Fase 2 - Roma - In fase di sperimentazione del primo vaccino Made in Italy - L'attacco dei No-Vax |
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Scritto da Redazione |
Lunedì 24 Agosto 2020 22:50 |
Con la prima dose iniettata poco dopo le 8 è iniziata oggi allo Spallanzani di Roma la sperimentazione sull'uomo del vaccino 'made in Italy' contro il Covid-19. Verrà testato nella prima fase su 90 volontari selezionati tra gli oltre settemila candidati che hanno dato la loro disponibilità. La prima a ricevere il vaccino è stata una donna di 50 anni circa. «Sono emozionata e orgogliosa. Spero di poter essere utile al nostro popolo» ha detto stamattina a chi avuto modo di salutarla qualche istante. «Mi auguro che la mia disponibilità - ha aggiunto - possa essere d'aiuto per salvare vite e che le persone siano sempre più responsabili per non mettere a rischio se stessi e gli altri».
Sono 90 i volontari che nelle prossime settimane seguiranno lo stesso l'iter della donna. «Mi auguro - ha aggiunto - che la mia disponibilità potrà essere d'aiuto per salvare vite e che le persone siano sempre più responsabili per non mettere a rischio se stessi e gli altri». Il programmaDopo essere rimasta in osservazione all'Istituto per qualche ora è tornata a casa e verrà monitorata per le prossime 12 settimane. «Sta benissimo» ha assicurato il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia. I prossimi due volontari verranno vaccinati mercoledì. Poi, se non si osserveranno eventi avversi significativi, si passerà ai successivi 3, che riceveranno una dose più alta. E si andrà avanti fino a 24 settimane per questa prima fase. Poi ci saranno la seconda e la terza fase di sperimentazione che verrà probabilmente effettuata in un paese dell'America Latina dove il virus è in crescita. «Se tutto avviene nei tempi programmati il nostro auspicio è che sia prodotto in primavera», ha spiegato Vaia. Il vaccino è interamente italiano ed è nato grazie a un protocollo siglato a marzo tra il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il ministro della Salute, Roberto Speranza, il ministro dell'Università e della Ricerca scientifica, Gaetano Manfredi, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l'IRCCS Spallanzani. Per la realizzazione di questo obiettivo sono stanziati 8 milioni di euro, 5 milioni a carico della Regione Lazio, trasferiti allo Spallanzani e 3 milioni a carico del Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica. È realizzato, prodotto e brevettato dalla società biotecnologica italiana ReiThera di Castel Romano. Prevede un'unica somministrazione e si basa su un virus reso inoffensivo e incapace di moltiplicarsi, utilizzato come una navetta per trasportare nelle cellule l'informazione genetica che corrisponde alla proteina Spike. Il virus-navetta fa parte della famiglia degli adenovirus, la stessa cui appartiene il virus del raffreddore, ed è di origine animale. È infatti un virus dei gorilla. Alle 8.30 circa la volontaria ha ricevuto la dose del vaccino«Le intelligenze e la ricerca del nostro Paese sono al servizio della sfida mondiale per sconfiggere il Covid» ha commentato il ministro della Salute Roberto Speranza. «Da oggi inizia una fase storica della ricerca - ha sottolineato il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, stamattina allo Spallanzani per l'avvio della sperimentazione -. È un bellissimo traguardo che la scienza e la medicina italiana hanno raggiunto in questa fase» ha detto Zingaretti assicurando che il «vaccino italiano sarà pubblico e a disposizione di tutti coloro che ne avranno necessità». Dal presidente della Regione anche «un appello alla responsabilità delle persone» per evitare il rischio «di ritornare indietro». Zingaretti: vaccino sarà pubblicoMentre il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito ha sottolineato: «L'Italia con questo vaccino entra da protagonista nella guerra dei vaccini, non per arrivare prima ma per arrivare meglio e mettere il Paese in un sistema di parità». L'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, ha parlato invece di «speranza per un vaccino che possa finalmente farci uscire dall'incubo». Ma non è mancata qualche voce fuori dal coro con commenti scettici pubblicati sui social. «Gli attacchi da parte dei no vax nei confronti degli operatori sanitari e dei ricercatori che dal 29 gennaio stanno in prima linea nel contrasto al Covid 19, sono vili e ingenerosi. Chi attacca l'Istituto Spallanzani attacca l'Italia», ha stigmatizzato l'assessore D'Amato. L'attaco dei No-Vax Fronte no-vax scatenato contro il vaccino dello Spallanzani. La notizia del primo test sull'uomo all'Inmi Spallanzani di Roma per il vaccino italiano anti-Covid ha mobilitato sui social i sostentiori dell'ideologia no-vax. La pagina Facebook dello Spallanzani, dove è stata postata la notizia, è stata presa d'assalto da centinaia di commenti tra chi è scettico, chi entusiasta, chi apertamente contrario e tanti che ringraziano per il lavoro fatto i ricercatori dell'Istituto capitolino. «Il virus è ormai mutato e il vaccino non credo proprio che farà effetto», scrive Giuseppe. Sempre sul fronte anti-vaccino anche l'utente Vale: «Fatelo prima a tutti i parlamentari, poi se tra cinque anni non avranno riportato nessuna conseguenza ne riparliamo». «Ma certo facciamo il vaccino, del quale abbiamo ancora meno certezze rispetto al Covid....», fa eco Simona. A fare da contrappunto a questi commenti negativi c'è invece crede nell'immunizzazione come arma per sconfiggere il coronavirus Sars-CoV-2. «Ottime notizie! Un grazie anche ai ricercatori che lavorano sodo dietro le quinte. Spesso anche sottopagati», evidenzia Chiara. «Lo Spallanzani è una eccellenza... mi fido moltissimo...», scrive Roberto, inserendo anche l'emoticon con il braccio muscoloso per esortare ad andare avanti con coraggio. C'è poi l'utente Nuvola Lilla che suggerisce come «sarebbe utile avere aggiornamenti sulla sperimentazione: tipo se verranno fatte delle analisi per rilevare eventuali anticorpi, effetti collaterali». E aggiunge che, «se l'altro vaccino nato a Pomezia sarà disponibile da ottobre e questo è altrettanto papabile, si potrebbe cominciare a renderli fruibili almeno per le categorie più a rischio: bambini, anziani e donne in gravidanza». In breve tempo i commenti vengono rimossi dalla pagina Facebook, per evitare di diffondere disinformazione.
Attacchi no-vax allo Spallanzani, D'Amato: «Vili e ingenerosi»Intanto arriva anche la solidarietà da parte dell'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'amato, che con un post sulla pagina Facebook Salute Lazio scrive: «Gli attacchi, apparsi oggi sui profili social dell'Istituto Spallanzani, da parte dei no- vax nei confronti degli operatori sanitari e dei ricercatori che dal 29 gennaio di quest'anno stanno in prima linea nel contrasto al Covid-19, sono vili e ingenerosi. Chi attacca l'Istituto Spallanzani attacca l'Italia». |