luglio 2020 11:05 |
Se pensavamo che il virus fosse sparito, beh dobbiamo ricrederci, soprattutto questo strano virus ha smentito alla grande chi sosteneva che col caldo avremmo avuto un miglioramento generale e che il virus sarebbe stato del tutto inerte.
Semplicemente bastava vedere cosa accadeva nei paesi tropicali, dove fa caldo tutto l'anno, quando qui la situazione si era leggermente placata, come il Covid-19 ha falcidiato migliaia di persone.
Insomma era facilissimo prevedere che a Luglio, dopo due mesi di circolazione quasi indiscriminata della popolazione sia italiana che estera il virus anche qui sarebbe tornato a farsi vivo.
Certo, per fortuna non come è successo da Febbraio ad Aprile, costato a questo paese migliaia di vittime e miliardi di €uro di deficit, ma è anche vero che il generale rilassamento ha causato e continua a causare danni.
In primo luogo ciò che non ha aiutato è stato lo show di molti medici e virologi che durante il lockdown hanno acquisito una certa familiarità con il pubblico televisivo italiano, per poi dopo inculare molto subdolamente che il peggio era passato e che si poteva tornare alla vita di sempre, per carità col distanziamento sociale e i dispositivi di protezione individuale.
Peccato che caldo e menefreghismo hanno fatto il resto, e basta girare per le strade di Napoli e provincia, ad esempio, per osservare come la mascherina sia diventato un bel braccialetto da esibire al polso, o peggio ancora, un copribocca che lascia il naso da fuori.
"Eh ma fa caldo, co' sto coso non si respira!!!" è la più gettonata delle scuse, che fa pure il paro con la più antica mancanza italiana (non solo napoletana checché se ne dica) del casco sopratutto d'estate, che fa sudare, rovina i capelli, e manda al Creatore qualche imbecille!!!
Se da febbraio 2020 la situazione era peggiorata fino ai mesi drammatici di Marzo ed Aprile, stando ad alcune ricerche (anche queste abbastanza smentite dalla stessa comunità scientifica che ogni giorno tira fuori una novità) presumibilmente il virus SarsCov2 prima di diventare un Virus Letale, parafrasando un film del 1995 con Dustin Hoffman, ha circolato almeno dai 2 ai 4 mesi, dove a fare peggio è stato il clima invernale (freddo in generale) che non ha consentito un grande ricambio d'aria.
Dalla fine del lockdown sono passati 2 mesi abbondandi, quasi 3, e la curva contagi in Campania da che era grossomodo stabile sul basso andante, è tornata ad avere picchi ed una brutta tendenza a salire (foto story).
Su questo scenario dopo le ragionevoli (ma certamente non scusabili) ricerca di aria dei giorni post Covid-19 sul Lungomare, come abbiamo documentato nei giorni immediatamente successivi alla decadenza dei "domiciliari forzati" come mi è stato obiettato da alcune persone più e più volte (il mondo è bello perché vario, si potrebbe dire), dopo un periodo relativamente tranquillo dove la Campania è stata tra le regioni più abitate Covid-Free (o quasi) analizzando i dati degli ultimi giorni, si registrano focolai come quello di Mondragone che, pare al momento gestito.
I nuovi focolai in Campania
Ma già ieri ad esempio una infermiera dell'Ospedale di Pozzuoli venuta in contatto con un anziano di Mondragone il 15 luglio 2020, è attualmente risultata positiva ed è in isolamento domiciliare, anche se il quadro clinico non desta particolare attenzione.
Dopo il trasferimento dell’anziano al Cotugno di Napoli, nell’ospedale di Pozzuoli erano scattate le procedure come da protocollo: chiusura temporanea e sanificazione dei locali.
Ma questo nuovo caso sta facendo scattare l'attenzione.
L’episodio ha destato preoccupazione in città dopo il focolaio di aprile che dal reparto di medicina si allargò a tutta la struttura ospedaliera, cui seguirono contagi e decessi. L’infermiera è il novantanovesimo caso di coronavirus a Pozzuoli dall’inizio dell’emergenza sanitaria dove le persone attualmente contagiate sono quattro. «Stiamo cercando di capire cosa sia accaduto –fa sapere il sindaco Vincenzo Figliolia - e se ci sono pericoli per la popolazione. Da lunedì sera, quando mi è stata comunicata la notizia dall’Unità di crisi della Regione, sono in stretto contatto con la direzione sanitaria dell’ospedale per avere delucidazioni».
Ma non è solo quello di Pozzuoli il problema.
Otto casi di coronavirus invece sono stati registrati nei giorni scorsi a Conca della Campania, piccolo comune in provincia di Caserta. Si tratta dei contatti diretti di una donna proveniente dalla Moldavia che ha esercitato l'attività di badante per un nucleo di anziani, e che ora è ricoverata al Covid Hospital di Maddaloni.
Due degli anziani da lei accuditi sono risultati positivi e uno di questi, una donna allettata, ha a sua volta contagiato alcuni parenti. Così il sindaco di Conca, David Lucio Simone, ha disposto la messa in quarantena per un totale di 22 persone, compresi i 8 positivi.
Ma il numero potrebbe crescere e toccare altre località (anche fuori regione) per gli ulteriori tamponi predisposti dagli uffici sanitari distrettuali e che verranno effettuati in queste ore.
Ma anche nel "feudo" di Salerno del Governatore De Luca, nel suo quartiere di residenza: sono 12 casi a cui solo ieri, su circa 5mila residenti, se ne sono aggiunti altri 3. Tutti commercianti della zona.
Ma De Luca sulla sua città getta acqua sul fuoco: «Non ci sono preoccupazioni particolari. Siamo più o meno nella norma. Registriamo oggi sei contagi, quattro di questi legati ad una presenza di una famiglia venuta dalla Moldavia, e altri due sono contatti avuti da commercianti in un quartiere della città. Ovviamente niente di drammatico - dice il governatore - ma bisogna tenere gli occhi aperti».
Ma nel Salernitano i casi si sono più che triplicati in pochi passando da 8 a 31, mentre non si fermano i contagi al rione Carmine a Salerno: dove ieri sono emersi 3 cluster.
Ai positivi registrati in questi giorni, si aggiungono in totale altri 7 casi in città. Salgono così a 15 gli infettati riconducibili al popoloso quartiere dove risiede il governatore De Luca.
A questi, poi, si aggiungono 3 infettati a Pisciotta, nel Cilento, ricoverati al polo covid di Scafati qualche giorno fa, e uno a Pontecagnano.
Ed è dal mese di aprile, poi, che nel salernitano non si contava un numero di casi quotidiani come quello degli ultimi giorni. Ma nessuno ha il coraggio di parlare di cluster.
Le parole del Governatore Vincenzo De Luca
«Un ritorno all'obbligo della mascherina all'aperto diventerà inevitabile se c'è una moltiplicazione dei contagi», dice De Luca rispondendo a chi gli domanda un parere su un'ipotesi simile nel Lazio. Poi va giù duro facendo un appello ai sindaci campani: «Bisogna chiudere, con l'aiuto dei vigili urbani, i negozi nei quali si trovano commessi o clienti privi di mascherina». Perché «non è più tempo di sottovalutazioni. Abbiamo aperto l'Italia da un mese, il governo nazionale ha ritenuto di aprire tutte le attività, ma abbiamo le serate che sono segnate da fenomeni di movida irresponsabile. Ci sono decine di migliaia di giovani che pensano che il problema non esista più. Questa - attacca il governatore - è una posizione irresponsabile. Credo che sia arrivato il momento di cominciare a prendere misure repressive, a penalizzare chi non rispetta le regole elementari».
Infine se la prende con la movida ma anche con gli arrivi da alcuni paesi Ue. «Noi possiamo convivere con l'apertura delle attività economiche, a condizione che ci sia senso di responsabilità da parte di tutti, a cominciare dai ragazzi e da me che vado in giro, anche quando non ce n'è bisogno, con la mascherina e sembro Tutankhamon, ma lo faccio di proposito», dice sul primo punto. Poi sugli arrivi: «Se arriva uno dal Bangladesh o dalla Moldavia che viene controllato all'aeroporto di partenza può capitare, ma non deve capitare ai nostri concittadini - ammonisce -. Se portiamo la mascherina e ci laviamo spesso le mani, possiamo convivere per alcuni mesi in attesa del vaccino, altrimenti faremo fatica ad arrivare a settembre perché se i focolai si moltiplicano, diventa complicato rincorrere uno a uno tutti i contatti che ha avuto ogni singola persona contagiata. Faccio appello al senso di responsabilità, non è una situazione drammatica, ma può diventarlo se continuiamo a comportarci in maniera irresponsabile». |