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Migranti - Da Budapest a Vienna a piedi |
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Scritto da Redazione |
Venerdì 04 Settembre 2015 17:41 |
Migranti - Il Regno Unito si mobilita dopo la foto di Alyn: aumentano donazioni e aiuti Circa 200 rifugiati, fra cui donne e bambini, sono partiti a piedi dalla stazione di Budapest con lo scopo di raggiungere Vienna (a 240 chilometri di distanza). Il gruppo ha attraversato il Danubio e si dirige verso l'autostrada Budapest-Vienna. La polizia accompagna il gruppo fermando il traffico al suo passaggio.
Circa 2-300 migranti hanno forzato il blocco della polizia a Bicske (60 chilometri da Budapest), dove rifiutavano di scendere dal treno per andare al campo profughi. Sono fuggiti attraverso i campi, poi hanno iniziato a camminare lungo le rotaie verso Gyoer (città in direzione ovest). Altri invece stanno marciando verso Budapest. C'è un morto fra i migranti che hanno rotto il blocco della polizia a Bicske, fuggendo sulle rotaie, riferiscono i media locali citando i servizi di soccorso. Si tratta di un pachistano, di circa 50 anni. Secondo le prime notizie sarebbe caduto sui binari, e avrebbe battuto la testa. La polizia ha aperto un'inchiesta. Nel pomeriggio i migranti hanno forzato i blocchi di polizia attorno al treno sul quale si trovavano da ieri, e si sono sparpagliati sulle rotaie, per fuggire. Le forze dell'ordine ungheresi avevano infatti impedito a chi rifiutava di dirigersi al campo di accoglienza nelle vicinanze, di lasciare il convoglio.
La denuncia del New York Times, polizia Ungheria usa spray negli occhi migranti - Spray urticanti contro donne e bambini alla frontiera tra Ungheria e Serbia. E' la denuncia del New York Times, che documenta tutto attraverso un video. L'episodio è accaduto nella notte del 30 agosto quando un gruppo di profughi siriani è stato respinto dagli agenti di Budapest mentre supplicava l'ingresso in Ungheria. Una donna racconta: "Un agente mi ha fatto segno di venire avanti e poi ha spruzzato lo spray contro di me e il mio bambino". Le immagini mostrano i bimbi che piangono con gli occhi e il volto rossi.
In una lettera alle autorità europee diffusa oggi da Le Monde, di Francoise Hollande e Angela Merkel chiedono la creazione immediata di "hot spot"- centri per migranti e richiedenti asilo - che dovranno essere "pienamente operativi al massimo entro la fine dell'anno". La creazione dei centri di accoglienza per migranti, richiesti con urgenza dal presidente francese e dalla cancelliera tedesca dovrà essere "accelerata in Italia e in Grecia", scrivono nella lettera i due leader. Hollande e Merkel si dicono "determinati a difendere Schengen", il trattato che "garantisce la libera circolazione" in seno all'Ue e "permette agli stati membri di meglio far fronte alle sfide che si trovano davanti".
L'Alto commissario Onu per i rifugiati Antonio Guterres ha esortato oggi l'Ue a mettere in atto un "programma di ricollocazione di massa" con la partecipazione obbligatoria di tutti gli Stati membri per un numero stimato di circa 200mila rifugiati.
La situazione a Budapest
L'esodo di migranti e rifugiati dalla Siria e dal Nordafrica verso l'Europa e' "una emergenza enorme, una crisi reale", afferma uno dei massimi vertici del Pentagono, il generale Martin Dempsey, capo di stato maggiore delle forze armate Usa.
In una intervista esclusiva alla Abc, Dempesy si e' quindi detto "preoccupato" e ha sottolineato la necessita' per tutti di agire "sia unilateralmente che con gli alleati", considerando cio' che sta avvenendo "come un problema generazionale" e mettendo sul piatto adeguate risorse che permettano di affrontare la crisi per almeno 20 anni. A proposito della drammatica fotografia del bimbo siriano di tre anni morto su una spiaggia della Turchia, Dempesy ha auspicato che quella immagine "abbia un simile effetto a quella del 1995 del mortale attacco con i mortai alla piazza del mercato di Sarajevo, che spinse verso l'intervento della Nato in Bosnia", cioe' spinse la comunita' internazionale ad agire con maggiore efficacia per trovare una soluzione ad una drammatica emergenza.
Il treno gremito di migranti partito da Budapest verso Sopron, (alla frontiera verso l'Austria) si è fermato a Bicske dove funziona un campo profughi. I poliziotti hanno tentato di far scendere tutti quelli che non hanno documenti ma i profughi si rifiutano e scandiscono "No camp". Sono quindi scoppiati tafferugli tra i migranti e la polizia, riferisce la Bbc. Una coppia con un neonato si è sdraiata sui binari, minacciando il suicidio; la polizia ha ammanettato il padre del piccolo costringendo la famiglia a desistere dal gesto.
Altre decine di profughi partiti con un treno da Budapest sono stati fatti scendere a Gyor, nell'Ungheria nordoccidentale, nei pressi del confine con la Slovacchia.
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